Dallo spazzaneve all’auto: i punti oscuri dell’omicidio. E spunta un altro testimone chiave
A quattro giorni dall’omicidio dell’ oppositore Boris Nemzov, ucciso con quattro colpi di pistola alle spalle mentre passeggiava con la sua giovane fidanzata ucraina sul ponte Bolshoi Moskvoretski, vicino al Cremlino, sono ancora molti i buchi neri dell’inchiesta. Mentre i pochi indizi trapelati non bastano ad accreditare una pista precisa.
LE TELECAMERE
È il mistero principale. Finora è stato diffuso un unico video grazie a una telecamera dell’emittente moscovita Tvcenter, che la usa abitualmente per far vedere il panorama come sfondo prima o durante i tg e che ha fornito solo immagini a bassa definizione. Difficile pensare che con le moderne tecnologie la polizia non sia riuscita a ingrandirle e a renderle più nitide. Ma soprattutto si stenta a credere che nessuna delle altre videocamere della zona più sorvegliata del Paese abbia registrato la scena del delitto. Oggi alcuni media avevano riferito che alcune delle telecamere erano spente «per riparazione», ma il Comune ha assicurato che quelle del proprio circuito funzionavano perfettamente. L’Fso, il servizio federale per la tutela delle alte cariche statali, ha però precisato che le proprie videocamere non hanno ripreso la sparatoria perché puntate solo verso il Cremlino e il suo perimetro.
LO SPAZZANEVE
E’ uno dei `gialli´ del delitto. Il suo passaggio copre il momento clou nelle uniche riprese diffuse, anche se consente di ipotizzare che il killer attendeva la coppia sul ponte, forse sulle scale, e lo mostra mentre sale a bordo di un’auto chiara che sopraggiunge con grande tempismo. Finora nessuna informazione sull’identità del conducente dello spazzaneve e sull’eventuale interrogatorio di questo possibile testimone chiave.
LA FIDANZATA
Uno degli interrogativi è perché il killer abbia risparmiato la fidanzata, Anna Duritskaya, che potrebbe essere un teste chiave, anche se finora continua a ripetere di non aver visto il sicario perché tutto è accaduto alle sue spalle. La polizia continua peraltro a interrogarla.
LA PISTOLA E I BOSSOLI
Gli investigatori hanno rinvenuto almeno sei bossoli calibro 9 (quattro i proiettili che hanno colpito Nemzov) di diversa produzione sparati da una pistola semiautomatica Makarov, a lungo in dotazione alle forze armate russe. Un’arma molto comune nel Paese che ha firmato vari delitti politici, compreso quello di Anna Politkovskaia
L’AUTO
Inizialmente la polizia cercava una Ford Focus o Ford Mondeo bianca, poi alcuni media hanno indicato una Lada Vaz-21102 color argento, con targa caucasica (prima dell’Inguscezia, quindi dell’Ossezia del nord).
COINCIDENZE, ANALOGIE E MESSAGGI
A parte l’arma e la targa di una possibile pista caucasica, che rievocano il delitto Politkovskaia, ci sono vari `segni´ da decifrare secondo gli esperti: la sfida del luogo, ossia in faccia al Cremlino, la scelta di tempo, alla vigilia di una marcia anti-Putin, la presenza della fidanzata, una modella ucraina di 23 anni, che ha lasciato adito a pettegolezzi sulla vita privata di Nemzov e a speculazioni su una pista legata non solo a vendette per gelosia ma anche al conflitto ucraino.
ALTRI TESTIMONI
C’è almeno un secondo testimone chiave, ma la polizia mantiene il massimo riserbo. Nell’unico video disponibile si vedono inoltre alcuni automobilisti e passanti che si fermano un attimo e poi si dileguano.
NESSUNA SORVEGLIANZA FSB?
«E’ quasi escluso che Nemzov non sia stato oggetto di sorveglianza» da parte dei servizi segreti a 2 giorni dalla protesta di piazza: a lanciare questo sospetto è infine il blogger anti-Putin, Alexiei Navalni.
FONTE: repubblica.it
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