martedì 28 aprile 2015

Istat, dopo sette anni il mercato immobiliare torna a crescere: +1,6%

 
 
Le compravendite sul mercato immobiliare sono quasi dimezzate rispetto al 2006 ma nel 2014 ci sono state 594.431 compravendite, con un incremento dell’1,6%
 
Il mercato immobiliare italiano nel 2014 è tornato a crescere dopo sette anni di calo, con una crescita dell’1,6% sul 2013 per un totale di 594.431 compravendite. Lo rende noto l’Istat secondo cui l’anno scorso c’è stata anche una forte crescita per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca: +9,2% sul 2013, per un totale di 278.447 convenzioni erogate, con gli aumenti più decisi al Sud (+13,6%), Centro (+12,8%) e Isole (+11,2%). Gli aumenti di compravendite, sottolinea l’istituto di statistica, riguardano tutte le ripartizioni geografiche tranne le Isole, dove invece si rileva un calo dell’1%. Ma nonostante il recupero dell’ultimo anno, il mercato delle compravendite sul mercato immobiliare si è quasi dimezzato rispetto al 2006: il numero indice risulta pari a 52,6 nel 2013 e a 53,4 nel 2014 e la contrazione non risparmia nè il settore abitativo né quello economico che si attestano, rispettivamente, a 53,6 e 54,2 nel 2014.
 
FONTE: corriere.it

sabato 18 aprile 2015

Roma, scatta l'operazione strade sicure: militari schierati per proteggere 34 siti

 
 
Dalle stazioni della metropolitana alle scuole ebraiche e internazionali, dai luoghi storici come il Colosseo e piazza Navona a Palazzo Grazioli, la residenza romana di Silvio Berlusconi. Ecco dove sono di stanza i militari arrivati a Roma per fronteggiare l’allerta terrorismo. È una lista di 34 luoghi quella che la Prefettura di Roma ha consegnato all’Esercito per l’operazione “Strade sicure” voluta dal Viminale e dal ministro Angelino Alfano.

I soldati già dislocati sono 270 e provengono dai Granatieri di Sardegna di stanza nel Lazio, dalla Brigata meccanizzata Aosta - che ha base a Trapani, in Sicilia, una delle unità che vengono maggiormente schierate nelle operazioni all’estero, dal Kosovo al Libano - e dalla Brigata Sassari, uno dei reparti italiani più presenti nei teatri operativi di risoluzione delle crisi, e che è stata presente anche in Iraq a Nassiirya.

L’ORDINE
Altri 230 uomini sono già arrivati a Roma (in tutto sono 500) e nei prossimi giorni riceveranno dal prefetto Franco Gabrielli l’ordine sulle postazioni dove effettuare il servizio di sorveglianza speciale richiesto dal Ministero dell’Interno dopo gli attentati a Parigi e in Danimarca.

Sorvegliate speciali le stazioni della metropolitana. I presidi fissi riguardano le fermate di Anagnina, Laurentina, Eur Magliana e la “Stella polare” a Ostia Lido. I militari vigileranno anche su quattro scali delle ferrovie regionali: le stazioni di Ostiense, Trastevere, Tiburtina e Lunghezza.

Rafforzate le misure di sicurezza anche davanti alle ambasciate: il piano della Prefettura prevede una protezione speciale anche per le sedi diplomatiche che di solito non sono protette dalle forze armate italiane. I soldati sono stati dislocati davanti all’ambasciata della Tunisia, dell’Algeria, la rappresentanze dell’Egitto presso la Santa Sede e davanti all’ambasciata dell’Ucraina presso il Quirinale.

LUOGHI CULTURALI
I militari controllano anche i luoghi più visitati dai turisti: sono presenti al Colosseo, a piazza Navona, davanti alla Scala Santa di piazza San Giovanni in Laterano. Massima allerta anche in zona San Pietro, uno degli obiettivi dichiarati dei miliziani dell’Isis, che in diversi video, negli ultimi mesi, hanno raffigurato la Santa Sede al centro di un attentato terroristico. Ecco perché i militari presidiano sia l’ingresso dei Musei Vaticani, sia la Porta Sant'Anna, uno degli ingressi principali della città del Vaticano, normalmente protetta solo da una pattuglia di guardie svizzere.

