lunedì 29 giugno 2015

Migranti, Gran Bretagna costruirà una barriera di 4 km a Calais

 
Quasi 4 chilometri di barriera alta 3 metri.
E' la trovata della Gran Bretagna per arginare l'assalto dei migranti che a Calais tentano in ogni modo di salire sui camion che attraversano la manica.

Il governo Cameron ha deciso di allargare le 'sue' difese sul suolo francese come ha annunciato il responsabile per l'Immigrazione James Brokshire al Daily Telegraph, specificando che si tratta di barriere sosfisticate e solide, le stesse usate alle olimpiadi di Londra e al summit Nato dello scorso settembre in Galles.
 
FONTE: ilmessaggero.it

giovedì 25 giugno 2015

Olimpiadi 2024, via libera (con 38 voti) dell’assemblea capitolina

 
 
Approvata la mozione sulla candidatura ai Giochi. Sei i voti contrari. Marino: «È una sfida straordinaria». Salvini: «Scelta folle, pensassero a riparare le buche delle strade»
 
Con 38 voti favorevoli, sei contrari e nessun astenuto il consiglio comunale di Roma ha approvato, tra gli applausi, la mozione per la candidatura della città alle Olimpiadi 2024. Il risultato, atteso, puntella la traballante poltrona di Ignazio Marino: sfiduciare un sindaco in corsa per i Giochi, è il suo ragionamento, sarebbe forse troppo anche per il premier Matteo Renzi. La gara infatti ancora non è vinta e l’esito non è affatto certo: Parigi, Budapest, Amburgo, e Boston sono concorrenti temibili e agguerriti. Soprattutto la capitale francese, che ha già investito cifre colossali e che ha ospitato per l’ultima volta i Giochi un secolo prima di quelli ora contesi, nel 1924.
 
Il testo della mozione
 
Prima del voto il consiglio comunale ha unificato la mozione di maggioranza e quella di Fratelli d’Italia. Ecco il testo che ha avuto il via libera: «L’assemblea capitolina sostiene e promuove la presentazione della candidatura di Roma ai XXXIII Giochi Olimpici e ai XVII Giochi paralimpici del 2024 ed impegna il sindaco a presentare formalmente la candidatura e a rappresentare Roma nel complesso percorso che la candidatura comporta, secondo quanto previsto dalle procedure Cio».
 
I favorevoli
 
Tra i 38 voti favorevoli, dieci sono arrivati dall’opposizione: si tratta di Gianni Alemanno (Apn), Sveva Belviso (Altra destra), Davide Bordoni e Dario Rossin (Fi), Alessandro Cochi (Pdl), Ignazio Cozzoli (Apn), Gigi De Palo (Cxr), Mino Dinoi (Movimento cantiere Italia), Fabrizio Ghera e Lavinia Mennuni (Fdi). In realtà la mozione ha avuto anche un 39° sì, quello di Roberto Cantiani (Ncd), ma il suo voto non è stato registrato dal sistema elettronico.
 
Il no di Salvini
I no alla candidatura sono arrivati dai consiglieri che avevano già annunciato la propria contrarietà. Oltre al radicale Riccardo Magi, l’unico della maggioranza, hanno bocciato la mozione i quattro consiglieri grillini (Marcello De Vito, Daniele Frongia, Virginia Raggi ed Enrico Stefano) e Marco Pomarici di Noi con Salvini. Il leader leghista infatti resta irremovibile: il suo è un «no assoluto». Per il leader del Carroccio la corsa per le Olimpiadi è «una scelta folle»: «Pensassero a riparare le buche delle strade», è il suo messaggio alla giunta guidata da Marino.
 
