Notizie, curiosità, iniziative, idee e commenti riguardanti l'Infernetto e il XIII Municipio
lunedì 24 marzo 2014
domenica 23 marzo 2014
Allarme Bancomat: dall'8 aprile a rischio il 95% dei prelievi
A rischio tutti i vostri prelievi bancomat. A partire dal prossimo 8 aprile Microsoft smetterà di fornire i supporti per l'aggiornamento e la protezione di Windows XP, il sistema operativo nato nel 2001 e più diffuso al mondo. Secondo il Financial Times tutti coloro che ancora utilizzano il sistema Windows XP, tra cui il 95% dei bancomat e circa il 40% dei pc, rischiano di subire gli attacchi degli hacker e dei virus. Windows XP risale alla fine del 2001 ed è il sistema operativo più diffuso ed usato al mondo. Secondo i dati del gruppo di ricerca Netmarketshare, circa il 40% dei personal computer usano ancora Windows XP. Ma oltre ai PC, Windows XP è ancora il sistema operativo più utilizzato per il funzionamento dei bancomat e di alcuni dispostivi Pos. Inoltre, anche molti dispositivi medici girano con Windows XP.
Allarme bancomat - Il Financial Time avverte quindi che la maggioranza delle aziende sta ancora oggi rimandando il costoso, nonché complesso, sistema di aggiornamento, anche perché in alcuni casi non basterà installare Windows 8.1, poiché gran parte dei vecchi computer con Windows XP non hanno i requisiti di sistema3 necessari per l'installazione dell'ultima versione del sistema operativo di Microsoft. Inoltre, molti sistemi informatici sono compatibili solo con Windows XP. L'unica soluzione al problema l'ha proposta la stessa Microsoft prolungando fino a luglio 2015 il supporto del suo sistema Antivirus Security Essentials per le banche.
Il rischio - Una soluzione che tutelerà i circuiti bancari ma che non mette del tutto a riparo chi preleva alle casse elettroniche con un bancomat. Sembra che solo un terzo dei dispositivi riuscirà ad essere aggiornato (e quindi sicuro) prima dell'8 aprile 2014. Timothy Rains, direttore dell'area Trustworthy Computing di Microsoft,comunque lancia l'allarme e afferma che c'è il "100%" delle possibilità che gli hacker riescano ad individuare i punti deboli di Windows XP partendo dagli aggiornamenti di Windows Vista, Windows 7 e Windows 8. Insomma dall'8 aprile fate molta attenzione al bancomat. Nell'attesa che vengano aggiornati i sistemi andate a prelevare il contante direttamente allo sportello.
FONTE: liberoquotidiano.it
Carlo Saraceni, il Veneziano che ritorna da Roma
Per la seconda edizione una breve guida e un allestimento nuovo, in un confronto con la pittura veneta del suo periodo.
La prima grande mostra antologica del pittore seicentesco Carlo Saraceni, ospitata presso il Museo Nazionale di Palazzo Venezia a Roma, si è conclusa lo scorso 2 marzo. A grande richiesta giungerà ora a Venezia, in un'edizione rinnovata che sarà ospitata alle Gallerie dell’Accademia dal 22 marzo al 29 giugno 2014.
"Carlo Saraceni. Un Veneziano tra Roma e l’Europa", è un'esposizione ideata da Rossella Vodret e curata da Maria Giulia Aurigemma, e sarà allestita in questa seconda sede attraverso un percorso specifico, appositamente concepito per sottolineare i legami del pittore con l’entroterra veneto e con la città lagunare, dove nacque nel 1579 e morì nel 1620.
"Carlo Saraceni. Un Veneziano tra Roma e l’Europa", è un'esposizione ideata da Rossella Vodret e curata da Maria Giulia Aurigemma, e sarà allestita in questa seconda sede attraverso un percorso specifico, appositamente concepito per sottolineare i legami del pittore con l’entroterra veneto e con la città lagunare, dove nacque nel 1579 e morì nel 1620.
