mercoledì 30 aprile 2014

Ecco la mappa del reddito italiano I più ricchi vivono a Milano e Roma

reddito italiano medio 630x464 Reddito pro capite in Italia: regioni ricche e regioni povere

L’ingegnere Morelli ha elaborato i dati diffusi dal ministero dell’ Economia. Il risultato: un grafico interattivo sulla ricchezza pro capite comune per comune

Comune per comune, ecco la mappa del reddito dei cittadini italiani: a realizzarla, elaborando i dati del ministero dell’Economia, Franco Morelli, 40 anni, di Ravenna, ingegnere informatico di professione e «civic hacker» per passione. «Per me lavorare incomprensibili elenchi di cifre e riuscire a trasformarli in indicazioni semplici e chiare a tutti è un buon modo per aiutare le persone a informarsi - racconta Morelli, che ha pubblicato la mappa sul suo blog «Opendatabassaromagna» -. L’interesse per gli open data è nato per aiutare il mio territorio, la Bassa Romagna, che comprende alcuni comuni in provincia di Ravenna, ma a volte mi capita di dedicarmi anche a progetti che provano a raccontare meglio il Paese, come in questo caso». 

Per realizzare la mappa Morelli è partito dal data set che raccoglie le denunce dei redditi Irpef del 2012, da poco disponibile in formato open data: si tratta del reddito dichiarato, sia da lavoro autonomo che dipendente, e i risultati non tengono conto dell’evasione fiscale. In rosso si possono vedere i comuni dove il reddito è più basso della media nazionale, che è di circa 20mila euro lordi l’anno, mentre in verde sono evidenziati quelli superiori alla media. Inevitabile notare la differenza tra Nord e Sud Italia, le oasi verdi dei grandi capoluoghi come Milano e Roma, oltre a quelle dei comuni più vicini alle località turistiche. I primi cinque comuni super-ricchi sono Basiglio, con più di 48 mila euro l’anno, seguita da Campione d’Italia, che si ferma a 40mila, poi Cusago, Torre d’Isola, tutti in Lombardia, e al quinto posto Pino Torinese, in Piemonte. 

Ma non è finita qui: Morelli ha poi creato un secondo grafico, applicando ai dati il coefficiente di Gini, introdotto dallo statistico italiano Corrado Gini, una misura che consente di vedere com’è distribuita la ricchezza. «Se l’indice è zero, allora la ricchezza è distribuita in egual misura tra tutte le persone, più invece il coefficiente è vicino a uno, più sarà più facile trovare una disuguaglianza – spiega Morelli -. Ho creato un grafico di dispersione, così sono riuscito a individuare quali sono i luoghi dove la disparità è più evidente». 
Secondo lo studio dell’Ocse «Gini-Growing inequality impact», l’Italia è tra i Paesi che più registrano diseguaglianze di reddito, in Europa seconda sola a Regno Unito. 

Il nostro indice è pari allo 0,34, vale a dire che tra due cittadini italiani c’è in media una distanza di reddito disponibile pari al 34 per cento del reddito medio nazionale. Tra i comuni detiene il record di disparità Dambel, comune in provincia di Trento con 500 abitanti, dove la ricchezza è concentrata nelle mani di pochissimi. Scegliendo sul grafico pubblicato da Morelli una regione, si possono vedere quali sono i comuni dove l’indice è più vicino all’uno che allo zero: in provincia di Torino, ad esempio, spiccano per disparità Sauze d’Oulx e Claviere. 

«Con i dati dell’ultima fascia di reddito disponibile, cioè quella che supera i 120mila euro l’anno, ho poi individuato i luoghi dove vivono poche persone molto più ricche della media dei compaesani – spiega -. Al primo posto ci sono Lenno, in provincia di Como, poi Lajatico, in Toscana, dove risiede Andrea Bocelli. Poi Agordo, il quartiere generale in Veneto di Luxottica, e Tavullia, il paese marchigiano di Valentino Rossi». 
Morelli fa parte del gruppo di sviluppatori, funzionari pubblici e appassionati del blog «Spaghetti Open Data», dove mettono al servizio dei cittadini le loro abilità con database e software. E il loro manifesto non potrebbe essere più chiaro di così: «Pur con tutti i suoi difetti, la nostra democrazia è un grandissimo dono delle generazioni passate. Il minimo che possiamo fare, tutti insieme, è cercare di averne cura».

