lunedì 30 maggio 2016

Iraq, forze irachene entrano a Falluja. L'Isis oppone resistenza. Nuovi attentati a Baghdad

Le forze irachene sono entrate a Falluja, la roccaforte dell'Isis vicino a Baghdad, nel tentativo di riconquistare la città: lo scrive il quotidiano britannico The Guardian. Un portavoce del servizio anti terrorismo ha detto che le truppe sono entrate da tre direzioni e stanno incontrando resistenza. Il comandante a capo dell'operazione, Abdelwahab al-Saadi, ha spiegato che la coalizione internazionale e l'aviazione militare irachena hanno fornito ai soldati protezione aerea.
"Le forze irachene sono entrate a Falluja sotto copertura aerea da parte della coalizione internazionale, della forza aerea irachena, dell'aviazione dell'esercito e appoggiate da artiglieria e carri armati", ha detto al-Saadi, spiegando che sono sul terreno le forze anti-terrorismo (Cts), agenti della polizia di Anbar e soldati dell'esercito iracheno. "Il Daesh oppone resistenza", ha aggiunto.
Solo poche centinaia di famiglie sono riuscite ad uscire dalla città prima dell'attacco: a Falluja secondo alcune stime si trovano ancora 50.000 civili e si teme che l'Isis li possa usare come scudi umani. Falluja è stata la prima città irachena a cadere nelle mani dell'Isis, nel gennaio 2014, sei mesi prima della dichiarazione del Califfato sul territorio conquistato in Iraq e in Siria.
Secondo al Jazeera, nella riconquista dei villaggi vicino Falluja sono stati uccisi diversi civili dalle milizie sciite alleate all’esercito iracheno. In particolare, combattenti della milizia sciita irachena Kataib al-Risali, che fa capo alle Unità di mobilitazione popolare (Pmu sciite) alleate dell'esercito iracheno nella lotta allo Stato islamico, sono accusati di aver ucciso 17 civili sunniti nel villaggio di al Karma, vicino Falluja. Secondo quanto denunciano fonti tribali sunnite locali all'emittente televisiva al Jazeera, la loro uccisione è avvenuta subito dopo la conquista del villaggio nell'ambito dell'offensiva contro lo Stato islamico per la riconquista di Falluja. I 17 civili uccisi, accusati dalle milizie sciite di far parte del gruppo jihadista, erano stati sequestrati insieme ad altre 56 persone e portati ad al Rashar, a nord-est di al Karma. Le tribù sunnite temono che le milizie sciite possano compiere ad al Anbar le stesse violenze compiute nella regione di Diyala. Le milizie al Risali fanno capo al deputato sciita.
Baghdad, intanto, l’Isis ha colpito ancora con nuovi attentati. È di oltre 20 morti e almeno 40 feriti il bilancio di tre attentati che nelle ultime ore hanno scosso la capitale irachena, mentre prosegue l'offensiva delle forze filogovernative per riprendere la poco distante Falluja, ancora nelle mani del sedicente Stato Islamico (Is). Il più grave degli attentati compiuti è avvenuto nel quartiere sciita di Shaab, nella zona nord di Baghdad, dove un'autobomba ha provocato 12 morti e più di 20 feriti. Altre sette persone hanno perso la vita e 19 sono rimaste ferite da un'altra autobomba a Tarmiya, sobborgo a maggioranza sunnita. Un ordigno fissato a una moto, infine, è esploso nel bastione sciita di Sadr City, uccidendo due persone e ferendone altre sette.
FONTE: huffingtonpost.it

sabato 21 maggio 2016

Italiani pazzi per i jeans, minimo sei paia nell'armadio

ITALIANI PAZZI PER I JEANS, MINIMO SEI PAIA IN ARMADIO


Ricerca Cotton Usa sui pantaloni in denim brevettati da Levi's Strauss il 20 maggio 1873


