Il premier: «Li pianteremo altrove». Tensione ad Ankara. Blindati e cannoni si riprendono il luogo simbolo della rivolta
Erdogan non si ferma. «Toglieremo gli alberi da Gezi Park, saranno ripiantati in un altro posto» ha detto il premier turco davanti al gruppo parlamentare del suo partito. E a conferma di questo annuncio, le forze dell'ordine hanno intensificato le operazioni. Decine di poliziotti in tenuta antisommossa sono infatti entrati nel Gezi Park di Istanbul, cuore della rivolta contro il premier Erdogan. Stamani la polizia aveva già occupato piazza Taksim, rimuovendo le barricate. Decine di poliziotti con l'appoggio di blindati con cannoni ad acqua, avevano attaccato le barricate intorno alla piazza, facendo un uso massiccio di lacrimogeni per disperdere i pochi manifestanti sul posto.
BARRICATE - Al termine di una mattinata di scontri a distanza, con lanci di lacrimogeni e copioso uso di idranti, la polizia si era attestata intorno al monumento che campeggia al centro di piazza Taksim. Il grosso dei manifestanti era invece accampato a ridosso del parco Gezi. Poi l'ingresso degli agenti e l'esplodere di nuovi scontri.
POLIZIOTTO SPARA A MANIFESTANTE - Scontri tra polizia e manifestanti sono avvenuti anche lunedì. In un video pubblicato su Youtube e diffuso da una televisione turca, si vede chiaramente un poliziotto che durante gli scontri in una via della capitale, apre il fuoco contro un giovane manifestante. Il ragazzo sarebbe ora ricoverato in gravi condizioni all'ospedale.
«IL WEB FA PIÙ DANNI DI UN'AUTOBOMBA» - Fin dal primo giorno della rivolta di OccupyGezi, lo stesso Erdogan si era espresso in termini molto critici nei confronti dei social media, di Twitter e dei nuovi strumenti di comunicazione «colpevoli» a suo dire di offrire una versione distorta della realtà. Gli esponenti del suo partito, Giustizia e Sviluppo (Akp) ci vanno anche più pesante. Una «piaga», uno strumento di «cospirazione», un ostacolo alla «serenitá e alla pace sociale» e ora anche una minaccia «più grave di un'autobomba», così ad esempio definisce il web Ali Sahin, vice presidente del partito, oltre che responsabile dei media e delle pubbliche relazioni. A suo giudizio, «c'è bisogno di nuove regole per mettere in ordine i social media, in modo che i loro utenti siano resi responsabili di quello che vi scrivono». Dichiarazioni riportate dal quotidiano Hurriyet, che ha suscitato non poche reazioni polemiche. A suo giudizio, infatti, tramite i social media i giovani che occupano piazza Taksim e Gezi Park a Istanbul stanno «cospirando» con l'obiettivo di «far cadere il governo».
FONTE: corriere.it
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