Non si placano le proteste contro il premier, che da Tunisi conferma l'intenzione di proseguire con il progetto di abbattere gli alberi di Gezi Park. In serata atteso il rientro in patria. L'agente caduto da un ponte, nel sud del Paese, mentre inseguiva un gruppo di manifestanti. Arrestati ieri 11 stranieri: secondo la stampa locale 4 sono studenti Erasmus
Un poliziotto turco è rimasto ucciso durante le proteste antigovernative nella provincia meridionale turca di Adana: è la prima vittima tra le forze dell'ordine da quando una settimana fa sono iniziate le manifestazioni contro il premier Recep Tayyip Erdogan.
L'agente è morto in ospedale per le ferite riportate durante gli scontri: secondo quanto riferito dai media locali Mustafa Sari era rimasto gravemente ferito dopo essere caduto da un ponte mentre inseguiva un gruppo di manifestanti.
E' grande l'attesa per il rientro il patria, previsto per questa sera, del primo ministro Erdogan, di ritorno dal viaggio diplomatico in Maghreb. Le proteste, intanto, non si placano. Anche ieri pomeriggio decine di migliaia di persone hanno manifestato in molte città del Paese, e nella notte ci sono stati nuovi duri scontri ad Ankara fra polizia e manifestanti.
Parlando a Tunisi, il premier ha detto che le proteste non fermeranno i piani di ridisegnare piazza Taksim. Proprio l'ipotesi della rimozione degli alberi di Gezi Park, adiacente alla centralissima piazza di Istanbul, ha dato il via alle proteste di piazza. E ha accusato membri di un'organizzazione terroristica di aver partecipato alle manifestazioni che da giorni animano il Paese. Parole destinate ad infiammare ancora di più gli animi.
Mentre Erdogan era in viaggio, il presidente Abdullah vicepremier Bulent Arinc hanno tentato di avviare un dialogo con i manifestanti per calmare le acque. Lasciando la Turchia lunedì Erdogan - che durante il week end fra l'altro aveva detto che le decine di migliaia di manifestanti erano "4 o 5 vandali" - aveva definito twitter "una cancrena".
Alle manifestazioni si sono ora associati anche due grandi sindacati di sinistra, il Kesk e il Disk. La polizia turca ha arrestato ieri 11 manifestanti stranieri accusati d'incitare ai disordini. Secondo il quotidiano Radikal si tratta di quattro americani, due inglesi, due iraniani, un indiano, un francese e un greco. Almeno quattro sono studenti in Turchia nel quadro del programma Erasmus.
Dall'inizio delle proteste contro il premier Erdogan hanno perso la vita tre giovani manifestanti e oltre 4mila, secondo l'associazione dei medici turchi, sono stati feriti.
L'agente è morto in ospedale per le ferite riportate durante gli scontri: secondo quanto riferito dai media locali Mustafa Sari era rimasto gravemente ferito dopo essere caduto da un ponte mentre inseguiva un gruppo di manifestanti.
E' grande l'attesa per il rientro il patria, previsto per questa sera, del primo ministro Erdogan, di ritorno dal viaggio diplomatico in Maghreb. Le proteste, intanto, non si placano. Anche ieri pomeriggio decine di migliaia di persone hanno manifestato in molte città del Paese, e nella notte ci sono stati nuovi duri scontri ad Ankara fra polizia e manifestanti.
Parlando a Tunisi, il premier ha detto che le proteste non fermeranno i piani di ridisegnare piazza Taksim. Proprio l'ipotesi della rimozione degli alberi di Gezi Park, adiacente alla centralissima piazza di Istanbul, ha dato il via alle proteste di piazza. E ha accusato membri di un'organizzazione terroristica di aver partecipato alle manifestazioni che da giorni animano il Paese. Parole destinate ad infiammare ancora di più gli animi.
Mentre Erdogan era in viaggio, il presidente Abdullah vicepremier Bulent Arinc hanno tentato di avviare un dialogo con i manifestanti per calmare le acque. Lasciando la Turchia lunedì Erdogan - che durante il week end fra l'altro aveva detto che le decine di migliaia di manifestanti erano "4 o 5 vandali" - aveva definito twitter "una cancrena".
Alle manifestazioni si sono ora associati anche due grandi sindacati di sinistra, il Kesk e il Disk. La polizia turca ha arrestato ieri 11 manifestanti stranieri accusati d'incitare ai disordini. Secondo il quotidiano Radikal si tratta di quattro americani, due inglesi, due iraniani, un indiano, un francese e un greco. Almeno quattro sono studenti in Turchia nel quadro del programma Erasmus.
Dall'inizio delle proteste contro il premier Erdogan hanno perso la vita tre giovani manifestanti e oltre 4mila, secondo l'associazione dei medici turchi, sono stati feriti.
FONTE: repubblica.it
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