Le scuse di Marino
 
Ma Marino è felice e vittorioso, come da giorni non gli capitava. «È una sfida straordinaria - esulta -. Roma, la nostra capitale, la saprà cogliere nella trasparenza e nella legalità che questa amministrazione ha dimostrato di saper utilizzare». Poi il sindaco coglie l’occasione per fare ammenda di quella brutta frase gridata dal palco della festa dell’Unità: «La destra torni nelle fogne da cui è venuta». «Ai consiglieri Mennuni e Ghera - promette adesso - dico che quella espressione non la udiranno mai più dalla mia voce, perché se nella nostra città c’è del male, c’è anche tanto bene nella destra e nella sinistra».
 
Ricorso al Tar
 
Eppure la corsa appena iniziata rischia già di arenarsi in tribunale. L’iniziativa è del Codacons, che annuncia «un ricorso al Tar del Lazio per ottenere l’annullamento della mozione». L’associazione ricorda «che aveva diffidato nei giorni scorsi i consiglieri a non approvare la candidatura, in attesa della decisione del prefetto su Mafia Capitale». Decisione che però arriverà soltanto alla fine di luglio: troppo tardi per attendere la pronuncia dell’assemblea capitolina.
 
FONTE: corriere.it

martedì 23 giugno 2015

Cresce la tensione con la Russia, gli Stati Uniti inviano mezzi pesanti nell’Est Europa

 
Il segretario alla Difesa americano conferma il dispiegamento di carri armati in Estonia, Lituania, Lettonia, Bulgaria, Romania e Polonia: è la prima volta nella storia
 
Gli Stati Uniti si avviano a dislocare per la prima volta armamenti pesanti nel centro ed est Europa per rafforzare il fianco orientale della Nato. 
 
«Dislocheremo temporaneamente veicoli di una brigata corazzata e il relativo equipaggiamento nei Paesi dell’Europa centrale e orientale», ha reso noto il segretario alla Difesa Usa, Ashton Carter, in una conferenza congiunta a Tallinn con tre ministri della Difesa dei Paesi Baltici. 
 
Carter ha aggiunto che «questa attività europea di preposizionamento include carri armati e artiglieria da combattimento» e che i Paesi interessati - Estonia, Lituania, Lettonia, Bulgaria, Romania e Polonia - hanno accettato di ospitare i battaglioni «che verranno spostati per addestramento ed esercitazioni». 
 
La decisione rischia di aumentare il clima di forte tensione tra Usa e Russia per la crisi in Ucraina; già a metà maggio Mosca aveva fatto sapere che avrebbe considerato un eventuale aumento della presenza militare americana a ridosso dei propri confini come «il passo più aggressivo dai tempi della Guerra Fredda». 
 
Lunedì il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, aveva annunciato che la Nato deciderà questa settimana sul piano per raddoppiare l’entità della sua forza di risposta rapida. «I ministri della Difesa della Nato prenderanno una decisione per aumentare ulteriormente la forza e la capacità della forza di intervento dell’Alleanza atlantica tra i 30mila e i 40mila uomini, più del doppio della sua attuale composizione», aveva reso noto. 
 
FONTE: lastampa.it

lunedì 22 giugno 2015

Migranti, Ue ratifica missione navale contro scafisti. Bozza, accordo per 40mila ricollocazioni

 
Migranti, Ue ratifica missione navale contro scafisti. Bozza, accordo per 40mila ricollocazioni
Via libera all'operazione EuNavFor Med per distruggere i barconi utilizzati dai trafficanti. Portaerei Cavour nave ammiraglia. "L'obiettivo sono i trafficanti, non i migranti" ha affermato Lady Pesc Federica Mogherini. Ratificato il prolungamento delle sanzioni alla Russia
 
E' il giorno delle 'ratifiche' importanti a Bruxelles. A cominciare dall'emergenza immigrazione: il Consiglio Ue dei ministri degli Esteri ha dato il via libera ufficiale alla prima fase della missione navale europea EuNavFor Med contro i trafficanti. Il passaggio è stato approvato come 'punto A' senza discussione e all'unanimità.