Il Saraceni fu uno dei più precoci e importanti interpreti di Caravaggio e contribuì alla diffusione del linguaggio caravaggesco attraverso un'originale sintesi con il tradizionale cromatismo del '500 veneto. A circa vent’anni egli avviò una fortunata attività nella Capitale, dove si guadagnò l'appellativo di “Veneziano”. Chiamato per compiere un telero per Palazzo Ducale, rientrò poi nella sua città natale, ma morì a distanza di pochi mesi.
Oltre ad una sessantina di opere già presentate a Roma, l'edizione veneziana è arricchita da importanti lavori. Tra questi compaiono il disegno raffigurante "Andromeda" del Gabinetto disegni e stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, che sarà posto a confronto con il piccolo dipinto giovanile di Saraceni di analogo soggetto, il "San Rocco" della Galleria Doria Pamphilj accostato al "San Girolamo" di Jacopo Bassano e il dipinto della "Maddalena penitente" della Pinacoteca Civica di Vicenza, accostato ad altre due versioni della stessa.
In occasione dell’edizione veneziana, oltre al catalogo ufficiale già presente a Roma sarà stampata una breve guida, curata da Roberta Battaglia.
Oltre ad una sessantina di opere già presentate a Roma, l'edizione veneziana è arricchita da importanti lavori. Tra questi compaiono il disegno raffigurante "Andromeda" del Gabinetto disegni e stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, che sarà posto a confronto con il piccolo dipinto giovanile di Saraceni di analogo soggetto, il "San Rocco" della Galleria Doria Pamphilj accostato al "San Girolamo" di Jacopo Bassano e il dipinto della "Maddalena penitente" della Pinacoteca Civica di Vicenza, accostato ad altre due versioni della stessa.
In occasione dell’edizione veneziana, oltre al catalogo ufficiale già presente a Roma sarà stampata una breve guida, curata da Roberta Battaglia.
FONTE: E. BRAMATI (arte.it)
domenica 16 marzo 2014
Vitalizi aboliti solo in sette regioni
Il vitalizio? E’ definitivamente abolito in 7 regioni su 20. Resiste in 13, quelle per le quali non si è ancora votato dopo la legge di fine 2012 che li ha soppressi ma scomparirà anche in queste assieme alla fine delle consiliature. I vitalizi regionali, infatti, poiché non si possono eliminare i diritti acquisiti, vengono aboliti mano a mano che vengono rinnovati i consigli.
Sono 7 le Regioni già passate a nuova legislatura. Dunque con le recenti elezioni gli attuali consiglieri regionali in carica non percepiranno alcun vitalizio in Trentino Alto Adige, Lazio, Lombardia, Molise, Basilicata, Friuli Venezia Giulia e Sardegna. Come detto lo continueranno a percepire, invece, i consiglieri regionali delle passate legislature non più in carica, raggiunta un'età che rientra, secondo la Regione, nella forbice tra i 60 e 65 anni (il Lazio è l'unica Regione che determinava in 55 anni l'età minima per percepire il vitalizio e in alcuni casi a 50 con penalizzazione).
In altre due Regioni, Abruzzo e Piemonte, che andranno al voto il prossimo 25 maggio, i consiglieri regionali eletti in quella data non percepiranno vitalizio. Per tutte le altre Regioni, che andranno al voto nella primavera del 2015, l'abolizione effettiva del vitalizio scatterà appunto dal 2015.
IL PREMIER
Ieri a Porta a Porta il premier Matteo Renzi ha detto testualmente: «Bisogna eliminare i vitalizi e i rimborsi dei consiglieri regionali». «Gerry Scotti - ha raccontato il premier - mi ha scritto su Twitter: sono stato parlamentare per cinque anni, voglio rinunciare al vitalizio ma non posso farlo. Troveremo il modo di accontentarlo, ma è il segnale di una persona che si rende conto che anche il piccolo contributo personale è giusto». E ancora: «Ci sono tante cose che non tornano, come i vitalizi dei consiglieri regionali che si sommano a quelli da parlamentare, per cui una persona può prendere più pensioni, quando la mia generazione non ne prende neanche una», ha aggiunto.