LA RESIDENZA DELL’EX CAV
Nell’elenco dei luoghi presidiati dai militari, c’è anche Palazzo Grazioli, la residenza ufficiale dell’ex premier Silvio Berlusconi. Nella lista di Palazzo Valentini figura anche la sede del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di via Nomentana, a due passi da Porta Pia, e la residenza privata del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, che a febbraio è finito nell’elenco dei nemici dello Stato Islamico, definito «ministro dell’Italia crociata».

I militari sono presenti anche in alcuni importanti sedi giudiziarie: dal Palazzo di Giustizia di piazza Cavour, che ospita la Corte di Cassazione, all’ufficio della Direzione Nazionale Antimafia di via Giulia. Protette anche due scuole internazionali, dove studiano i figli di alcuni diplomatici e che per questo vengono considerate possibili «obiettivi sensibili» dal Viminale: si tratta dell’Istituto internazionale Sacro Cuore, a Trinità dei Monti, e della scuola Marymount di via Villa Lauchli, zona Cassia.

Blindato anche il Ghetto e altre sedi della Comunità ebraica romana. Dalla Sinagoga alla Ludoteca ebraica, passando per il Centro di cultura ebraica, l’Istituto ebraico e tutte le scuole che fanno riferimento alla comunità.
 
FONTE: Lorenzo De Cicco (ilmessaggero.it)

mercoledì 15 aprile 2015

730 precompilato al via


Chi può farlo, come si richiede il Pin, le modifiche solo formali e quelle che invece non eviteranno il possibile controllo dei documenti, le regole per i coniugi. C’è tempo fino al 7 di luglio

L’operazione 730 pre-compilato è al via. Da oggi circa 20 milioni di italiani potranno consultare e scaricare sul sito dedicato la dichiarazione dei redditi già preparata dall’agenzia delle Entrate. Un’opportunità che però non riguarda tutti i dipendenti e pensionati. Il 730 precompilato dovrebbe essere disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate per i contribuenti che rispettano entrambi questi requisiti. Primo. Sono titolari nell’anno 2014 di redditi di lavoro dipendente o assimilati (es. collaboratori) o di pensione, per i quali il sostituto d’imposta abbia trasmesso regolarmente la Certificazione Unica entro il 7 marzo scorso. Secondo Per l’anno d’imposta 2013 hanno presentato il modello 730 o l’Unico persone fisiche o il modello Unico Mini. Il 730 precompilato viene predisposto sul sito dell’Agenzia Entrate anche per chi ha presentato lo scorso anno il 730 o il modello Unico con i soli quadri RW (beni all’estero), RM o RT. Non sarà invece disponibile il modello precompilato per chi ha presentato più dichiarazioni per l’anno precedente (es. correttive nei termini, dichiarazioni integrative, ecc.).

Il 730 precompilato, messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate in un’area riservata del proprio sito internet, dovrebbe già contenere – per dipendenti o pensionati - i dati della Certificazione Unica dei redditi da lavoro dipendente e assimilati o da pensione con le ritenute Irpef e addizionali regionali e comunali e i dati dei familiari a carico. Dovrebbero risultare già inseriti gli interessi passivi sui mutui, i premi assicurativi, i contributi previdenziali obbligatori e quelli versati per i lavoratori domestici, alcuni dati già presenti sulle dichiarazioni dell’anno scorso come le spese di ristrutturazione edilizia e risparmio energetico e gli altri oneri che danno diritto ad una detrazione in più anni, i versamenti degli acconti d’imposta effettuati attraverso il 730 o mediante F24. Mancano invece sicuramente, nel 730 precompilato fornito quest’anno dall’Agenzia, le spese sanitarie, mediche e farmaceutiche, che andranno quindi inserite dal contribuente. Se i contribuenti scelgono di avvalersi del 730 precompilato, possono accedere dal 15 aprile 2015 alla propria dichiarazione andando all’indirizzo www.agenziaentrate.gov.it, oppure possono delegare il sostituto di imposta, un Caf, un Centro di assistenza fiscale o un professionista abilitato (consulente del lavoro o dottore commercialista) che gestiranno il 730 (precompilato o ordinario) del contribuente. 