FONTE: Nadia Ferrigo (lastampa.it)

lunedì 28 aprile 2014

L'occhio del Grande Fratello su Roma Contro i reati telecamere su tutta la città


La sala operativa all'Ostiense (Omniroma)

Il colonnello Salvatore Luongo è reduce da un fine settimana ad alta tensione, con la Capitale invasa da un milione di pellegrini per le celebrazioni dei due papi santi. 

Per lui, che è al timone del comando provinciale dei Carabinieri di Roma da ottobre, il bilancio è lusinghiero. E approfitta per parlare dei problemi della sicurezza a Roma, la cui gravità è stata sottolineata dal ministro dell’Interno, Alfano, in una recente intervista sul Messaggero.

Comandante Luongo, quante persone sono state fermate durante la canonizzazione?
«Abbiamo effettuato migliaia di controlli in tutto il week-end. Abbiamo avuto oltre 30mila segnalazioni, di media 11mila al giorno. Gli arresti per borseggio e rapine sono raddoppiati: da venerdì a domenica abbiamo effettuato 28 arresti più 24 denunce in stato di libertà. Sono stati fermati per furto anche 40 rom minori e non imputabili ».

Come rafforzare la sicurezza a Roma?
«Come ha spiegato il ministro Alfano, è necessario un sistema di videosorveglianza. Io l’ho sperimentato a Milano, dove sono stato Comandante provinciale e il progetto ha funzionato. Anche Roma oggi ne ha bisogno».

In che modo la videosorveglianza può essere utile?
«Si tratta di uno strumento che può essere decisivo. I casi di cronaca in cui i criminali sono stati fermati grazie alle telecamere non mancano. É sufficiente collegare in rete le videocamere elettroniche presenti in città, pubbliche e private, attraverso un sistema integrato che unisca la prevenzione in strada e i mezzi tecnologici».

Quando sarà pronto il piano?
«Il Comitato per l’ordine e la sicurezza si è già riunito due volte per definire le strategie con cui affrontare le emergenze segnalate dal ministro dell'Interno. L’obiettivo è contrastare i reati predatori e concentrarsi su temi come movida, abusivismo e spaccio».

I cittadini di Roma si sentono meno sicuri?
«La percezione di sicurezza nei cittadini è diminuita anche perché l’andamento dei delitti dal 2010 al 2013 è tendenzialmente in aumento. Ma già nel 2014, anche se i dati hanno necessità di essere validati, si registra un calo generale dei reati, pur rimanendo in crescita i furti di strada e presso gli esercizi commerciali. Per essere più efficaci dobbiamo studiare il fenomeno del furto non solo sotto l'aspetto della prevenzione. Bisogna intercettare il momento aggregativo della commissione dei furti ma anche quando si cerca di ricettare il bene asportato».

Torniamo alla Canonizzazione. Quali i pericoli maggiori?
«Borseggi, furti, rapine. Spesso messi in atto da stranieri. Per questo abbiamo schierato militari anche con esperienza internazionale. Solo i Carabinieri hanno messo in campo 4mila uomini e le nostre stazioni sono rimaste aperte 24 ore su 24».
È aumentata anche la presenza dei malviventi?
«Ritengo di si , i fatti ci dicono che sono arrivati a Roma da tutte le zone d'Italia per questo appuntamento. I borseggiatori sono aumentati del 20 per cento così come i mendicanti in strada. Poi c'è l'aspetto dell'abusivismo commerciale: abbiamo controllato 45 esercizi contravvenzionandone 23 per violazioni varie».

Che maggio ci aspetta?
«Sarà un mese molto impegnativo. Giovedì primo maggio avremo il concerto a San Giovanni, il 3 all'Olimpico è in programma la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. Siamo in prima linea per evitare tensioni tra le tifoserie. Poi sono attese altre manifestazioni nella Capitale. Non si escludono, al momento, ulteriori iniziative dei movimenti per la casa».

FONTE: Lorenzo De Cicco (ilmessaggero.it)

domenica 27 aprile 2014

LA PROCLAMAZIONE DI PAPA FRANCESCO: RONCALLI E WOJTYLA SONO SANTI


Due papi santi in un solo giorno: cresce l'attesa

Un boato, una grande ovazione della piazza ha accolto la formula con cui papa Francesco ha proclamato santi Giovanni XXIII eGiovanni Paolo II.
 