Tra le altre novità, che potrebbero essere varate nel vertice europeo in programma a Bruxelles giovedì e venerdì, contenute nella ultima bozza delle conclusioni messe a punto dagli 'sherpa' in vista del summit: quarantamila migranti "in evidente bisogno di protezione" redistribuiti da Italia e Grecia verso gli Stati Ue, la creazione di centri di identificazione "strutturati" nei Paesi in prima linea, un'assistenza finanziaria rafforzata per i Paesi punto d'approdo, Italia in testa. E sono il tentativo, si legge, di "rafforzare la solidarietà e responsabilità" europea. Intanto un'
unità libica ha sparato contro un gommone carico di immigrati. I passeggeri sono stati prelevati da una nave militare italiana che si è diretta verso Pozzallo (Ragusa).

"Entro la fine di luglio" gli stati membri dovranno mettersi d'accordo sul meccanismo di distribuzione "temporaneo e eccezionale". Ieri il presidente francese Francois Hollande -
che ha incontrato il premier Matteo Renzi a Expo -, aveva però ribadito il 'no' francese alla formula delle quote per la distribuzione dei migranti arrivati dal Mediterraneo, pur ribadendo che sul tema "l'Italia non deve essere lasciata sola".

Missione navale europea EuNavFor Med pronta a partire. L'alto rappresentante Ue per la politica estera, Federica Mogherini, ha ricordato che "l'obiettivo sono i trafficanti, non i migranti". Poi ha aggiunto: "E' la prima volta che l'Unione europea affronta il tema dell'immigrazione seriamente e con una decisione presa all'unanimità meno di due mesi dopo che il Consiglio europeo ci ha incaricati di varare la missione soprattutto per salvare vite".

La decisione era stata presa nel Consiglio europeo dello scorso aprile, quando i 28 Paesi Ue hanno dato mandato proprio a Mogherini di tracciare le linee di una missione europea che preveda
il sequestro e la distruzione delle imbarcazioni intercettate in mare. Del resto la scelta di una operazione anti-scafisti era il secondo dei dieci punti del piano Ue per fronteggiare l'emergenza immigrazione. "La solidarietà non è un optional", ha affermato al suo arrivo a Bruxelles il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni che ha definito EuNavFor Med "un tassello dell'iniziativa europea".
 
FONTE: repubblica.it

domenica 21 giugno 2015

Roma, folla al Family day: “No alle unioni civili”

 
Gli organizzatori: siamo più di un milione. Il Viminale frena: in piazza 400 mila persone. Dal palco sfida ai vescovi: «Il segretario della Cei si sfila, ma Papa Francesco sta con noi
 
Non li ha fermati neppure il diluvio che si è abbattuto su Roma. Sono arrivati a Roma da tutta Italia, soprattutto dalla provincia che non finisce mai sotto i riflettori dei mass media, per difendere la famiglia. La maggioranza silenziosa del cattolicesimo italiano senza insegne né casacche. Una protesta di piazza senza slogan violenti né contrapposizioni ideologiche. Family day “fai da te”, mobilitazione spontanea e autogestita.  
 
Evento boom malgrado stavolta non ci fossero «truppe cammellate» di diocesi, movimenti, partiti e sindacati. «Avevamo chiesto almeno un piccolo sconto sui biglietti del treno, non abbiamo avuto neppure quello», spiega il neurochirurgo Massimo Gandolfini, portavoce della protesta contro il ddl Cirinnà. Otto anni fa i «Dico» furono stoppati proprio dal Family day, stavolta le unioni civili dovranno almeno tenerne conto. «Difendiamo i nostri figli», ripetono. Non sarà stato il milione di manifestanti entusiasticamente proclamato in serata dagli organizzatori, ma comunque il colpo d’occhio era davvero impressionante, oltre ogni aspettativa. Fonti del Viminale quantificano la partecipazione in 400 mila persone. Comunque tanti, tantissimi.  
 