Ed è di questi giorni la notizia di manifestazioni e irruzioni nel Consiglio provinciale di Trento, contro i vitalizi della Regione Trentino Alto Adige che spettano, con la legislazione attuale, ai consiglieri del passato. La Giunta regionale, guidata da Ugo Rossi, ha assicurato che la politica sta lavorando per eliminare anche i privilegi passati.
Gli scandali che si sono verificati negli ultimi anni in alcune Regioni a partire da quello che coinvolse nel Lazio, Franco Fiorito, sull’uso dei fondi per i gruppi, hanno indotto le Regioni a ridurre gli stipendi dei presidenti e dei consiglieri a quello della Regione che pagava di meno. I primi ora guadagnano 13.800 euro mensili lordi i secondi non più di 11 mila sempre lordi.
Altre misure assunte recentemente sono state: l'abbattimento del finanziamento ai gruppi politici consiliari, che ha comportato un risparmio annuo complessivo per tutte le Regioni di 38 milioni di euro. I consiglieri della Regione lazio sono scesi da 70 a 50 ed è stato poi previsto che il numero massimo dei consiglieri regionali sia uguale o inferiore a 20 per le Regioni più piccole.
FONTE: Diodato Pirone (ilmessaggero.it)
lunedì 10 marzo 2014
Italicum, fumata nera sulla parità di genere. Voto alla Camera rischia di slittare
La riforma elettorale torna oggi in Aula a Montecitorio. La speranza di Matteo Renzi è quella di far approvare il testo in prima lettura tra stasera e domani mattina. "Entro domattina si chiude", assicura il presidente del Consiglio. Restano però in realtà ancora diverse mine da disinnescare: il cosiddetto salva-Lega, le candidature multiple, la delega al governo per la formazione dei collegi e la rappresentanza di genere.
In particolare su quest'ultimo punto il confronto resta molto aspro e per il momento una mediazione appare lontana, con il movimento bipartisan a favore della sua introduzione deciso a non fare passi indietro. Il comitato dei 9 della commissione Affari costituzionali della Camera, convocato per stamattina, non ha ancora iniziato i lavori sugli emendamenti accantonati dell'Italicum. Non è stato sciolto, infatti, il nodo sulla parità di genere, con Forza Italia ferma sulla posizione di non apportare alcuna modifica all'accordo Renzi-Berlusconi. L'Aula, convocata per le 11, potrebbe quindi slittare ancora.
"Noi dobbiamo tenere una posizione conforme all'accordo, il voto poi è affidato ai singoli parlamentari. Ma sarebbe grave se si usassero gli emendamenti sulla parità di genere per saltare la riforma", avverte Francesco Paolo Sisto, presidente della commissione Affari costituzionali e deputato di Forza Italia, intervistato da Radio24. "Emendamenti peraltro - aggiunge - che violano dei precetti costituzionali, come dimostrano due sentenze della Corte costituzionale". "Nessuno - inisiste ancora Sisto - mi ha chiamato stanotte - aggiunge Sisto - non mi risultato cambiamenti rispetto a quanto deciso nell'accordo fatto con il Pd".
FONTE: repubblica.it
sabato 8 marzo 2014
Grillini in crisi, cercasi nuovo portavoce: inserzioni on line. Bagarre tra espulsioni e dimissioni
A.A.A. Cercansi addetto stampa che sappia progettare e supportare l’organizzazione di eventi; gestire i comunicati stampa e il database dei contatti; coordinare l’immagine e abbia un’ottima conoscenza dei Social Media.
A sorpresa, a chiedere i curricula e le relative specifiche, tramite il sito LinkedIn, è stata ieri la Casaleggio Associati di Gianroberto Casaleggio, l’”ideologo” del Movimento Cinque Stelle che da alcuni anni fa coppia fissa con Beppe Grillo. Finora sarebbero arrivate circa 300 offerte di collaborazione.