BERGOGLIO: "WOJTYLA È STATO IL PAPA DELLA FAMIGLIA"«Giovanni Paolo II è stato il Papa della famiglia. Così lui stesso, - ha ricordato Bergoglio - una volta, disse che avrebbe voluto essere ricordato, come il Papa della famiglia».


SANTI I 2 PAPI DEL «CORAGGIO» Due «uomini coraggiosi», che «hanno dato testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio, della sua misericordia». E che pure «hanno contribuito in maniera indelebile alla causa dello sviluppo dei popoli e della pace». È con queste parole che papa Francesco ha innalzato oggi due nuovi santi alla venerazione della Chiesa universale: due dei Papi più grandi dell'ultimo secolo, Giovanni XXIII, il «padre» del Concilio, e Giovanni Paolo II, il grande «missionario» della fede.


Bergoglio li ha canonizzati oggi nella messa concelebrata in Piazza San Pietro con un altro Pontefice, il Papa emerito Benedetto XVI, e con 850 tra cardinali e vescovi. Grande l'ovazione degli 800 mila pellegrini - 500 mila in Piazza San Pietro e Via della Conciliazione e altri 300 mila nelle altre aree di Roma allestite con maxi-schermi - al momento della formula con cui Bergoglio ha proclamato la santità dei due grandi predecessori, con scene anche di forte commozione.
 
In lacrime i pellegrini polacchi e bergamaschi: campane a festa a Sotto il Monte, paese natale di Roncalli, festa dei fedeli anche a Cracovia, la diocesi di Wojtyla. Per papa Francesco, i santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, oltre ad aver avuto «il coraggio di guardare le ferite di Gesù, di toccare le sue mani piagate e il suo corpo trafitto», «hanno collaborato con lo Spirito Santo per ripristinare e aggiornare la Chiesa secondo la sua fisionomia originaria. La fisionomia che le hanno dato i santi nel corso dei secoli». Secondo Bergoglio, infatti, «sono proprio i santi che mandano avanti e fanno crescere la Chiesa». Papa Roncalli, ha proseguito, nella convocazione del Concilio «ha dimostrato una delicata docilità alla Spirito Santo».
 
Karol Wojtyla, invece, è stato «il Papa della famiglia», come lui stesso voleva essere ricordato. E Francesco - «mentre stiamo vivendo un cammino sinodale sulla famiglia e con le famiglie», un cammino che «sicuramente dal Cielo» Giovanni Paolo II «accompagna e sostiene» - ha chiesto «che entrambi questi nuovi santi pastori del popolo di Dio intercedano per la Chiesa affinchè durante questi due anni di cammino sinodale, sia docile allo Spirito Santo nel servizio pastorale alla famiglia». In altre parole, così come Giovanni XXIII era stato «docile allo Spirito Santo» nel convocare il Concilio, aprendo così la maggiore fase di rinnovamento del cattolicesimo mondiale, così oggi la Chiesa, per Bergoglio, dev'essere «docile allo Spirito Santo» nell'affrontare la pastorale familiare: una ulteriore esortazione al «coraggio» e alla capacità innovativa - e si potrebbe dire «conciliare» - nell'affrontare anche scogli spinosi oggi fortemente dibattuti, come ad esempio quello dei sacramenti ai divorziati risposati.
 
Presenti alla cerimonia sul sagrato vaticano un centinaio di delegazioni ufficiali, con 34 fra capi di Stato e di governo, compresi il presidente Giorgio Napolitano e il premier Matteo Renzi, con le rispettive consorti. All'inizio e alla fine della messa, il Papa è andato a salutare e a stringere le mani a Ratzinger, seduto sul lato sinistro - in paramenti liturgici - nel quadrante dei cardinali e dei vescovi. Le reliquie di Roncalli (un pezzetto di pelle) sono state portate all'altare da don Ezio Bolis, direttore della Fondazione Giovanni XXIII mentre i nipoti del «Papa buono» avevano portato le lampade.
 