FONTE:  Stefano Poggi Longostrevi (corriere.it)
 

sabato 4 aprile 2015

Allerta jihad, in Italia già 30 espulsi

L’ultimo caso a Imola, rimpatriato un marocchino di 41 anni: era vicino ad ambienti integralisti

Già coinvolto in passato in inchieste riguardanti l’estremismo di matrice islamica, faceva parte della rete di un terrorista condannato in Italia, espulso dal nostro paese e rimpatriato in Tunisia: Khalid Smina, un marocchino di 41 anni che viveva ad Imola con moglie, figli e regolare permesso di soggiorno, è stato rimpatriato questa mattina con un provvedimento di espulsione firmato dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. 

Si tratta del 30esimo soggetto espulso dal dicembre scorso per motivi legati alla sicurezza dello Stato grazie, ha detto il ministro, «al lavoro capillare» delle forze di polizia impegnate sul fronte dell’antiterrorismo. È stato lo stesso titolare del Viminale a render nota l’espulsione. L’uomo, infatti, «aveva aderito ad una pratica integralista della religione, con una vocazione al terrorismo». 

Prima di essere allontanato dall’Italia, Smina, che frequentava la Casa della cultura islamica di Imola pur non facendo parte del direttivo, è stato monitorato per diverso tempo dagli uomini della Digos e dell’Antiterrorismo, che hanno tenuto sotto controllo i suoi contatti e le sue frequentazioni, sia all’interno che all’esterno della comunità islamica. E Shina, secondo quanto si apprende, era molto attivo anche in rete, dove frequentava siti e chat di ispirazione jihadista. Ma il suo nome non era sconosciuto agli investigatori tanto che sia nel 2009 sia nel 2011 fu oggetto di indagini, sempre legate all’integralismo ed al terrorismo assieme ad altri suoi compagni. 

Ed infatti l’elemento che più ha pesato sulla decisione di espellerlo dall’Italia per motivi di sicurezza, sarebbe stato proprio il suo legame con una vecchia conoscenza delle autorità italiane: Jarraya Khalil, un tunisino condannato nel nostro paese per associazione a delinquere con finalità di terrorismo nel 2008 e successivamente espulso. 

Oggi 46enne, Jarraya viveva a Faenza con la moglie ed i figli. Lo chiamavano «il colonnello» perché aveva combattuto con i mujaheddin bosniaci durante la guerra nell’ex Jugoslavia. Jarraya fu arrestato una prima volta nel 1999 dal Ros a Sarajevo, dove il suo ruolo era quello di fornire supporto logistico ai fondamentalisti islamici diretti in Iraq e Afghanistan. Secondo le indagini era in contatto con diverse cellule in Gran Bretagna, Spagna, Germania, Francia, Belgio. Un nuovo mandato di cattura lo raggiunge nel 2008, quando venne arrestato perché considerato a capo di una cellula operante in Emilia, che aspirava al martirio nei teatri di guerra. «Avevano creato - scrisse il gip nell’ordinanza d’arresto - una rete di addestramento al suicidio che avrebbe dovuto tradursi in atti di violenza e sabotaggio contro strutture e persone, civili e militari occidentali presenti in Iraq e Afghanistan». Dopo la condanna in appello a 7 anni e due mesi, Jarraya è stato espulso dall’Italia ed è tornato in Tunisia. Dove, secondo alcune fonti, avrebbe ripreso il suo ruolo di `appoggio´ agli estremisti tanto che nei giorni dell’attentato al museo del Bardo sono circolate voci, non confermate ufficialmente, di un suo ruolo. 

«Questa vicenda avrà per noi un impatto molto negativo», ha commentato il vicepresidente dalla Casa della cultura islamica di Imola, Tajiri Abdelghani, annunciando che chiederà «di avere nel giro di pochissimi giorni un incontro con il prefetto di Bologna: noi stessi cerchiamo la massima chiarezza, poiché ci consideriamo una componente vitale di questo Paese».

