lunedì 25 agosto 2014

Il sottomarino supersonico è (quasi) realtà: collegherà Cina e Usa in meno di due ore


Secondo un team di ricercatori cinesi una speciale membrana liquida consentirà di azzerare l’attrito dell’acqua: «Una scoperta senza precedenti»

Andare da Shanghai a San Francisco in 100 minuti, poco più di un’ora e mezza, navigando sotto l’acqua dell’Oceano Pacifico. Non era un sogno di Jules Verne, ma un programma a cui sta lavorando attivamente la Cina.  

Finora il mezzo sottomarino più veloce mai sviluppato era il torpedo sovietico Shakyal, che poteva arrivare a 370 chilometri orari. Ci riusciva usando una speciale tecnologia chiamata supercavitation, che in sostanza creava una bolla d’aria intorno al mezzo, per aiutarlo a superare i problemi provocati dall’attrito con l’acqua. Il sistema funzionava, ma solo per le bombe da lanciare sotto l’acqua, con l’obiettivo di farle esplodere dopo aver raggiunto rapidamente il loro obiettivo. Questo sistema, infatti, aveva due gravi problemi che impedivano di utilizzarlo per il trasporto degli esseri umani: primo, il mezzo sottomarino doveva essere lanciato nell’acqua a grande velocità, almeno cento chilometri orari, per generare e mantenere la bolla d’aria; secondo, era praticamente impossibile pilotarlo e farlo girare, perché la bolla impediva il contatto con l’acqua di un timone. 

I cinesi non si sono rassegnati, e il loro Harbin Institute of Technology’s Complex Flow and Heat Transfer Lab sostiene di aver trovato la soluzione ad entrambi i problemi. Secondo il professore Li Fengchen, hanno creato una speciale membrana liquida, che deve bagnare il mezzo costantemente. Il mezzo entra nell’acqua, e quando raggiunge la velocità di 75 chilometri orari, la membrana entra in funzione. Ciò evita un impatto iniziale con il mare non sopportabile per gli esseri umani, e tramite la gestione millimetrica dei flussi liquidi della membrana consente anche di guidare il sottomarino. “Il nostro metodo - ha spiegato Li al South China Morning Post - è senza precedenti, e siamo molto eccitati dalle sue potenzialità”. 

In teoria, secondo i calcoli fatti nel 2001 dal California Institute of Technology, un mezzo sospinto dalla tecnologia supercavitation può raggiungere la velocità del suono, ossia circa 5.800 chilometri orari. Di questo passo, potrebbe attraversare l’Atlantico in meno di un’ora, e il Pacifico in meno di due ore. Il problema tecnico che rimane è la costruzione di un motore abbastanza grande e potente per raggiungere questa velocità e mantenerla per tutto il tempo necessario a raggiungere la meta. Il torpedo Shakyal, infatti, aveva un’autonomia di pochi chilometri, perché era pensato solo per essere sparato in linea retta contro un obiettivo relativamente vicino. I cinesi però sono al lavoro anche su questo aspetto, come del resto gli americani, i russi, i tedeschi e gli iraniani, e credono alla possibilità di varare nel prossimo futuro il sottomarino supersonico. 

FONTE: Paolo Mastrolilli (lastampa.it)

mercoledì 20 agosto 2014

Renzi ai curdi: terrore sarà sconfitto Sì del Parlamento all’invio di armi


Le commissioni esteri e difesa di Camera e Senato ratificano l’operazione. Contrari M5S e Sel. Il ministro Mogherini: «Minaccia Isis riguarda anche Italia»

Matteo Renzi è atterrato poco prima di mezzogiorno a Bagdad per la visita-lampo in Iraq. Proprio nelle stesse ore è arrivata la notizia dall’Italia che le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato hanno approvato la risoluzione che sostiene il governo nell’invio di aiuti militari ai curdi nell’ambito della crisi in Iraq. Il via libera è giunto dal Senato con 27 voti favorevoli e 4 contrari, nessuno astenuto; la Camera ha dato il via libera, con 56 voti a favore e 13 contrari. Autorizzato dunque il trasferimento di armi e munizioni ai peshmerga curdi. Un’operazione definita dal ministro della difesa Roberta Pinotti e dalla collega degli Esteri, Federica Mogherini, “indispensabile”. «Il Mediterraneo e il Medio Oriente sono scossi da una minaccia che sì riguarda anche l’Europa e sì riguarda anche l’Italia»- ha detto la Mogherini ai giornalisti che le chiedevano dei jihadisti dell’Isis. Il ministro Pinotti ha spiegato davanti alle Commissioni di Camera e Senato che: «Le forniture belliche predisposte contengono armamento leggero e relative munizioni già in uso a forze armate italiane destinato alla difesa personale e d’area e altre armi individuali, di squadra e contro-mezzi, di fabbricazione sovietica, sequestrate in mare durante le guerre dei Balcani. Le armi comprendono mitragliatrici che le forze armate italiane non usano più, e razzi anticarro».

«Europa vicina al popolo iracheno»

Arrivato a Bagdad Matteo Renzi ha incontrato il premier uscente iracheno Al Maliki nel palazzo presidenziale dentro la zona verde.«L’Europa in questi giorni deve essere in Iraq altrimenti non è Europa»- ha detto il presidente del consiglio italiano e presidente di turno della Ue. «Chi pensa che la Ue volti le spalle davanti ai massacri, impegnata solo a pensare allo spread, o sbaglia previsione o sbaglia semestre»- ha aggiunto Renzi parlando a margine dell’incontro con Al Maliki. Il premier ha espresso amicizia e vicinanza al governo e al popolo iracheno. «C’è uno spirito di amicizia tra i nostri popoli e i nostri governi, oggi è arrivato il sesto aereo di aiuti umanitari» - ha ricordato.

La lotta al terrorismo

Il premier ha anche sottolineato come «L’integrità della regione e dell’Iraq sia fondamentale per la stabilità di tutta l’area e che è importante l’individuazione di una strategia chiara per far uscire l’Iraq da una situazione di violenza». Tra Renzi e al-Abadi si è svolta una conversazione molto concentrata sui temi della sicurezza e della lotta al terrorismo, con riferimento anche all’assassinio del giornalista americano Foley. Al-Maliki si è rivolto a Renzi come premier italiano, ma anche come presidente di turno dell’Unione. Al Maliki ha citato il suo passo indietro dalla premiership come un atto dovuto. «Non dovete avere paura della democrazia in Iraq - ha affermato il premier uscente - è una democrazia giovane, ma noi ci teniamo». Nella capitale irachena Renzi incontrerà il presidente Fouad Mazuum, il premier incaricato di formare il nuovo governo Haidar Al Abadi e il premier uscente Nuri Al Maliki.Il premier si recherà anche in un campo profughi ad Erbil.

FONTE: corriere.it