Quelle di Wojtyla (una piccola ampolla con il sangue) dalla seconda «miracolata», la costaricana Floribeth Mora Diaz, mentre la prima, la suora francese Marie Simon-Pierre, ha letto una delle preghiere dei fedeli. Nel Regina Caeli al termine della messa, oltre a ringraziare le autorità, Bergoglio ha ricordato che i due Pontefici «hanno contribuito in maniera indelebile alla causa dello sviluppo dei popoli e della pace».
 
Il Pontefice ha poi salutato le delegazioni ufficiali sul sagrato vaticano. Molto cordiale la stretta di mano con Napolitano, con cui ha scambiato alcune battute. Nel primo pomeriggio, con un lunghissimo serpentone di folla, è subito iniziata la venerazione dei fedeli sulle tombe dei due nuovi santi, all'interno della basilica vaticana.

FONTE: leggo.it

venerdì 25 aprile 2014

La crisi affossa l'artigianato: perse 75mila imprese


I dati eleborati dalla Cgia dicono che negli ultimi cinque anni hanno chiuso i battenti 75.500 artigiani: di queste poco meno di 12mila operavano nel nord est. I settori più colpiti sono stati le costruzioni e i trasporti



Se nel primo trimestre di quest'anno si registra qualche timido segnale di ripresa, la situazione maturata in questi ultimi cinque anni di crisi economica è stata drammatica: l'Italia ha perso 75.500 imprese artigiane. Di queste, poco meno di 12.000 operavano nel "ricco" nord est. I numeri, dice la Cgia di Mestre, fotografano "una situazione pesantissima che consente di dire che l'artigianato è stato il comparto più colpito dalla recessione che si è abbattuta in questi anni nel Paese". Le costruzioni, i trasporti e il manifatturiero (metalmeccanica, tessile, abbigliamento e calzature) sono stati i settori che hanno segnato le performance più negative.

"Drastica riduzione dei consumi delle famiglie, forte aumento sia delle tasse sia del peso della burocrazia e la restrizione del credito - segnala Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - sono tra le cause che hanno costretto moltissimi artigiani a gettare la spugna. Non potendo contare su nessun ammortizzatore sociale, dopo la chiusura dell'attività moltissimi artigiani non hanno trovato nessun altro impiego e sono andati ad ingrossare il numero dei senza lavoro, portandosi appresso i debiti accumulati in questi anni e un futuro tutto da inventare".

FONTE: repubblica.it

giovedì 24 aprile 2014

Caso Marò, l’annuncio del governo Al via procedura internazionale»

I marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone in una foto d’archivio (Ansa)

Audizione in Senato dei ministri degli Esteri e della Difesa: «Esaurito il ruolo di De Mistura: ora si apre una nuova fase»

«Abbiamo deciso di far rientrare a Delhi l’ambasciatore italiano, Daniele Mancini» per seguire «la nuova fase» decisa dall’Italia sul caso con l’avvio della procedura internazionale. Così, durante l’audizione in Senato, il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha annunciato che per la soluzione del caso dei due maro’ (detenuti in india in attesa del processo per l’accusa di omicidio di due pescatori durante un’operazione anti-pirateria) «si apre la procedura internazionale».

«Una nuova strategia»
Anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, intervenendo all’audizione al Senato ha sottolineato che il «governo lavora unito sul tema, che è essenziale». Si tratta di una «precisa strategia condivisa con il Parlamento che poggia sull’internazionalizzazione della vicenda», ha spiegato Pinotti. «Trattenere due militari per oltre due anni è inaccettabile per noi, così come per i nostri partner internazionali e abbiamo ottenuto il loro sostegno» per la soluzione della vicenda. Il ministro ha ribadito da parte italiana il rifiuto della giurisdizione indiana: «A oltre due anni dall’incidente, a fronte di un atteggiamento indiano dilatorio ed evasivo, manca ancora un atto di accusa», ha ricordato il ministro, secondo il quale i due maro’ erano tutelati dalla «immunità funzionale». «Si tratta di militari che stavano svolgendo il loro compito in missione, il giudizio in India non è una strada percorribile. Per i militari in missione esistono norme che riguardano il giudizio, in caso di errori o manchevolezze», ha aggiunto Pinotti, «tutte le volte che approviamo missioni internazionali decidiamo le norme sulla giustizia militare e le normative giurisdizionali».

