lunedì 15 febbraio 2016

Draghi: a marzo pronti a fare di più Banche, non serve più capitale

Il presidente della Bce, Mario Draghi

Il presidente della Bce in audizione alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo: «Non mi risultano contatti tra la Bce e il governo italiano per comprare crediti in sofferenza delle banche italiane»

La Banca centrale europea si impegna a «non aumentare significativamente i requisiti di capitale delle banche a situazione invariata»: il presidente della Bce Mario Draghi parla alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo e conferma che «il Consiglio direttivo (della Bce, ndr) intende rivedere ed eventualmente riconsiderare la politica monetaria all’inizio di marzo». Lo ha ribadito il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo di fronte alla commissione Affari economici e finanziari del Parlamento europeo. Draghi ha sottolineato che dipenderà in particolare da due fattori, da «dimensione e persistenza» della caduta dei prezzi del petrolio e delle materie prime e «lo stato di trasmissione» degli stimoli monetari.

La crescita

Draghi ha detto che «la ripresa prosegue a passo moderato, sostenuta soprattutto dalle nostre misure di politica monetaria e dall’impatto favorevole sulle condizioni finanziare e dai prezzi dell’energia. Gli investimenti restano deboli, e il settore delle costruzioni finora non si è ripreso. Per rendere l’eurozona più resiliente, la Banca centrale europea è pronta a fare la sua parte e come annunciato esaminerà la possibilità di agire a inizio marzo». È «sempre più evidente», ha sottolineato, che i governi dell’Eurozona debbano sostenere la ripresa con politiche fiscali che prevedano «investimenti pubblici» e «tasse più basse». E «rispettare le regole del Patto resta essenziale per mantenere la fiducia nel quadro».

Le banche

Il presidente della Bce ha poi spiegato che la situazione del settore bancario «è molto diversa da quella del 2012», perché le banche dell’eurozona «hanno notevolmente rafforzato le loro posizioni di capitale nel corso degli ultimi anni». Draghi ha ricordato che l’indice patrimoniale Cet1 è aumentato da circa il 9 al 13 per cento per i principali istituti, che sono «più resistenti agli choc avversi». «Inoltre, la qualità del capitale delle banche — ha detto — è stata anch’essa notevolmente migliorata». Draghi ha parlato anche dei crediti deteriorati dei nostri istituti di credito: «Non mi risultano contatti tra la Bce e il governo italiano per comprare crediti in sofferenza delle banche italiane, non c’è nessuna conversazione su questo», ha detto in risposta a una domanda specifica posta da un eurodeputato non italiano: «Non so da dove si prenda questa notizia, non stiamo comprando nulla, si tratta di vedere se queste sofferenze in un particolare formato Abs possono essere accettate come collaterale». Ipotesi questa già prospettata dal Tesoro.

Lo scenario
 
Draghi ha tuttavia evidenziato che «da inizio dicembre un deterioramento del sentimento economico ha guadagnato velocità e nel tempo è diventato più volatile e suscettibile a cambiamenti rapidi. In questo ambiente i prezzi in Borsa sono scesi e i titoli bancari sono stati particolarmente colpiti, sia globalmente che in Europa, riflettendo l’alta sensibilità del settore alla prospettiva economica più debole del previsto».

FONTE: Francesca Basso (corriere.it)
Le banche

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