FONTE: Giacomo Galeazzi (lastampa.it)

mercoledì 17 giugno 2015

L’Ungheria costruirà un muro anti-immigrati


 
Barriera lunga 175 km alta 4 metri al confine con la Serbia: «Non possiamo aspettare l’Ue»
 
L’Ungheria costruirà una barriera lunga 175 chilometri e alta 4 metri lungo il confine con la Serbia, per fermare il flusso di migranti illegali. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto. «L’immigrazione è uno dei più gravi problemi che l’Unione europea affronta oggi», ha detto, aggiungendo che «l’Ugheria non può permettersi di aspettare ancora» una soluzione da parte dell’Ue. 
 
L’annuncio del ministro degli esteri fa riferimento alla costruzione di una barriera alta 4 metri lungo la frontiera con la Serbia, per un tracciato di 175 chilometri. Lo scopo dichiarato è quello di bloccare il flusso crescente di migranti lungo la cosiddetta “rotta dei Balcani” verso l’Europa occidentale. Nel 2014 in Ungheria sono arrivate oltre 50.000 persone secondo le stime del governo di Budapest. 
 
Szijjarto ha informato che il primo luglio ci sarà una consultazione con Belgrado su questo progetto. Il ministero degli interni di Budapest dovrà intanto predisporre le tappe di costruzione dell’opera entro mercoledì. Secondo il governo Orban, l’Ungheria non viola nessun regolamento o convenzione internazionale con questa misura. Budapest osserva del resto che ci sono esempi di iniziative analoghe sulla frontiera fra Grecia e Turchia o in Spagna nelle enclavi del Nordafrica. Il governo sottolinea infine di avere su questo progetto «il consenso della popolazione» magiara.  
 
FONTE: lastampa.it

giovedì 11 giugno 2015

Dall'Expo a Roma, la lunga giornata di Putin: "Sanzioni dannose, impediscono di collaborare"


Il presidente russo a Milano con Renzi: "Tra i nostri Paesi esistono stretti rapporti da oltre 500 anni". Nel pomeriggio a Roma l'incontro con Mattarella e Papa Francesco. In serata Berlusconi che annuncia una mozione contro le restrizioni imposte a Mosca. Il premier italiano: "Spero di darle un dispiacere ai Mondiali 2018". La Casa Bianca replica: "Le conclusioni del G7 chiare: leader impegnati a mantenere le sanzioni su Mosca"
 
"Abbiamo parlato delle sanzioni, ma in modo realistico. Abbiamo parlato di come queste sanzioni ci impediscono di collaborare". Il presidente russo, Vladimir Putin, dopo l'incontro con il premier Matteo Renzi a Milano per la giornata nazionale della Russia all'Expo, in conferenza stampa ha illustrato i temi affrontati nel bilaterale, soprattutto quello relativo alle sanzioni che, per il capo del Cremlino "o si eliminano o bisogna modificarle, per sostenere le aziende che vogliono collaborare con noi".
Via le sanzioni, "dannose" non solo per Mosca: i primi a non gradirle sono gli "imprenditori italiani", che perdono "un miliardo di euro da contratti già siglati". Il messaggio che Putin porta a Matteo Renzi è chiaro: andare avanti così non conviene a nessuno, "le sanzioni vanno eliminate". Ne è convinto anche Silvio Berlusconi, che al termine del colloquio con cui il capo del Cremlino ha concluso la sua visita in Italia ha annunciato un'iniziativa parlamentare per abolirle.

Per il premier Matteo Renzi, tutto ruota attorno all'applicazione "integrale" degli
accordi di Minsk 2, anche le sanzioni contro la Russia. Quel protocollo detto 'Minsk 2' che il premier definisce "la bussola di tutti gli sforzi" e che è stato al centro anche dell'incontro con il Papa e con il capo dello Stato Sergio Mattarella.
 
Dall'Expo il ministro russo dello Sviluppo economico, Alexiei Uliukaiev, accanto a Putin, ostenta sicurezza. E' difficile, dice, che l'Unione europea inasprisca le sanzioni, per la maggior parte dei paesi che ne fanno parte "le conseguenze sono negative".