FONTE: lastampa.it

giovedì 2 aprile 2015

Morti bianche, 129 vittime dall'inizio dell'anno

Morti bianche, 129 vittime dall'inizio dell'anno
 
I dati dell'Osservatorio indipendente di Bologna. E' più di un morto al giorno, stessi numeri dello scorso anno. Colpita soprattutto l'edilizia, ma c'è anche il dramma dei contadini schiacciati dai trattori
 
C'è una strage silenziosa, inarrestabile e in atto. Un'ombra perennemente in agguato. Nei cantieri, nelle fabbriche, nei campi. Un'ombra che il discorso pubblico cerca di definire con una formula neutra: "Morti bianche". Nome che chiama in causa qualcosa che di neutro non ha nulla. Perché i 117 morti sui luoghi di lavoro nei primi tre mesi del 2015 sono l'ennesimo richiamo a una presa di responsabilità comune. Numeri che aumentano ora dopo ora: sette persone sono decedute solo nella giornata del primo aprile. E a oggi, 2 aprile, i caduti di questa guerra silenziosa sono già saliti a 129. Morti lavorando: otto in Piemonte, quindici in Lombardia, dieci in Emilia Romagna. Dieci anche in Campania, tredici in Toscana. E così via, a comporre una disarmante mappa del dolore.

Nei primi tre mesi dello scorso anno erano 116. I dati provengono dall'Osservatorio indipendente di Bologna. E basta aprire il sito dell'Osservatorio per restare senza fiato. "Si continua a non far nulla", è la denuncia di Claudio Soricelli, che ha fondato l'Osservatorio e che ogni giorno posta sul suo blog notizie, commenti, analisi e lettere aperte. Quasi un inviato di guerra. "Il 20% delle vittime attiene al settore dell'edilizia". La causa: quelle maledette cadute dall'alto. Nell'industria i morti sono il 7,6% sul totale. Nell'autotrasporto il 5,9%. Ma nell'anno dell'Expo ad attirare l'attenzione è anche il dato che riguarda le vittime tra gli agricoltori.

Sono diciannove. Quindici dei quali sono stati schiacciati da un trattore. E la questione che si apre in termini si sicurezza su questi luoghi di lavoro è una voragine che riguarda anche le istituzioni. Soricelli, infatti, già negli scorsi mesi - ripetendo un triste rito che compie ogni anno  -  aveva scritto una lettera aperta agli esponenti del governo per segnalare, con l'avvio della stagione del raccolto, la parallela avanzata della strage nei campi italiani. "Chiedevamo a Renzi, Poletti e soprattutto Martina di fare una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo". Soricelli non nasconde l'astio: "Decine di apparizione televisive sull'Expo ma mai un attimo di solidarietà e un intervento a favore di questa categoria di lavoratori".

Una campagna informativa che dovrebbe partire ricordando che dal 28 febbraio al 31 dicembre 2014 sono morte schiacciate dalle ruote di un trattore 142 persone. Ancora Soricelli: "Chi ha sensibilità e cuore faccia qualcosa, avverta almeno l'amico, il parente, il conoscente che guida il trattore, che questo mostro uccide per tantissime cause. Di non far salire sul mezzo persone anziane o non in perfetto stato di salute, oltre che ragazzi e bambini". E proprio in vista dell'Esposizione Universale di Milano, Soricelli propone che all'inaugurazione  -  proprio il primo maggio, giornata internazionale del Lavoro - i presenti portino il lutto al braccio per testimoniare, davanti agli occhi del mondo, l'assenza di attenzione delle istituzioni italiane sul tema.

Attenzione che non può essere alta soltanto nell'occasione della Giornata nazionale delle vittime sui luoghi di Lavoro. Per questo, Soricelli si appresta a inviare al premier e ai ministri "una bottiglia di vino rosso in 152 esemplari - come le vittime del 2014 - che ho chiamato 'Sangue d'agricoltore schiacciato dal trattore'. Sperando che quest'anno non ne meritino un'altra". Un modo per far sì che il fatalismo non sia una condizione perenne per interpretare questa nuova e dolorosa "questione nazionale".
 
FONTE: Carmine Saviano (repubblica.it)