«Finito il ruolo di De Mistura, ora collegio di esperti»
Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha spiegato inoltre che la nuova fase decisa dall’Italia sul caso maro’, con l’avvio della procedura internazionale, «esaurisce quella in cui ha operato Staffan de Mistura che voglio ringraziare a nome del governo per la dedizione e l’instancabile impegno con cui ha seguito la vicenda». Mogherini ha sottolineato che, esaurito il ruolo del commissario straordinario, «servono figure nuove, stiamo definendo un collegio di esperti, sotto la guida di un coordinatore» per seguire la nuova fase, ha aggiunto il capo della diplomazia.


La nuova fase
«Il 18 aprile scorso l’Italia ha inviato una nota verbale alle autorità indiane, la quinta in due mesi, ricevuta da Delhi il 21 aprile, in cui si riconferma il richiamo all’immunità funzionale» dei due fucilieri di marina e al «diritto internazionale», ha spiegato Mogherini ricordando che «dopo due anni c’è ancora una divergenza sulla giurisdizione. Divergenza che ho potuto constatare anche all’Aja il 25 marzo scorso». Con la nota «chiediamo l’avvio di un exchange of views (uno scambio di vedute) sulla disputa e il ritorno dei maro’ in Italia. Nel caso in cui non si raggiungesse in tempi ragionevoli, per questa via, una soluzione accettabile, si ricorrerà a strumenti internazionali di risoluzione delle dispute in base alle norme internazionali», ha aggiunto il ministro aprendo quindi la strada all’arbitrato internazionale. «Questo apre una fase nuova», ha sottolineato il capo della diplomazia italiana intervenendo, con il ministro della Difesa Roberta Pinotti, a un’audizione delle commissioni estere congiunte di Camera e Senato a Palazzo Madama.

FONTE: corriere.it

mercoledì 23 aprile 2014

Epatite C, finalmente c'è la cura. Ma non i soldi per pagarla a tutti


Al simposio di Londra l'interrogativo dominante è sul dilemma dei costi e della sostenibilità dei sistemi santitari. Finanziare globalmente la terapia antiepatite prosciugherebbe i fondi destinati ad altre patologie. La questione dell'accessibilità tra Regioni e in Europa per limitare i viaggi della speranza

"ORA possiamo guarire i nostri malati, finalmente ". "Ma i soldi per le nuove cure non ci sono, costano sino a 100 mila euro a paziente". "Un miracolo: trenta anni fa davo solo sentenze di morte ai pazienti, poi riuscivo a salvarne qualcuno, se sopravviveva ai farmaci". "Ma se li curiamo tutti, come ci impone il giuramento d'Ippocrate, mancheranno i soldi per il cancro, l'infarto e le altre malattie". "È una rivoluzione scientifica ... ma chi salviamo prima?". "Quanto costa ora un malato di epatite C?".

Sono i brandelli dei dibattiti che si colgono passando tra i capannelli in cui si aggregano i 10 mila delegati, tutti specialisti delle malattie del fegato, quando sciamano dal buio delle enormi aule dell'International Liver congress di Londra della scorsa settimana. I più emozionati sono i medici anziani. 

Trent'anni fa lo sgomento per lo scontro con una nuova infezione del fegato. La "vecchia" epatite A faceva diventare gialli e guariva da sola in pochi mesi. La nuova invece assomigliava alla B, scoperta poco prima e per la quale non c'era cura. Anche il nuovo virus lavorava in silenzio per decenni. L'infezione si scopriva, e si capiva che quella persona era pure contagiosa, quando, in alcuni di questi malati, il fegato non disintossicava più il sangue (l'insufficienza epatica) e si riduceva a un piccolo ammasso indurito di cicatrici (la cirrosi). 

L'intossicazione endogena spegneva il cervello di questi malati, ormai simili a rane per la pancia gonfia di acqua e gli arti sottili, senza più muscoli. Oppure partiva un cancro nel fegato. Diagnosticare l'epatite C era un incubo anche per i medici. Oggi invece, dai megaschermi delle aule i dati delle sperimentazioni su migliaia di malati annunciano guarigioni ed eradicazione del virus, termini rari in medicina.