Che i 5Stelle, da sempre titolari di una comunicazione autonoma molto originale e diversificata rispetto a quella degli altri partiti, siano a caccia di un portavoce non è una novità di poco conto. Il segnale appare come l’ennesima testimonianza del profondo riposizionamento del MoVimento alle prese con le fibrillazioni dei gruppi parlamentari e con qualche segnale di affanno sul fronte del consenso.
TUTTI CONTRO TUTTI
Non a caso dopo le espulsioni dei senatori il barometro continua a segnare tempesta. Ieri contro la violenza verbale interna, accompagnata da tanto di buste con proiettili recapitate agli espulsi Orellana e Battista condannate da tutti ma non da Grillo in persona, una senatrice, Elena Fattori, è arrivata ad invocare Gandhi e la pratica del Satyagraha: il digiuno praticato oltre che dal Mahatma anche da Martin Luther King, da Aung San Suu Kyi e da Marco Pannella.
VOCI INCONTROLLATE
Nel gruppo al Senato dei Cinque Stelle la tensione si taglia con il coltello. I sospetti di tradimento colpiscono addirittura Vito Crimi, primo capogruppo a Montecitorio, nelle prime concitate fasi dell'esordio in Parlamento dell'M5S. Un insospettabile: eppure l'accusa di «intelligenza con il nemico», che per il Movimento è il Pd, colpisce pure Crimi, al quale viene contestato di aver partecipato a cene con esponenti civatiani, la «corrente» del partito di Renzi con la quale sarebbero in contatto i grillini dissidenti.
Le voci si rincorrono a tal punto da spingere Crimi a spiegare; ovviamente su Facebook. «Voglio tranquillizzare chi ha letto preoccupato l'articolo su una cena a cui avrei partecipato con esponenti del Pd di area civatiana, lasciando intendere chissà quali retroscena o tentativi di scouting nei miei confronti». Ricostruisce per filo e per segno l'accaduto («Abbiamo incrociato la senatrice del Pd Ricchiuti...cercava un posto dove andare a cenare e, con un atto di cortesia...l'abbiamo invitata») e infine precisa: «Quindi nessuno scouting, nessuna collusione, nessuna ipotesi di avvicinamenti strategici, nessuna dietrologia...».
Gli attacchi colpiscono anche il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. «Prima il sottosegretario al governo Letta, poi la vicinanza a Civati, ora una mail in cui avrei difeso i dissidenti: si sta facendo di tutto per raccontare falsità verso la mia persona e il mio lavoro da sindaco, anche dopo i chiarimenti dei giorni scorsi», sbotta, anche lui sui social network, ed annuncia: «Io vado avanti, convinto del mio lavoro e della mia onestà».
FONTE: Diodato Pirone (ilmessaggero.it)
venerdì 7 marzo 2014
Pronto al decollo il drone quotidiano Porterà pacchi (e posti di lavoro)
Il 30 aprile in vigore le norme Enac: è il passo finale verso il boom?
Qualcuno è convinto che rappresentino la più grande rivoluzione tecnologica dall’avvento degli smartphone. Si parla degli aeromobili a pilotaggio remoto, meglio conosciuti come droni: secondo le stime dell’Assorpas, l’associazione che riunisce costruttori e operatori che offrono servizi con questi strumenti, sul cielo italiano ne volano ogni giorno circa quattrocento, impiegati per vari scopi. Servono per fare riprese e fotografie aeree, monitorare impianti fotovoltaici, dighe e reti elettriche, controllare terreni agricoli e aree potenzialmente a rischio.
