La donna perse la figlia, caduta nel vuoto a Caivano, e precedentemente vittima di abusi. Si difende: io non c’entro. I taroccatori avevano inventato anche un nuovo «taglio»
NAPOLI -La percentuale è pazzesca: il 90%, quindi la quasi totalità degli euro falsi sono prodotti a Napoli. Il dato emerge dall’inchiesta su un gruppo di falsari sgominato oggi dai carabinieri. Banda nota in tutta Europa e faceva parte del cosiddetto «Napoli Group», sigla che include varie organizzazioni campane ed a cui, secondo gli inquirenti, è riconducibile il 90% degli euro falsi nel mondo. La notizia è stata confermata dal procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo. Cinquantasei le ordinanze cautelari tra Napoli, Caserta e altre città italiane (29 in carcere, 10 ai domiciliari e tutti gli altri divieto di dimora e obbligo di firma).
«300 EURO»IN GERMANIA - I falsari sono riusciti a smerciare persino una banconota da 300 euro, taglio inesistente, in Germania.
LA MAMMA DI FORTUNA - C’è anche un risvolto clamoroso in questa vicenda: Domenica Guardato, la mamma della piccola Fortuna - vittima di abusi, morta il 24 giugno scorso dopo essere caduta nel vuoto a Caivano - è tra i destinatari dei divieti di dimora nell’ambito dell’inchiesta sui falsari internazionali. Sulla morte della bimba è aperta un’inchiesta che ipotizza l’omicidio.
6 ORE PER LASCIARE CAIVANO - Secondo l’accusa Domenica acquistava consistenti quantità di banconote contraffatte. Successivamente le rivendeva ad acquirenti abituali che provvedevano a spenderle nei negozi e nei supermercati.. Due gli episodi che le sono stati contestati. Alla donna i carabinieri hanno notificato la misura che le vieta di dimorare nel comune di Caivano, dandole sei ore di tempo per lasciare la città.
LA DIFESA: IO NON C’ENTRO - Domenica Guardato però si difende: «Quando sono venuti i carabinieri ho pensato che portassero notizie sull’inchiesta riguardante Fortuna. E invece mi hanno detto che ero destinataria di un divieto di dimora, che dovevo lasciare casa. Ma io con questa cosa dei falsari non c’entro assolutamente nulla. Sto andando dal mio avvocato Gennaro Razzino per cercare di capire cosa è successo, cosa sta succedendo e perché io sono stata chiamata in causa in questa vicenda - aggiunge - so solo che quando ho visto i carabinieri ho pensato alla mia piccola Fortuna, non certo ad una vicenda del genere». A chi, poi, le chiede se questa vicenda possa in qualche modo essere legata al suo ex marito, attualmente detenuto nel carcere di Secondigliano, Mimma risponde: «Ci siamo lasciati nel 2009, non so neanche la ragione per la quale è in carcere».
SOLDI FALSI CHIAMATI «GNOCCHI» - Le banconote false venivano chiamate «Cosariello», «ambasciata» o «l’americano» per indicare il dollaro. Il «Napoli Group» la banda di falsari era attiva in Europa e Africa. Banconote e monete venivano designate con altri nomi, anche nel tentativo di depistare gli investigatori in caso di intercettazioni. Le monete, in particolare, venivano indicate come «scarpe», «pavimenti», «cartoline» e «gnocchi».
FONTE: corrieredelmezzogiorno.corriere.it
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