Il virus si scopre 25 anni fa e si battezza HCV (Hepatitis C Virus), il terzo a causare infezioni epatiche dopo lo A e il B. È meno aggressivo del B e quindi meno frequente il contagio per via sessuale, anche se la morte della pornostar Moana Pozzi ricorda che può avvenire. Si trasmette meglio per contatto sangue/sangue. Esplode tra i tossicodipendenti che riusano le siringhe. HCV però sopravvive ai sistemi di sterilizzazione allora in uso. Lo si scopre tardi: la maggior parte delle infezioni è da trasfusioni e per qualunque atto chirurgico o medico comporti anche piccoli sanguinamenti. Basta una iniezione intramuscolo, la bollitura della siringa di vetro e gli aghi che allora si riusavano non uccide l'HCV.

Per questo oggi abbiamo nel mondo 185 milioni di infettati (stime Oms di questo aprile) con 350 mila decessi l'anno. In Italia si ipotizzano 1,2 milioni di infetti di cui 200-300 mila hanno la cirrosi e 8 mila muoiono ogni anno. "Oggi i nuovi casi sono crollati - spiega Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive L. Spallanzani di Roma  -  Ma il rischio non è zero. Vanno usati strumenti "usa e getta", o scrupolose procedure di sterilizzazione per tatuaggi, piercing e altre pratiche in cui può verificarsi fuoriuscita di sangue". Come può succedere dall'estetista o dal podologo.

Le prime cure rallentavano l'evoluzione maligna. "Poi c'è stato l'Aids - ricorda Ippolito - E finanziamenti pubblici alla ricerca come non si erano mai visti prima, soprattutto americani, e ben coordinati, che hanno rivoluzionato la ricerca sulla malattie infettive e partorito cure efficaci per l'Aids. Il cui virus, l'HIV, è un parente stretto dell'HCV, e la strada verso la cura dell'epatite C è diventata un'autostrada".

In pochi anni la terapia si è arricchita di altri farmaci sempre più efficaci. La svolta quest'anno quando diventa disponibile negli Usa il sofosbuvir, il primo farmaco della nuova generazione e qui a Londra sono illustrati
i risultati dei nuovi farmaci simili. Guariscono il 96-100% dei casi a seconda del ceppo virale (ma arriveranno anche i farmaci per i pochi ceppi ora insensibili), effetti collaterali rari e lievi, la cura una pillola al giorno per 2-3 mesi non più anni di flebo sotto osservazione medica. Costo 84.000 dollari. Negli Usa il sofosbuvir si è già portato via 2,4 miliardi di dollari. Se il prezzo della nuova famiglia di farmaci in Europa sarà simile assorbirebbe sino alla metà dei 100 miliardi di euro del fondo sanitario italiano. Tutti i paesi europei si stanno ponendo il problema.

"Curiamo prima chi non può aspettare propone Graham Foster della Queen Mary University of London - Prima i trapiantati di fegato reinfettati e quelli che lo stanno per fare (in Italia circa 500 per anno n. d. r.), poi i cirrotici avanzati, poi quelli in fase iniziale. Ci sono anche le donne con l'HCV che vogliono avere un figlio. Poi tutti gli altri".

"Quale sia la scelta - si sentiva ripetere nei capannelli dei medici italiani - deve essere la stessa per le regioni italiane e per i paesi europei. A meno di innescare milioni di "viaggi della speranza" in Italia e in Europa".

FONTE: Arnaldo D'Amico (repubblica.it)

martedì 22 aprile 2014

VIAGGI, LA CLASSIFICA DELLE MIGLIORI SPIAGGE DEL MONDO



Un sogno a portata di spiaggia. Ecco un tour paradisiaco, attraverso alcune tra le più splendide distese di sabbia del pianeta, secondo la Top Twentyfive stilata da Tripadvisor, il noto portale web di viaggi.
 
Lo scettro va al Brasile con Baia do Sancho sull'isola Fernando de Noronha, un Eden in cui vivere un rapporto privilegiato con la natura, ancora intatta, godendosi lo spettacolo dei delfini e di scenari da favola. Ci si sposta a Grace Bay, la spiaggia di Providenciales, nell'arcipelago caraibico di Turks e Caicos, in cui a farla da padrone è una sabbia bianca che gioca con il verde smeraldo dell'acqua.
 
Poi, è la volta di Portorico con Playa Flamenco a Culebra: la meraviglia delle acque e la poesia della spiaggia contrastano con le carcasse arrugginite di vecchi carri armati americani (il sito fino al 1970 era impiegato per le esercitazioni dei Marines).
 
