lunedì 29 settembre 2014

Migranti, il rapporto Oim: 3072 morti nel Mediterraneo dall'inizio dell'anno

Migranti, il rapporto Oim: 3072 morti nel Mediterraneo dall'inizio dell'anno

Secondo i dati illustrati a Ginevra dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni, l'Europa è la destinazione più pericolosa

Sono 3.072 gli immigrati morti nel Mediterraneo nel 2014. Lo riferisce l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), concludendo che l'Europa è la più pericolosa destinazione per gli immigrati irregolari. Il numero corrisponde infatti al 75% della cifra (4.077) degli immigrati morti dall'inizio dell'anno. Il 2014 è stato dunque "l'anno più mortale", con un numero record di vittime, pari a oltre il doppio di quello registrato nel 2011, anno segnato dalle primavere arabe. 

Inoltre, sempre secondo lo studio "Fatal Journeys: Tracking Lives lost during Migration", reso noto oggi a Ginevra dall'Oim, dal 2000 ad oggi sono stati oltre 22.000 i migranti che hanno perso la vita nel Mar Mediterraneo cercando di raggiungere l'Europa, contro i 6.000 decessi di migranti al confine tra Usa e Messico. Coloro che sono morti alle porte del Vecchio Continente per la maggior parte provenivano da Africa e Medio Oriente.

Complessivamente, riferisce ancora l'Organizzazione, dal 2000 a oggi sono almeno 40.000 i migranti morti in tutto il mondo mentre cercavano di entrare in Europa, negli Stati Uniti, in Australia o in altri paesi. Ma il vero bilancio è probabilmente più alto, poichè molti decessi si verificano in zone isolate e non registrati. Alcuni esperti infatti suggeriscono che per ogni corpo di migrante scoperto ve ne sarebbero in media almeno due mai rinvenuti.

"E' il momento di fare qualcosa di più che contare il numero di vittime - ha dichiarato il presidente dell'Oim, William Lacy Swing - è il momento di fare in modo che la comunità internazionale si impegni a fermare questa violenza contro migranti disperati".

Lo studio dell'Oim è iniziato dopo la tragedia della migrazione di Lampedusa dell'ottobre 2013, quando 366 migranti sono morti nel naufragio della loro imbarcazione.

FONTE: repubblica.it

giovedì 18 settembre 2014

La Scozia decide, l'Europa trattiene il fiato


Gli ultimi sondaggi vedono il "no" leggermente in testa, 53% contro il 47% di sì. Ma il calcolo della tendenza riduce il distacco a 51-49%. E mentre anche Obama lancia un appello per mantenere l'unità, il segretario leghista Matteo Salvini vola a Edimburgo con una delegazione del Carroccio


Urne aperte in Scozia per l'appuntamento con la storia: nel referendum sull'indipendenza gli scozzesi decideranno se rimanere nel Regno Unito o staccarsi per sempre da Londra. I sondaggi, se si escludono gli indecisi, vedono il "no" alla separazione leggermente in testa (53% contro il 47% di "sì"), ma la partita è ancora tutta da giocare. Ad Edimburgo è presente anche una delegazione della Lega Nord, con il segretario Matteo Salvini

E se i sondaggi danno un lieve vantaggio al "no", l'esito è comunque ancora incerto: il calcolo della tendenza riduce infatti ulteriormente la distanza, con gli unionisti al 51% e gli indipendentisti al 49%. Troppo vicini per stabilire chi è stato più convincente nella prospettiva di mantenere o spezzare un'unione politica sancita oltre 300 anni fa. Saranno dunque determinanti i voti degli indecisi, che nonostante il 97% dell'elettorato si sia registrato al voto sono calcolati tra l'8% e il 14%.

Soprattutto a loro quindi sono stati rivolti gli ultimi accorati appelli. Il leader dell'Snp, l'indipendentista Alex Salmond, si è rivolto agli scozzesi con una lettera aperta: "Facciamolo", li ha esortati, "let's do it". E' l'occasione della vita, ripete ancora: "Il futuro della Scozia, del nostro Paese, è nelle nostre mani".

L'ex primo ministro laburista Gordon Brown ha invece lanciato un vigoroso appello patriottico: "La Scozia non appartiene ai nazionalisti, ai politici, ad Alex Salmond, ma appartiene a noi". Tornando a mettere in guardia sui rischi della secessione: "Il rischio per il futuro della moneta e il rischio di un default. Domani dovete votare pensando ai bisogni dei vostri figli", ha scandito, ricordando che la decisione saraà "irreversibile. Se avete qualsiasi dubbio, il vostro voto deve essere un no".

Intanto, mentre anche Obama lancia un appello per conservare l'unità ("La Gran Bretagna è un partner straordinario per l'America e una forza buona per un mondo instabile. Spero che rimanga forte, robusto e unito"), Londra guarda a distanza, ma non senza tensioni. E il primo ministro conservatore David Cameron ammette di essere preoccupato, ma fa sapere che, comunque vada, non si dimetterà. Nonostante il rischio di passare alla storia come il premier che ha visto il Regno Unito spaccarsi.

Sondaggio: "Secessionisti al 47%, unionisti al 53%" - Nell'ultimo sondaggio di Ipsos Mori sul referendum scozzese i secessionisti raggiungono il 47%, mentre gli unionisti sono in vantaggio col 53%, se si escludono gli indecisi. Nella stessa rilevazione è emerso che il 46% degli scozzesi prevede una vittoria del "no", mentre il 30% del "sì".

FONTE: tgcom24








.