Secondo i dati illustrati a Ginevra dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni, l'Europa è la destinazione più pericolosa
Sono 3.072 gli immigrati morti nel Mediterraneo nel 2014. Lo riferisce l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), concludendo che l'Europa è la più pericolosa destinazione per gli immigrati irregolari. Il numero corrisponde infatti al 75% della cifra (4.077) degli immigrati morti dall'inizio dell'anno. Il 2014 è stato dunque "l'anno più mortale", con un numero record di vittime, pari a oltre il doppio di quello registrato nel 2011, anno segnato dalle primavere arabe.
Inoltre, sempre secondo lo studio "Fatal Journeys: Tracking Lives lost during Migration", reso noto oggi a Ginevra dall'Oim, dal 2000 ad oggi sono stati oltre 22.000 i migranti che hanno perso la vita nel Mar Mediterraneo cercando di raggiungere l'Europa, contro i 6.000 decessi di migranti al confine tra Usa e Messico. Coloro che sono morti alle porte del Vecchio Continente per la maggior parte provenivano da Africa e Medio Oriente.
Complessivamente, riferisce ancora l'Organizzazione, dal 2000 a oggi sono almeno 40.000 i migranti morti in tutto il mondo mentre cercavano di entrare in Europa, negli Stati Uniti, in Australia o in altri paesi. Ma il vero bilancio è probabilmente più alto, poichè molti decessi si verificano in zone isolate e non registrati. Alcuni esperti infatti suggeriscono che per ogni corpo di migrante scoperto ve ne sarebbero in media almeno due mai rinvenuti.
"E' il momento di fare qualcosa di più che contare il numero di vittime - ha dichiarato il presidente dell'Oim, William Lacy Swing - è il momento di fare in modo che la comunità internazionale si impegni a fermare questa violenza contro migranti disperati".
Lo studio dell'Oim è iniziato dopo la tragedia della migrazione di Lampedusa dell'ottobre 2013, quando 366 migranti sono morti nel naufragio della loro imbarcazione.
Inoltre, sempre secondo lo studio "Fatal Journeys: Tracking Lives lost during Migration", reso noto oggi a Ginevra dall'Oim, dal 2000 ad oggi sono stati oltre 22.000 i migranti che hanno perso la vita nel Mar Mediterraneo cercando di raggiungere l'Europa, contro i 6.000 decessi di migranti al confine tra Usa e Messico. Coloro che sono morti alle porte del Vecchio Continente per la maggior parte provenivano da Africa e Medio Oriente.
Complessivamente, riferisce ancora l'Organizzazione, dal 2000 a oggi sono almeno 40.000 i migranti morti in tutto il mondo mentre cercavano di entrare in Europa, negli Stati Uniti, in Australia o in altri paesi. Ma il vero bilancio è probabilmente più alto, poichè molti decessi si verificano in zone isolate e non registrati. Alcuni esperti infatti suggeriscono che per ogni corpo di migrante scoperto ve ne sarebbero in media almeno due mai rinvenuti.
"E' il momento di fare qualcosa di più che contare il numero di vittime - ha dichiarato il presidente dell'Oim, William Lacy Swing - è il momento di fare in modo che la comunità internazionale si impegni a fermare questa violenza contro migranti disperati".
Lo studio dell'Oim è iniziato dopo la tragedia della migrazione di Lampedusa dell'ottobre 2013, quando 366 migranti sono morti nel naufragio della loro imbarcazione.
FONTE: repubblica.it
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