Segue la lontana Whitehaven Beach, sull'australiana Whitsunday Island, per poi avvicinarsi all'Europa con la Playa de ses Illetes a Formentera, nel cuore delle Baleari: mare sconfinato, sabbia fine, viste spettacolari e Ibiza all'orizzonte.
 
Dalle Seychelles della spiaggia di Anse Lazio sull'Isola di Praslin alle Hawaii di Lanikai Beach a Kailua per tuffarsi, poi, nella Rhossili Bay di Swansea, nel Regno Unito: questa spiaggia monumentale del Galles meridionale e il pittoresco villaggio da cui prende nome si distendono lungo la penisola di Gower, di fronte al canale di Bristol.
 
Il Messico da top è quello della bianchissima Playa Norte, l'estremità settentrionale della Isla Mujeres, piccola isola del mar dei Caraibi, scoperta nel 1517 da Francisco Hernández de Córdova e che deve il suo nome alle statue femminili rinvenute nel tempio della fecondità.
 
Dalla Playa Paraiso Beach di Cayo Largo a Cuba e attraverso le spiagge carioca di Praia Dos Carneiros a Tamandare e di Lopes Mendes Beach a Ilha Grande eccoci al paradiso terrestre di The Baths a Virgin Gorda, nelle Isole Vergini Britanniche, tra scogli monumentali e acque cristalline.
 
Di nuovo in Europa, la Spagna riserva lo stupore di Playa de las Catedrales, a Ribadeo, che nel nome evoca la magnificenza dei faraglioni che svettano sulla sabbia. Questa perla della Galizia è caratterizzata da formazioni rocciose che assumono l'aspetto di archi rampanti, in un gioco di luci mozzafiato.
 
E poi la Grecia, con la magia della spiaggia di conchiglie rosa di Elafonissi sull'isola di Cervi: deve il suo nome alla forma dell'isola che ricorda la testa di un cervo.

FONTE: Cassandra Neri (leggo.it)

giovedì 17 aprile 2014

SCOPERTO KEPLER-186F, PIANETA ABITABILE E SIMILE ALLA TERRA: "DISTA 500 ANNI LUCE"



Una scoperta rivoluzionaria quella annunciata oggi dalla Nasa. È stato scoperto un pianeta abitabile in orbita attorno a una stella nana a una distanza che potrebbe consentire la presenza di acqua liquida in superficie. 
Si trova nel nostro stesso 'angolò della Via Lattea ed è stato identificato dall'occhio del più celebre «cacciatore di pianeti» della Nasa, il telescopio spaziale Kepler. Le sue caratteristiche sono riassunte in una dettagliata 'carta d'identita« pubblicata sulla rivista Science. Chiamato Kepler-186f, il nuovo pianeta è più grande del 10% rispetto alla Terra ed è il più esterno di cinque pianeti che ruotano intorno ad una nana rossa (una stella più piccola e fredda del nostro Sole) distante 500 anni luce.



Secondo i calcoli della Nasa, Kepler-186f completa la sua orbita in 130 giorni, e la distanza che lo separa dalla sua stella è pari a quella che c'è tra il Sole e Mercurio: si trova dunque nella cosiddetta 'zona abitabilè, ossia nella regione in cui riceve luce e calore tali da poter mantenere acqua liquida sulla sua superficie. Per la coordinatrice della ricerca, Elisa Quintana, dell'istituto Seti e del Centro di ricerche Ames della Nasa, il pianeta potrebbe ricevere dalla sua stella la »giusta« dose di luce e calore, »non troppo nè troppo poco«, perchè l'acqua possa esistere allo stato liquido. Per questo motivo Kepler-186f è molto diverso dagli altri pianeti simili alla Terra finora scoperti. Questi ultimi sono infatti troppo vicini alla loro stella per poter avere acqua liquida. Kepler-186f è il primo pianeta roccioso identificato nella zona abitabile ad avere dimensioni del tutto simili a quelle della Terra. In ogni caso, poichè il pianeta ruota intorno ad una stella piccola e piuttosto fredda viene considerato più come un cugino della Terra che non un suo gemello.
 
Le nane rosse sono molto numerose nella Via Lattea e hanno caratteristiche che le rendono particolarmente interessanti agli occhi dei 'cacciatorì di vita nello spazio, come la loro longevità: ciò significa che c'è più tempo disponibile affinchè sulla superficie dei pianeti circostanti avvengano le reazioni biochimiche necessarie alla nascita e all'evoluzione della vita. D'altro canto, però, le stelle più piccole sono in genere più attive ed emettono quantità maggiori di radiazioni.

