domenica 16 novembre 2014

Isis, decapitato l'ostaggio americano Peter Kassig insieme a quindici soldati siriani



L'ostaggio americano Peter Kassig è stato decapitato.  Lo annuncia l'Isis in un nuovo video in cui si mostra l'uccisione dell'ostaggio in Siria. Lo riporta Skynews.

Nel video, postato dall'Isis su diversi siti jihadisti, si vede un boia con il volto coperto in piedi accanto ad una testa decapitata. A quanto riferiscono i media americani, nel filmato si vede anche la decapitazione di massa di 15 soldati siriani fatti prigionieri. I jihadisti e i soldati camminano gli uni dietro agli altri. A un certo punto, i terroristi prendono un grosso coltello, fanno inginocchiare la loro vittima e poi la decapitano.

Kassig, 26 anni, si chiamava Abdul Rahman/Peter da quando si era convertito all'Islam. Era stato rapito il 1 ottobre mentre si trovava in Siria dove lavorava come operatore umanitario. Ex ranger, dopo aver intrapreso corsi per diventare assistente medico, si era trasferito in Libano, dove aveva fondato l'organizzazione no profit Sera (Special Emergency Response and Assistance).

Dal video sembra che il boia sia ancora una volta il "jihadista John", l'uomo dall'accento britannico che ha già ucciso i britannici David Haines e Alan Henning, e gli americani James Foley e Steven Sotloff. Lo scrive Skynews precisando che non è ancora chiaro quando il video sia stato girato.

L'appello della madre su Twitter. Si era rivolta direttamente al Califfo dell'Isis Abu Bakr al Baghdadi per chiedergli di «parlare» la madre di Kassig. «Sto provando a mettermi in contatto con lo Stato islamico a proposito della sorte di mio figlio. Sono una donna anziana e Abudl Rahman (il nome di Peter dopo la conversione all'Islam, ndr) è il mio unico figlio. Mio marito e io siamo soli, senza alcun aiuto dal governo. Vorremmo parlare con te. Come possiamo raggiungerti?», l'appello che la madre di Kassig aveva postato su Twitter lo scorso 9 ottobre.

La famiglia: «Non trasmettete il video». La famiglia di Peter Kassig lancia un appello ai media chiedendo che non diffondano il video dello Stato Islamico nel quale viene mostrata la decapitazione dell'ostaggio statunitense. «La famiglia chiede rispettosamente agli organi di informazione di evitare di cadere nel gioco dei sequestratori e di astenersi dal pubblicare o trasmettere foto o video distribuiti dai sequestratori», afferma la famiglia Kassig in un comunicato.

«Preferiamo che su nostro figlio si scriva e sia ricordato per il suo importante lavoro e per l'amore che condivideva con la famiglia e gli amici, non nel modo in cui i sequestratori vorrebbero usarlo per manipolare gli americani e diffondere la loro causa», afferma ancora la famiglia dell'ostaggio Usa, riferendo di essere in attesa della conferma ufficiale dell'autenticità del video.

Cameron: «Sono inorridito». «Sono inorridito dall'assassinio a sangue freddo di Abdul-Rahman Kassig. L'Isis ha mostrato ancora una volta la sua cattiveria. I miei pensieri vanno alla famiglia». Così il premier britannico David Cameron su Twitter.

La condanna della Farnesina. «Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Paolo Gentiloni, condanna la decapitazione dell’ostaggio americano Peter Kassig. Notizia accolta con profondo sdegno». Così scrive la Farnesina in una nota. «Le mie condoglianze e la mia solidarietà vanno alla famiglia della vittima e al governo e al popolo americani», ha dichiarato il titolare della Farnesina.

FONTE: ilmessaggero.it

Nessun commento:

Posta un commento