Utilizzi diversi, in ambienti diversi, anche molto abitati: è ovvio che il settore andava disciplinato. Se ne discute da più di un anno, e da qualche giorno, l’Enac, l’Ente nazionale per aviazione civile, ha reso noto il testo definitivo del regolamento per il volo di droni fino a 150 chili di peso. Entrerà in vigore, salvo cambiamenti dell’ultimo minuto, il 30 aprile. Per pilotare bisognerà aver compiuto 18 anni e dimostrare di possedere conoscenze teoriche sulle regole dell’aria e pratiche, relativamente all’uso del proprio mezzo. Nel documento non si parla di un permesso o di un patentino, ma Enac prevede che siano organizzati programmi di addestramento specifici. «L’approccio che abbiamo seguito è proporzionato al rischio: più è elevato, meglio cercheremo di vigilare sull’impiego di tali strumenti», spiega Carmine Cifaldi, direttore della Regolazione navigabilità di Enac. Senza entrare troppo nello specifico, per effettuare voli in zone non congestionate, dove la presenza umana è bassa, per esempio aree montagnose e agricole, sarà sufficiente dimostrare a Enac, attraverso un’autocertificazione, di rispettare i requisiti richiesti. Se invece si vuole operare in città, sono previste valutazioni più approfondite da parte dell’ente che, alla fine, dovrà autorizzare il pilota a volare. Un altro parametro che è stato tenuto in considerazione nel regolamento è la distanza da terra: se si vola fino a settanta metri, dove la possibilità di incontrare altri aeromobili è bassa, le norme sono meno restrittive. Per chi vuole raggiungere i 150, occorreranno autorizzazioni particolari.
«Da un lato, c’è la necessità di garantire la sicurezza delle persone e delle infrastrutture che si trovano in aree sorvolate da droni. Dall’altro, non vogliamo che norme troppo rigide uccidano il settore. È giusto che gli imprenditori che impiegano queste apparecchiature nelle loro attività quotidiane possano continuare a farlo, ma senza rischi» aggiunge Cifaldi. Inoltre, il regolamento prevede l’obbligo di assicurazione. «In realtà molti già ce l’avevano, ma spesso per le agenzie era complicato individuare una formula che potesse andare bene per questi mezzi», commenta Antonio D’Argenio, componente del consiglio direttivo dell’Assorpas, che ha intenzione di istituire un gruppo di lavoro con rappresentanti del settore assicurativo.
In base ai dati dell’associazione, nel nostro Paese si contano oltre trecento aziende che operano nel comparto. Se dare dei numeri sul valore di questo mercato in Italia è pressoché impossibile, ci si può riferire alla ricerca della società americana Asd Reports secondo la quale, entro il 2021, il giro d’affari mondiale toccherà i 130 miliardi di dollari. Nel 2012 era fermo a sette. Una crescita, almeno sulla carta, esplosiva.
A parte l’idea lanciata da Amazon di adottarli per consegnare i pacchi, alle Olimpiadi invernali di Sochi i droni hanno regalato insolite inquadrature degli atleti in gara. E se Fendi, in collaborazione con Google, ha portato una Drone-cam in passerella per filmare la sua sfilata alla settimana della moda milanese, si sono già viste in tv e sul web riprese effettuate da droni. E c’è chi pensa che un giorno questi veicoli potranno essere messi al servizio degli ospedali in situazioni di emergenza, per trasportare sacche di sangue, lasciando le ambulanze ferme nel parcheggio.
In attesa che il regolamento diventi operativo, al Fablab di Milano, nato a novembre con l’aiuto della Fondazione Mike Bongiorno, è stato organizzato il primo corso di base su costruzione e utilizzo dei droni. Le iscrizioni sono state così numerose che l’esperienza si ripeterà. E gli studi confermano: secondo la società di ricerche di mercato americana Sparks & Honey il pilota di droni è una delle venti professioni del futuro.
