Con l'approvazione da parte della Commissione Finanze della Camera, la riforma fa un ulteriore passo in avanti verso l'approvazione definitiva. Gli operatori si dividono e il Nafop minaccia di tirarsi indietro. Parla Maurizio Bufi, presidente dell'Anasf
Dopo il recente via libera da parte della Commissione Finanze della Camera, è ormai a un passo l'approvazione in via definitiva del disegno di legge che prevede l'albo unico della consulenza. Una riforma che arriva otto anni dopo il recepimento da parte dell'Italia della direttiva europea Mifid2 che punta a uniformare le regole dei Paesi dell’Unione europea in ambito finanziario e che continua ad agitare le acque tra gli addetti al settore.
Presidente Maurizio Bufi, lei che guida l'Anasf, Associazione nazionale promotori finanziari, cosa pensa: quali sono le principali novità dell'albo unico?
“La nuova normativa introduce la cosiddetta casa della consulenza che sarà articolata in tre sezioni dedicate rispettivamente agli attuali promotori finanziari, che diventeranno i consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede con un mandato di gestione da parte di una banca-rete, ai consulenti finanziari detti fee only o a parcella e alle società di consulenza finanziaria, entrambi autorizzati a offrire consulenza ai clienti, ma per i quali è previsto il divieto di collocamento dei prodotti. Mentre l'attuale Organismo per la tenuta dell'albo dei promotori finanziari (Apf) non si occuperà più solo della gestione dell'albo, ma anche delle funzioni di vigilanza e dell'attività sanzionatoria sugli iscritti (compiti che oggi nel caso dei promotori finanziari spettano alla Consob)”.
È una novità che salutate con favore? Il Nafop, che rappresenta i consulenti fee only, non è d'accordo perché ritiene che siete soggetti diversi...
“Sosteniamo la nascita di una casa della consulenza, ossia di coloro che esercitano attività di advisory attraverso diversi modelli distributivi. Il nome di promotore finanziario ci sta stretto e vogliamo tornare a chiamarci consulenti finanziari, come avveniva sino a venticinque anni fa, prima dell'entrata in vigore della legge Sim del 1991. Un passaggio che definisce in maniera più completa il nostro ruolo, ossia di consulenti che offrono anche il collocamento di strumenti finanziari nell'ambito della prestazione del servizio di affiancamento alla clientela. La nascita dell'albo unico intende inoltre essere una risposta al problema della mancanza di un albo per i consulenti fee only previsto dall’implementazione della Direttiva Mifid nel 2007, ma mai costituito. Con il risultato che ancora oggi questi ultimi non sono né censiti, né soggetti ad alcuna autorità di vigilanza”.
Avete ottenuto che l'aggettivo indipendente per i consulenti fee only venisse eliminato. Il Nafop minaccia di tirarsi indietro sulla casa della consulenza se la denominazione non verrà ripristinata in Parlamento...
“Ritengo non fondata la loro richiesta: secondo la direttiva Mifid II, infatti, l'aggettivo indipendente è da riferire alla modalità di prestazione del servizio e non al soggetto che la eroga. La caratteristica di indipendenza non può pertanto dirsi di appannaggio di una sola categoria di consulenti”.
Nei prossimi giorni il disegno di legge passerà nuovamente all'esame dell'assemblea della Camera. Cosa cambierà per i risparmiatori una volta approvato in via definitiva?
“L'effetto sarà di imporre una maggior regolamentazione e trasparenza in un settore sempre più importante per i risparmi delle famiglie. Non dimentichiamo, infatti, che le reti a ottobre hanno raccolto da inizio anno 22,5 miliardi, il 17% in più rispetto ai primi dieci mesi del 2014”.
FONTE: Sibilia Di Palma (repubblica.it)
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