Per i lavoratori 5 miliardi di tasse in meno in 3 anni. Alfano: finita fase antibiotici, ora vitamine. La Cgil: manca equità
Via i tagli alla sanità e meno tasse per lavoratori e imprese. E' quanto prevede la legge di Stabilità, le cui linee guida sono state illustrate da Enrico Letta in una conferenza stampa durante una pausa del Consiglio dei ministri.
«Per la prima volta da tempo siamo riusciti a fare una legge di Stabilità dove i conti quadrano senza aumentare le tasse e senza tagli al sociale e alla sanità», ha detto il premier, annunciando anche che non ci saranno tagli alla sanità, come previsto invece dalle bozze circolate negli ultimi giorni.
«Questa manovra rafforza il potenziale di crescita economica e dà nuovo stimolo alla ripresa», ha detto il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni.
Con le misure prese con la legge di stabilità ci sarà un calocomplessivo delle tasse nel triennio dal 44% «al 43,3%», un calo delle tasse «che per famiglie e imprese comincia subito», ha detto il premier sottolineando che l'intervento complessivo per il 2014 è di 11 miliardi e mezzo.
«Per i lavoratori nell'arco del triennio ci sarà una riduzione delle tasse di 5 miliardi di euro», ha detto ancora Letta. Arriva una «riduzione di tasse per le imprese di 5,6 miliardi con una curva crescente nell'arco del triennio», ha continuato il premier sottolineando che «c'è una significativa riduzione delle tasse per famiglie, lavoratori ed imprese. Siamo convinti e speriamo di fare di più in prospettiva». Con la legge di stabilità arriva poi 1 miliardo di "sconti" per per le ristrutturazioni edilizie e l'eco bonus e il rifinanziamento di 1,6 miliardi per il fondo di garanzia per le piccole imprese.
Nella legge di stabilità «non c'è» l'aumento dell'aliquota delle rendite finanziarie, ha precisato il premier, che ha però parlato di un ritocco dei bolli per la tenuta dei depositi titoli.
«Entro fine anno il governo metterà in campo una serie di privatizzazioni che porteranno la riduzione del debito pubblico per il 2014, 2015, 2016», ha poi sottolineato Letta.
«Abbiamo mantenuto impegni con Bruxelles, siamo usciti dalla procedura di deficit eccessivo. E oggi duplice premio: per prima volta è la prima legge di stabilità che non comincia con sforbiciata di tagli di nuove tasse che servono per Bruxelles», ha sottolineato ancora il premier. «La Legge di stabilità è fatta per forza di cose di due tempi: oggi e il passaggio parlamentare. Abbiamo dovuto correre e ci saranno aggiustamenti che per forza di cose saranno messi a punto».
«Abbiamo rispettato la data 15 del ottobre benchè le tensioni politiche che ci sono state nel mese scorso hanno reso non semplicissimo il nostro lavoro ma abbiamo corso e oggi approveremo la legge di stabilità», ha aggiunto Letta. «Il 2 ottobre eravamo nel rodeo, correndo siamo arrivati qui, l'impianto potrà essere migliorato in Parlamento ma è molto importante».
Si torna a votare solo di domenica. Nella legge di stabilità si prevede lo «stop» a quella che è una «anomalia italiana»: alle elezioni si voterà in un giorno solo, di domenica, e non in due. Lo ha annunciato il premier parlando di un risparmio di 100 milioni.
«È finita la fase degli antibiotici, ora iniziata la fase delle vitamine», ha affermato il ministro dell'Interno e vice premier, Angelino Alfano. «Abbiamo scelto una ricetta di politica economica che riteniamo la migliore: riduzione della spesa pubblica, del debito e delle tasse».
Niente tagli alla sanità. Per la prima volta negli ultimi 10 anni, come sottolinea subito il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, non si batte cassa con il Servizio sanitario nazionale per recuperare risorse da mettere nella legge di stabilità. Una boccata di ossigeno che adesso permette di guardare al futuro, commentano a caldo le Regioni, anche perché, come dice con orgoglio sempre il ministro, così si è «messa in sicurezza la salute degli italiani per i prossimi anni» e adesso ci sono «le basi per fare una buona sanità». «I due miliardi di ticket sono coperti», ha poi assicurato Lorenzin.
Le prime indicazioni sulla Legge di Stabilità «non convincono» la Cgil secondo la quale nel provvedimento presentato questa sera «manca un chiaro segnale di equità e chiare indicazioni in direzione di ridistribuzione del reddito». Lo fanno sapere dalla Cgil.
FONTE: ilmessaggero.it
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