In gol lo juventino e Sturridge nel primo tempo. Poi ci pensa SuperMario. Palo per Candreva, traversa clamorosa per Pirlo. Ora la Costa Rica, il 20
Buona la prima. Vincere. E vincere giocando bene. E per di più con un avversario alquanto impegnativo. Tre condizioni tutte insieme difficilmente verificatesi in una volta sola, a un esordio mondiale della nazionale, forse l’ultima volta fu contro la Francia ad Argentina ’78: ma così è andata in questo umidissimo esordio con l’Inghilterra. Un 2-1 che lascia dunque buone sensazioni per il prossimo avvenire, forse con l’avvertenza che bisogna essere più incisivi davanti.
Dopo i patemi
Dopo i tanti patemi (il forfait all’ultimo di Buffon, lo pseudoallarme bomba, il campo di patate, lo spauracchio del caldo) finalmente la parola è passata al calcio: Inghilterra-Italia si apre in uno stadio con qualche vuoto (quasi 40.000 gli spettatori, comunque). Predominanza inglese, con tante bandiere di San Giorgio una a fianco all’altra, ma ci pensava il pubblico di casa a riequilibrare le proporzioni: tutto, ma proprio tutto per l’Italia, memore forse delle infauste parole di Hodgson che non avrebbe voluto giocare qui. E in effetti giocare qui non è una passeggiata di salute: al fischio finale l’umidità è al 74 per cento, non si vorrebbe essere nei panni di chi è sceso in campo. Ma tant’è: l’Italia si presenta con lo straannunciato doppio play Pirlo-Verratti, Sirigu ha preso il posto dell’infortunato Buffon, Balotelli unica punta. Gli inglesi rispondono con gli altrettanto annunciati quattro moschettieri in avanti (Rooney-Welbeck-Sturridge-Sterling).
Match bloccato a centrocampo
Bene, si parte. E si intuisce da subito che questo è un match che si giocherà perlopiù a centrocampo: le due squadre sembrano bloccate e infatti nei primi 25 minuti i tentativi sono da lontano. Ci proveranno Sterling e Henderson per gli inglesi, Marchisio e Balotelli per gli azzurri. Se c’ è però una falla in questa partita a scacchi, è sulla sinistra italiana, dove ci doveva essere De Sciglio e invece è stato dirottato Chiellini. Vi scendono prima Sterling e poi ben più pericolosamente Welbeck (pericoloso ovunque, a dire il vero, Paletta per poco non lo atterra malamente in area) il cui cross tesissimo incontra per fortuna Barzagli e non una maglia bianca.
FONTE: Matteo Cruccu (corriere.it)
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