La replica della Casa Bianca. Le conclusioni del G7 sono "molto chiare": i leader, "compreso il premier Matteo Renzi", si sono impegnati "per mantenere le attuali sanzioni" sulla Russia e "per imporne delle altre se necessario". E' il commento americano all'esito dell'incontro tra Vladimir Putin e il primo ministro italiano. Il ritorno al "business as usual" con la Russia "non sarà possibile" fino a che gli accordi di Minsk non saranno pienamente rispettati" hanno sottolineato fonti dell'amministrazione Usa.

Oggi lo 'zar' si è presentato all'Expo un'ora dopo il timing fissato, 70 minuti di ritardo anche all'incontro con il Papa in Vaticano. Nel pomeriggio romano c'è anche l'incontro con Mattarella e poi, in serata, il saluto in aeroporto con "l'amico" Berlusconi. Anche in conferenza stampa non ha risparmiato sferzate, all'indomani del vertice dei grandi di Elmau che lo ha tagliato fuori: "La relazione della Russia con il G7? Semplicemente non c'è nessuna relazione". La "catastrofe" Libia? "Conseguenza dell'intervento militare del 2011", la Russia "voleva risolvere pacificamente il conflitto". Quello che resta indubbio è il forte rapporto con l'Italia, "grande partner" di Mosca.
Rapporti con l'Italia. Forte l'accento posto durante la conferenza sui rapporti con l'Italia: dal gas alla tecnologia i legami tra Russia e Italia sono sempre più forti e il presidente russo Vladimir Putin definisce il Bel Paese "un partner importante" in Europa e ricorda come "gli imprenditori non vogliono interrompere i rapporti" con la Russia, ma mostrano invece un interesse crescente. "L'Italia è il quarto partner commerciale della Russia. Ma recentemente gli scambi si sono ridotti del 10 per cento e nell'ultimo trimestre sono scesi del 25 per cento. E' una situazione non soddisfacente per i russi, ma io credo anche per l'Italia". Nel suo intervento, ad esempio, è stata citata la presenza di Enel in Russia e il legame commerciale verrà ribadito nell'incontro che Putin sta tenendo con alcuni rappresentanti delle maggiori aziende italiane.
FONTE: repubblica.it

sabato 6 giugno 2015

Mafia Capitale: per la Cupola 60 milioni di fatturato all’anno

 
 
Accordi fra schieramenti politici opposti per spartirsi appalti e business. Il caso della Regione Lazio e della gara per il Recup e il ruolo di Odevaine al Viminale
 
Accordi tra schieramenti politici opposti per modificare le commissioni aggiudicatrici e spartirsi la torta degli appalti. Era questo uno dei sistemi, forse il principale, utilizzati al Campidoglio, alla Regione Lazio e al Viminale per accaparrarsi gli affari milionari legati alla gestione dei centri di accoglienza per i migranti, ma anche di altre commesse pubbliche come quella del Recup, il centro unico di prenotazione della Pisana.
I «patti segreti» per la spartizione
 
Gli atti processuali dell’inchiesta sull’organizzazione criminale di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati rivelano in che modo siano riusciti a portare il proprio fatturato annuo oltre i 90 milioni di euro, riconoscendo ai propri referenti una percentuale tra il 5 e il 10 per cento. Nei provvedimenti di perquisizione che venerdì 5 giugno hanno portato i carabinieri del Ros nelle sedi delle cooperative che si sono aggiudicate i bandi e nelle case e negli uffici degli indagati è ben delineato quali fossero i «patti corruttivi» che i magistrati della procura di Roma contestano nel nuovo filone d’indagine a quei politici che hanno «pilotato» le gare. Ma anche il livello di minaccia che Buzzi esercitava sui responsabili delle altre cooperative che non accettavano le sue condizioni sulla divisione dei vari lotti messi a disposizione dalle amministrazioni pubbliche. Capitolo a parte riguarda il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione, indagato già da vari mesi dai pubblici ministeri di Catania competenti per il centro di Mineo dove agiva incontrastato il delegato del ministero dell’Interno, Luca Odevaine.
Venafro, Gramazio e il commissario
 
