Le commissioni esteri e difesa di Camera e Senato ratificano l’operazione. Contrari M5S e Sel. Il ministro Mogherini: «Minaccia Isis riguarda anche Italia»
Matteo Renzi è atterrato poco prima di mezzogiorno a Bagdad per la visita-lampo in Iraq. Proprio nelle stesse ore è arrivata la notizia dall’Italia che le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato hanno approvato la risoluzione che sostiene il governo nell’invio di aiuti militari ai curdi nell’ambito della crisi in Iraq. Il via libera è giunto dal Senato con 27 voti favorevoli e 4 contrari, nessuno astenuto; la Camera ha dato il via libera, con 56 voti a favore e 13 contrari. Autorizzato dunque il trasferimento di armi e munizioni ai peshmerga curdi. Un’operazione definita dal ministro della difesa Roberta Pinotti e dalla collega degli Esteri, Federica Mogherini, “indispensabile”. «Il Mediterraneo e il Medio Oriente sono scossi da una minaccia che sì riguarda anche l’Europa e sì riguarda anche l’Italia»- ha detto la Mogherini ai giornalisti che le chiedevano dei jihadisti dell’Isis. Il ministro Pinotti ha spiegato davanti alle Commissioni di Camera e Senato che: «Le forniture belliche predisposte contengono armamento leggero e relative munizioni già in uso a forze armate italiane destinato alla difesa personale e d’area e altre armi individuali, di squadra e contro-mezzi, di fabbricazione sovietica, sequestrate in mare durante le guerre dei Balcani. Le armi comprendono mitragliatrici che le forze armate italiane non usano più, e razzi anticarro».
«Europa vicina al popolo iracheno»
Arrivato a Bagdad Matteo Renzi ha incontrato il premier uscente iracheno Al Maliki nel palazzo presidenziale dentro la zona verde.«L’Europa in questi giorni deve essere in Iraq altrimenti non è Europa»- ha detto il presidente del consiglio italiano e presidente di turno della Ue. «Chi pensa che la Ue volti le spalle davanti ai massacri, impegnata solo a pensare allo spread, o sbaglia previsione o sbaglia semestre»- ha aggiunto Renzi parlando a margine dell’incontro con Al Maliki. Il premier ha espresso amicizia e vicinanza al governo e al popolo iracheno. «C’è uno spirito di amicizia tra i nostri popoli e i nostri governi, oggi è arrivato il sesto aereo di aiuti umanitari» - ha ricordato.
Arrivato a Bagdad Matteo Renzi ha incontrato il premier uscente iracheno Al Maliki nel palazzo presidenziale dentro la zona verde.«L’Europa in questi giorni deve essere in Iraq altrimenti non è Europa»- ha detto il presidente del consiglio italiano e presidente di turno della Ue. «Chi pensa che la Ue volti le spalle davanti ai massacri, impegnata solo a pensare allo spread, o sbaglia previsione o sbaglia semestre»- ha aggiunto Renzi parlando a margine dell’incontro con Al Maliki. Il premier ha espresso amicizia e vicinanza al governo e al popolo iracheno. «C’è uno spirito di amicizia tra i nostri popoli e i nostri governi, oggi è arrivato il sesto aereo di aiuti umanitari» - ha ricordato.
La lotta al terrorismo
Il premier ha anche sottolineato come «L’integrità della regione e dell’Iraq sia fondamentale per la stabilità di tutta l’area e che è importante l’individuazione di una strategia chiara per far uscire l’Iraq da una situazione di violenza». Tra Renzi e al-Abadi si è svolta una conversazione molto concentrata sui temi della sicurezza e della lotta al terrorismo, con riferimento anche all’assassinio del giornalista americano Foley. Al-Maliki si è rivolto a Renzi come premier italiano, ma anche come presidente di turno dell’Unione. Al Maliki ha citato il suo passo indietro dalla premiership come un atto dovuto. «Non dovete avere paura della democrazia in Iraq - ha affermato il premier uscente - è una democrazia giovane, ma noi ci teniamo». Nella capitale irachena Renzi incontrerà il presidente Fouad Mazuum, il premier incaricato di formare il nuovo governo Haidar Al Abadi e il premier uscente Nuri Al Maliki.Il premier si recherà anche in un campo profughi ad Erbil.
FONTE: corriere.it
Il premier ha anche sottolineato come «L’integrità della regione e dell’Iraq sia fondamentale per la stabilità di tutta l’area e che è importante l’individuazione di una strategia chiara per far uscire l’Iraq da una situazione di violenza». Tra Renzi e al-Abadi si è svolta una conversazione molto concentrata sui temi della sicurezza e della lotta al terrorismo, con riferimento anche all’assassinio del giornalista americano Foley. Al-Maliki si è rivolto a Renzi come premier italiano, ma anche come presidente di turno dell’Unione. Al Maliki ha citato il suo passo indietro dalla premiership come un atto dovuto. «Non dovete avere paura della democrazia in Iraq - ha affermato il premier uscente - è una democrazia giovane, ma noi ci teniamo». Nella capitale irachena Renzi incontrerà il presidente Fouad Mazuum, il premier incaricato di formare il nuovo governo Haidar Al Abadi e il premier uscente Nuri Al Maliki.Il premier si recherà anche in un campo profughi ad Erbil.
FONTE: corriere.it
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