Il fermato ha sparato verso il cordone di sicurezza dei carabinieri: «Come se fossero birilli». Un militare ferito alla gola. Caccia ad altri complici
Alcuni colpi di pistola sono stati sparati intorno alle 11.40 davanti a Palazzo Chigi a Roma, proprio mentre il nuovo governo Letta stava giurando al Quirinale con il presidente Giorgio Napolitano. Due carabinieri sono stati feriti. Uno è grave ed è ricoverato all'Umberto I con una ferita al collo.
FERMATO - L'uomo che ha sparato è stato fermato dalle forze dell'ordine. Si tratta di Luigi Prete, un calabrese di Rosarno, forse con precedenti penali. E' arrivato in giacca e cravatta e ha cominciato a sparare. Anche lui poi è stato ferito nella successiva sparatoria. Ora si trova ricoverato al San Giovanni. Ma si cercano altre persone che potrebbero aver partecipato all'attentato. L'uomo è stato immobilizzato da altri carabinieri e portato in caserma.
LA RICOSTRUZIONE: «COME FOSSERO BIRILLI» - Intorno alle 11.30 Prete è arrivato in piazza Colonna all'angolo tra Palazzo Chigi e il palazzo sede del quotidiano Il Tempo. A freddo, l'uomo ha tirato fuori la pistola e ha cominciato a sparare contro il cordone di sicurezza nella piazza formato dai carabinieri. «Sparava come se fossero birilli», racconta un testimone oculare. Il primo carabiniere è stato colpito a distanza ravvicinata alla gola. Poi l'attentatore ha continuato a sparare contro gli altri militari ferendone almeno altri due. A quel punto «gli altri carabinieri si sono buttati tutti a terra - continua ancora il testimone -, mentre altri ancora lo hanno inseguito saltandogli addosso fermandolo e disarmandolo. All'inizio non ci siamo resi conto di niente, pensavamo fossero petardi». Nella zona sono arrivate diverse ambulanze per soccorrere feriti e altre persone che si sono sentite male e sono state portate nell'androne di Palazzo Chigi.
TESTIMONI - Un padre e una figlia 11enne erano in piazza e hanno visto tutto: «La gente urlava e piangeva, - racconta il padre - guardavano il carabiniere a terra e urlavano "è morto", noi ci siamo nascosti dietro la macchina. Avranno sparato una decina di colpi, ho coperto gli occhi di mia figlia». Lei dice: «Pensavo fossero petardi, ma non era cosi».
FONTE: Rinaldo Frignani, Fiorenza Sarzanini e Roma Redazione Online (corriere.it)
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