Uno degli accordi contestati dai pm è quello tra il consigliere Pdl alla Regione, Luca Gramazio, finito in carcere, e il capo di gabinetto Maurizio Venafro, che per questo è stato indagato. Al centro, il Recup da 60 milioni di euro nel quale Buzzi e soci si aggiudicarono il terzo lotto, esattamente come avevano chiesto. Secondo la contestazione per ottenere questo risultato si decise di cambiare i componenti della commissione, garantendo la presenza di Angelo Scozzafava accusato di essere uno dei funzionari a libro paga e per questo arrestato due giorni fa. Il 19 marzo scorso viene interrogata Elisabetta Longo - presidente della commissione indagata per favoreggiamento e false dichiarazioni ai pm - «la quale ammette di aver inserito il dottor Scozzafava quale componente della commissione di gara su indicazione del capo di gabinetto del presidente della Regione Maurizio Venafro». Poco dopo i pubblici ministeri ascoltano lo stesso Venafro. Annotano adesso nel decreto di perquisizione: «Venafro ha riconosciuto di aver fornito “l’indicazione alla dottoressa Longo e che lo stesso gli era stato fornito da Gramazio, inizialmente capogruppo Pdl, ma rimasto principale interlocutore anche dopo le divisioni intervenute nel Pdl”. Venafro ha aggiunto che “le uniche lamentele venivano dagli attuali gestori del servizio che erano preoccupati che altri avrebbero potuto vincere la gara a discapito della qualità del servizio. In particolare ho incontrato più volte Marotta della cooperativa Capodarco”». L’indicazione a Gramazio per inserire Scozzafava arrivò da Buzzi perché, questa è l’accusa, «il funzionario era a disposizione del sodalizio».
 
FONTE: Fiorenza Sarzanini (corriere.it)

martedì 2 giugno 2015

Riprodotta in provetta la corteccia del cervello umano

 
Il risultato sarà sfruttato per mettere a punto terapie genetiche personalizzate per numerosi disturbi psichiatrici.
 
La parte più complessa del cervello umano, la corteccia, è stata riprodotta in provetta. Il risultato sono minuscoli aggregati di cellule (chiamati organoidi) che riproducono in miniatura le funzioni della corteccia vera e propria, aprendo la strada alla possibilità di mettere a punto terapie genetiche personalizzate per numerosi disturbi psichiatrici.  
 
Pubblicato sulla rivista Nature Methods, il risultato si deve al gruppo coordinato da Sergiu Pasca, dell’università americana di Stanford.  
 
«Le strutture della corteccia crescono fino a uno stato in cui esprimono connessioni che funzionano, permettendo di studiare e comprendere molte malattie mentali» ha detto Thomas Insel, del National Institutes of Health (Nih), che ha finanziato lo studio. La struttura, ha aggiunto, è molto meno complessa del cervello umano ma ci basta per studiare i disturbi dei circuiti del cervello all’origine di molte malattie psichiatriche.  
 
Per ottenere le strutture tridimensionali i ricercatori hanno usato cellule staminali pluripotenti indotte, ossia cellule bambine in grado di svilupparsi in ogni direzione, derivate da cellule della pelle umana. Una volta immerse in un ambiente capace di stimolarne lo sviluppo, le cellule sono diventate neuroni e cellule gliali, che con i neuroni compongono il sistema nervoso centrale (cellule gliali). Le due famiglie di cellule si sono organizzate secondo l’architettura della corteccia del cervello umano. In particolare i neuroni si sono disposti in strati e hanno stabilito una rete di connessioni per comunicare fra loro. 
 
FONTE: lastampa.it