giovedì 7 novembre 2013

Meno gli incidenti stradali (-9,2%) In calo morti (-5,4%) e feriti (-9,3%)

I fine settimana il momento più a rischio, ben il 75% degli incidenti avviene sulle strade urbane e la causa principale è la distrazione. Crescono invece i sinistri che coinvolgono i ciclisti (237 hanno perso la vita).


Puntuali, dopo le dovute le opportune verifiche e le elaborazioni, arrivano dall’ACI e dall’ISTAT i numeri di una profonda analisi sugli incidenti stradali in Italia, esaminati in ogni loro aspetto. Il primo dato che emerge è abbastanza confortante, poiché tutti i principali numeri sono in diminuzione: incidenti, morti e feriti hanno fatto segnare un significativo regresso, (-9,2%, -5,4% e -9,3% rispettivamente), ma c’è ancora tanto da fare, se si pensa che i decessi in totale lo scorso anno sono stati ben 3.653 (i feriti sono stati 264.716), vale a dire quasi esattamente 10 per ogni giorno dell’anno, nel quale si sono verificati in media 512 incidenti stradali complessivi (con 725 feriti).

In Europa. Ampliando l’orizzonte, fra il 2001 ed il 2012 la riduzione delle vittime della strada è stata del 48,5%, con una diminuzione del numero dei decessi da 7.096 a 3.653. Proiettando i risultati in seno all’Unione Europea, nel 2012 sono morte in incidenti stradali 27.724 persone (l’8,8% in meno rispetto al 2011), vale a dire una media di 55 persone ogni milione di abitanti. L’Italia si colloca quasi nel mezzo della graduatoria con un valore pari a 60,1 (il valore medio è del 55,0%) piazzandosi al 13°posto dietro a Regno Unito, Spagna, Germania e Francia.

Necessità di investimenti. Il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani ha introdotto la conferenza ricordando che “non possiamo gioire per il sensibile calo dei numeri principali poiché sono ancora troppo alti, seppur stanno a significare che, quando si investe in tecnologia, come ad esempio i tutor sulle autostrade, i risultati arrivano. Un euro investito in tecnologie per la sicurezza fa risparmiare almeno venti volte tanto in costi sociali. Ma c’è ancora bisogno di investire in formazione per i conducenti, con corsi di guida sicura progressivi per abilitare alla guida delle vetture più potenti, e sulle messa in sicurezza delle strade italiane ”. Il presidente dell’ISTAT Antonio Golini, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di una definizione univoca di lesione grave riconosciuta internazionalmente, sulla quale l’Italia sta procedendo ad una sperimentazione grazie all’ISTAT, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e al Ministero della Salute. Inoltre Golini ha lamentato la non rapidità e correttezza delle segnalazioni degli incidenti all’ISTAT da parte di alcuni enti, in particolar modo le Polizie Urbane.

Città pericolose. Nonostante molti ritengono che il pericolo maggiore sia sulle strade extraurbane e autostrade, è nelle città che i numeri degli incidenti sono notevolmente superiori: infatti nei centri urbani avviene il 75% degli incidenti con il 42% di morti e il 72% di feriti. Il picco delle conseguenze più gravi si registra a Venezia e Napoli (1,5 morti ogni 100 incidenti) mentre la situazione è migliore in altre grandi città: (Milano, Genova e Bari registrano lo 0,5%).

FONTE: Roberto Argenti (motori.ilmessaggero.it)

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