FONTE: leggo.it

mercoledì 9 aprile 2014

HEARTBLEED, IL CUORE CHE SANGUINA SPAVENTA IL WEB. "A RISCHIO MILIONI DI PASSWORD"



È come se la porta di casa avesse una serratura difettosa: non è detto che ci sia stato un furto, ma per i ladri è molto più facile entrare.Così gli esperti spiegano cosa sta accadendo a milioni di siti internet, messi a rischio da una enorme falla scoperta nel sistema di protezione dei dati Dati e informazioni sensibili divenuti facile preda di pirati informatici in grado di carpire password, codici segreti, numeri di carte di credito, comunicazioni private, oppure di ottenere l'accesso ad e-mail, conti bancari e addirittura alle comunicazioni riservate di Fbi e servizi di intelligence.
 
Il 'superbug' che sta facendo tremare il web è stato non a caso chiamato 'Heartbleed', cuore che sanguina, e potrebbe causare la più clamorosa fuga di informazioni nella storia di internet. Riguarda il software 'OpenSSL', il più diffuso al mondo per il criptaggio, usato da due terzi dei server, compresi quelli di banche, social media, siti di gestione della posta elettronica o per le vendite online. Il bug - come hanno scoperto un gruppo di ricercatori finlandesi in California e due esperti in sicurezza di Google - è presente da almeno due anni, e nessuno può avere la certezza di esserne rimasto immune: da Yahoo! a Google, da Facebook a Twitter, da Aple a Microsoft, da Amazon a Wikipedia. Tutti utilizzano quel 'lucchettò (riconoscibile dalla sigla 'htpps') messo lì a protezione di milioni e milioni di utenti e clienti e che ora «si è rotto». Quello che rende particolarmente pericoloso 'Heartbleed', si spiega, è che può essere utilizzato dagli hacker senza che questi, una volta rubate le informazioni desiderate, lascino dietro di sè alcuna traccia digitale. Impossibile individuarli, insomma, e impossibile avere un quadro preciso dei dati sensibili sottratti alla rete e dei danni causati. Intanto in tutto il mondo si corre ai ripari. Molti siti - tra cui Facebook, Google, Amazon e Yahoo! - hanno comunicato di aver già posto rimedio al problema aggiornando il software ed eliminando ogni vulnerabilità.
 
La scoperta di questa enorme falla nella rete potrebbe rendere urgente un cambio di username e password per tutti gli utenti di internet coinvolti, oltre a costringere i siti web interessati a cambiare le chiavi virtuali attraverso cui vengono criptati i messaggi e i dati scambiati tra i siti e i loro utenti o clienti. In Canada, per precauzione, l'Agenzia del fisco ha bloccato l'accesso al sito per le dichiarazioni online, e ovunque si stanno prendendo contromisure in grado di risolvere ogni problema di vulnerabilità dei sistemi di protezione dei dati. L'invito e a non fare allarmismi: ma la privacy di milioni e milioni di internauti è messa ancora una volta a dura prova.

FONTE: leggo.it

giovedì 3 aprile 2014

Lo sceicco arriva in Europa e cerca 100 ragazze giovani e bellissime. «Offre shopping illimitato»



Mettete uno sceicco di Dubai e un'offerta di lavoro che prevede uno "stipendio da 100 euro al giorno" e, fra le altre, hotel e ristoranti di lusso pagati e shopping illimitato. 
Destinatarie? Giovani e bellissime (requisito essenziale) 100 ragazze venete tra i 18 e i 26 anni (si alterneranno, per non "annoiare" sceicco e famiglia). Il compito? Essere ragazze immagini o personal shopper.

Non è uno scherzo maschilista, bensì la reale proposta di impiego del ricco arabo in procinto di partire per una lunga vacanza in Europa. Vacanza che però non vuol fare da solo: ha bisogno di un "harem" di ragazze che lo accompagnino. Per questo è è appoggiato all’agenzia padovana di modelle "Doc", del fashion designer Mauro Belcaro (www.docstile.it). Le selezioni partiranno venerdì 4 aprile.

FONTE: ilmessaggero.it