FONTE: Lorenza Castagneri (lastampa.it)
giovedì 6 marzo 2014
Rimborsati torroni, provole e sushi Sotto accusa 64 politici lombardi
Chiuse le indagini su ex consiglieri e assessori del Pirellone
A rischiare il rinvio a giudizio sono 31 consiglieri del Pdl, 23 della Lega, 5 del Pd, due dell’Udc e uno ciascuno di Sel, Idv e Partito dei pensionati. Sotto accusa dopo le indagini della Gdf di Milano migliaia di rimborsi chiesti e ottenuti dai politici che talvolta sembrano avere una vera passione per l’elettronica, visto che acquistano smartphone, tablet, macchine fotografiche e tv a profusione, specie all’approssimarsi del Natale. In questo modo, dalle casse della Regione dal 2008 al 2011 sono usciti illegalmente 2.941.721,29 euro tra cui i 61,50 spesi in macelleria da Alessandro Marelli (Lega) o i 162 ottenuti da Giovanni Bordoni (Pdl) per prodotti della Valtellina. Renzo Bossi, figlio del senatùr Umberto, ha ottenuto rimborsi per 15.757,21 euro, per pagare anche una spremuta d’arancia e brioche farcite (3,30 euro), caramelle e salatini (18,05), una Red Bull e le sigarette (17,85), ma anche un tv color da 32 pollici (428,90 euro), iPad, iPhone e accessori vari (1.515), un rilevatore di autovelox, tutor (188,90), «due spazzolini con nome» un frigorifero (159) e invitare undici persone al «Ristorante del bolognese » (850 euro). Nei guai anche alcuni capigruppo per le spese dei rispettivi gruppi. Giulio Boscagli, che ha guidato il Pdl fino al 2008, tra le curiosità, risponde delle ricariche di caffè del distributore automatico dell’ufficio pagate centinaia di euro e del «necrologio Berlusconi», costo 189 euro, presumibilmente fatto pubblicare a febbraio 2008 alla scomparsa della madre dell’allora leader pdl Silvio Berlusconi. Anche l’opposizione ha la sua parte di problemi.
Il capogruppo Guido Galperti finisce indagato per i 41.612,27 euro andati al Pd, di cui 21mila spesi per un progetto di comunicazione, quasi 600 per «pasticceria e dolciumi» e 15mila per una consulenza in «materia di politiche abitative» nel 2008. Carlo Porcari, altro capogruppo Pd (239.870,68 di rimborsi), liquida spese per cene con centinaia di commensali, ma anche spese per 24,1 kg di salami e 14 di cotechini (391 euro) e perfino 8,62 euro per le aspirine, cui si aggiungono 16 mila euro per due ricerche sulla situazione economica e sociale del cremonese.
Chiara Cremonesi di Sel (quasi 85mila euro di rimborsi) mette in lista mille euro per iscrivere otto persone alla «Scuola di cultura politica» e la benzina, i biglietti del treno e del tram dei collaboratori. L’unica consigliera del Partito Pensionati, Elisabetta Fatuzzo, ha una passione per il sushi e per il pesce in generale: spende 200 euro per un pranzo con «tagliata di aragosta». L’elenco pare infinito: Giovanni Rossoni, ex assessore pdl all’istruzione, paga 15.589 euro per regali di Natale «istituzionali» 2008-2010 tra cui torrone, provolone «Auricchio » e latticini; Carlo Spreafico (Pd) tra i rimborsi mette anche i 100 euro per la quota dell’ordine dei giornalisti del 2008 e 9,40 euro per un «ombrello mini automatico»; sono ormai famosi il libro «Mignottocrazia» da 16 euro di Nicole Minetti (Pdl) o le munizioni da caccia (720) del leghista Pierluigi Toscani. Due i casi di truffa. Del primo è accusato l’ex assessore Davide Boni (poi presidente del Consiglio regionale) che avrebbe comunicato alla Regione di essere residente a Sabbioneta (Mantova) mentre dal 2003 si era trasferito a Milano, ottenendo così 27mila euro per spese di viaggio cui non aveva diritto. Dopo aver rinunciato all’autista, ricevendo quasi 70mila euro, usava con la stessa mansione un collaboratore esterno della Regine costato tra il 2005 e il 2010 160mila euro. Infine, il caso del leghista Stefano Galli che fece avere una consulenza da 196 mila euro al genero, Corrado Paroli, anche lui indagato, che non aveva i requisiti. Galli mise in nota spese 6.183 euro per il banchetto del matrimonio tra Paroli e la figlia.
FONTE: Giuseppe Guastella (corriere.it)
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