Gli italiani sono pazzi per i jeans, li indossano sia per uscire e sia per andare al lavoro e in ogni armadio non mancano mai minimo sei paia. A rivelare la passione per i pantaloni in denim, che il 20 maggio festeggiano la nascita del brevetto del primo blue jeans Levi's Strauss (nato nel 1873), è una ricerca Global Lifestyle Monitor (osservatorio che su base biennale rivela i gusti dei consumatori) per conto di Cotton Usa, brand che rappresenta il cotone americano. Dal sondaggio, condotto su un campione di 1.002 persone tra i 15 e i 54 anniintervistate online tra novembre 2015 e gennaio 2016, si scopre che oltre la metà, ovvero il 51% degli italiani indossa i jeans per fare shopping e uscire nel tempo libero, mentre quasi la metà,  il 45% degli intervistati li mette durante la giornata lavorativa. In Italia lo stile informale sul posto di lavoro non è più confinato solo al cosiddetto casual friday, al contrario per esempio del Regno Unito, dove solo il 16% li sfoggia anche in ufficio.
    L'armadio degli italiani rispecchia l'amore per i jeans: in media ne hanno sei paia nel proprio guardaroba. Inoltre camicie e gonne in jeans sono i capi in denim preferiti dagli uomini e donne italiane che ne possiedono in media, più degli abitanti di Germania Regno Unito e Cina. Più in generale, il 52% degli italiani rivela d'indossare capi in denim regolarmente e quasi la metà, il 45% indossa jeans o shorts in jeans almeno 5 volte alla settimana, un trend consolidato rispetto ad esempio alla Germania (30%). Comfort, qualità e prezzo sono decisivi nella scelta dei jeans da acquistare. L'osservatorio di Cotton Usa svela che 3 italiani su 4 fanno shopping con piacere, o addirittura amano fare acquisti regolarmente e il 34% preferisce comprare i vestiti rispetto a elettronica di consumo (23%) o scarpe (16%).
    Da dove prendono ispirazione gli italiani per le proprie compere? Dalle altre persone (70%), nei negozi (66%) e dai media, in particolare online (30%). Inoltre, gli uomini sono più propensi a farsi guidare nella scelta dalle proposte dei siti di e-commerce (71%) rispetto alle donne (53%). Ma queste sono più propense ad acquistare abbigliamento online rispetto agli uomini. In generale per gli italiani, i fattori più importanti nella scelta di acquisto sono comfort (91%), qualità (91%) e prezzo (90%), mentre il brand è importante per meno del 50% degli intervistati. Il 95% dei consumatori italiani fa shopping durante i saldi o in presenza di particolari promozioni e più di 1 su 3 è disposto a sacrificare la qualità degli abiti se il costo è inferiore: entrambi i trend sono in crescita rispetto a 8 anni fa. Trovare capi eco-friendly è importante per il 57% degli italiani, soprattutto per gli over35, che ritengono il cotone la fibra più sicura per l'ambiente (70%) seguita da lana (69%) e seta (65%). Il cotone è considerato la fibra più autentica dall'85% degli intervistati, la più affidabile e la più sostenibile dall'80%. Inoltre, 9 italiani su 10 dichiarano di controllare l'etichetta prima di acquistare un capo. (ANSA).




giovedì 12 maggio 2016

Ritrovate in Ucraina le 17 tele rubate al museo di Verona


Opere di autori di grande valore: Tintoretto, Rubens, Mantegna e Pisanello

La pista giusta, nei paesi dell’Est Europa, l’avevano individuata subito gli investigatori italiani. E dopo sei mesi la caccia ai 17 capolavori rubati a novembre 2015 dal Museo di Castelvecchio a Verona ha dato i suoi frutti. Le opere di Tintoretto, Rubens, Mantegna, Pisanello e altri autori di grande valore sono state recuperate in Ucraina, grazie ad un lavoro in sinergia tra Polizia, Carabinieri e polizia locale. 

