domenica 4 novembre 2012

Spiagge: “Balneari: il governo chiarisca cosa vuole fare”


“In assenza di valide spiegazioni chiediamo al parlamento italiano l’immediata revoca della delega al governo per la disciplina in materia. E’ stato un dialogo tra sordi l’incontro del 10 ottobre scorso? E quello del 23 febbraio anche?”

Ostia – Ancora tensioni tra i balneari e l’Unione europea. E forse, soprattutto, grandissima confusione tra quello che il governo fa e promette e gli imprenditori balneari, in attesa di un decreto legislativo a tutela delle 30.000 imprese italiane. Tanto che le associazioni chiedono la revoca al governo per la materia “negligentemente esercitata”. Se ne verrà mai fuori? La situazione è complessa. E i balneari sono stanchi di impegni, incontri e promesse.

In particolare, desterebbero perplessità “i reali motivi del preannunciato incontro con la commissione europea da parte dei ministri Piero Gnudi e Enzo Moavero Milanesi sulla questione della messa all’asta delle imprese, diffusi oggi da un autorevole quotidiano economico”.

“Se confermati o comunque non smentiti”, sostengono in una nota congiunta i sindacati di categoria Sib - Confcommercio, Fiba – Confesercenti e Assobalneari Italia – Confindustria in rappresentanza di 30.000 imprese balneari italiane, “costituirebbero una grave scorrettezza nei confronti delle istituzioni italiane (Regioni, Provincie e Comuni), oltre che nei riguardi delle imprese balneari italiane che, da tempo, hanno chiesto, inutilmente, l’apertura del tavolo di elaborazione del decreto legislativo per la nuova disciplina delle concessioni demaniali marittime così come promesso dai due ministri nell’incontro del 23 febbraio 2012”.

“A meno che tali non si vogliano considerare gli incontri del 23 febbraio e del 10 ottobre scorsi nei quali oltre 50 persone, in rappresentanza di imprese, regioni, province, comuni, parlamentari italiani ed europei, si sono riuniti intorno ad un tavolo, in un dialogo tra sordi, nel quale ognuno ha portato avanti la propria posizione senza alcun confronto di merito”.

Eppure, secondo le associazioni di categoria, questo sarebbe “oltremodo grave nei confronti del parlamento italiano che si è più volte espresso, all’unanimità, come nell’odg del senato il 5 maggio 2011, per una tutela delle imprese balneari attualmente operanti attraverso principi e meccanismi che non sono stati, in alcun modo, raccolti nella bozza di decreto legislativo elaborato, nella più totale segretezza, da parte del ministero degli affari regionali”.

Sarebbe, infine, in contrasto con la risoluzione approvata all’unanimità dal parlamento europeo in data 27 settembre 2011 che ha chiesto l’adozione da parte degli Stati di adeguate “misure compensative” a tutela dei diritti delle imprese balneari.

“A questo punto, in assenza di una chiara ed inequivocabile smentita, riteniamo doveroso chiedere al parlamento italiano l’immediata revoca della delega al governo per la disciplina della materia, concessa con la legge n. 217 del 15 dicembre 2011, e così negligentemente, dallo stesso, esercitata”, è l’estrema richiesta dei balneari.

FONTE: Maria Grazia Stella (ostiatv.it)

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