Il recupero è avvenuto il 6 maggio, ma l’annuncio l’ha dato stasera il comandante della polizia di frontiera ucraina, Viktor Nazarenko. I quadri sono stati ritrovati nella regione di Odessa e stavano per essere portati in Moldova. Esattamente dove, da mesi, stavano lavorando gli investigatori italiani, coordinati dalla Procura di Verona. Sono stati compiuti nuovi arresti - non se ne conosce ancora il numero esatto -, che si aggiungono alle 13 persone già raggiunte dai provvedimenti restrittivi emessi dalla Procura scaligera il 15 marzo scorso. 

«È un grande giorno, ora presto le opere torneranno al Museo di Castelvecchio a Verona» ha commentato a caldo il ministro dei beni culturali, Dario Franceschini, mentre il sindaco Flavio Tosi ha potuto tirare «un grande sospiro di sollievo, perchè un pezzo importantissimo di Verona - ha sottolineato - può tornare ai cittadini veronesi e a tutto il mondo». Entrambi, e come loro ha fatto il governatore veneto, Luca Zaia, hanno ringraziato Polizia, Carabinieri e Procura veronese per il grande lavoro svolto in sinergia. 

FONTE: lastampa.it


sabato 7 maggio 2016

Irpef giù per i redditi medi, ipotesi taglio da 3 miliardi


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Il cantiere è aperto. Dopo le parole di Matteo Renzi sulla necessità di «ridurre le fasce fiscali», che in Italia sono cinque, tra Tesoro e Palazzo Chigi si inizia a ragionare sui meccanismi per abbassare l’Irpef. L’intenzione, dopo il bonus di 80 euro destinato ai redditi più bassi, è quella di concentrarsi sulla classe media, sui redditi che vanno dai 28 mila ai 55 mila euro. Una delle ipotesi alle quali si ragiona, soprattutto al ministero dell’Economia, sarebbe quella di ridurre di un punto percentuale due aliquote: quella del 27% che scatta a 15 mila euro di reddito, e quella del 38% che invece scatta superati i 28 mila euro di reddito. Il vantaggio di questa misura sarebbe quello di avere un costo limitato per le casse dello Stato, circa 3 miliardi di euro. Il mini ritocco delle aliquote Irpef potrebbe essere quindi facilmente finanziata rimandando di un anno l’abbattimento dal 27,5% al 24% dell’Ires sulle imprese, misura inserita nella scorsa legge di Stabilità ma che scatterebbe solo il primo gennaio del prossimo anno. Il punto debole di questo schema è l’impatto. Sulle buste paga dei contribuenti, la riduzione fiscale si farebbe sentire poco.

FONTE: Andrea Bassi e Luca Cifoni (ilmessaggero.it)

domenica 1 maggio 2016

Bimba violentata e uccisa a Caivano, il pm: "Così abbiamo fatto parlare i piccoli"

"Se non si interviene in maniera decisa nella bonifica delle periferie, in quelle di Napoli ma anche in quelle dell’area casertana, si rischia di assistere ad altre tragedie come quelli del Parco Verde di Caivano. Quello non è un fatto isolato, ma è il segnale di un degrado diffuso. Dobbiamo farcene tutti carico, altrimenti la sconfitta è inevitabile". A parlare è Francesco Greco, procuratore di Napoli Nord, l’ufficio competente su un territorio che va da alcuni grandi centri della provincia di Napoli a paesi del Casertano in cui la camorra è radicata, come Casal di Principe, Casapesenna o Villa Literno. In carriera dal ’77, Greco è stato procuratore vicario a Napoli. Ha fatto parte della Direzione distrettuale antimafia, poi è stato uno dei magistrati di punta nelle più delicate inchieste di Mani pulite in Campania.
Nella vicenda di Fortuna, quello che colpisce di più è la diffusa omertà per quasi due anni.
«Un’omertosa indifferenza unita a una criminale connivenza».
Procuratore, non sembra sorpreso.
«Il contesto è quello di un’area a forte presenza camorristica dove l’omertà è la regola».
FONTE: quotidiano.net