martedì 25 febbraio 2014

È stato un eroe della lotta alle Br, oggi è l'unico condannato del caso Abu Omar


Luciano Seno faceva parte della squadra di Dalla Chiesa ed è stato condannato per favoreggiamento nei confronti di Niccolò Pollari

A vantarsi di essere stati al fianco di Carlo Alberto dalla Chiesa, quando il Generale dava la caccia alle Brigate Rosse, sono oggi in tanti. Luciano Seno c'era davvero, e infatti non se n'è mai vantato. Dall'Arma è passato ai servizi segreti, e qui è rimasto impigliato nella indagine della procura di Milano sul sequestro da parte della Cia dell'imam estremista Abu Omar. É la indagine che ieri si è ufficialmente affossata con il proscioglimento definitivo di tutti gli uomini del Sismi, dall'ex direttore Nicolò Pollari al capo del controspionaggio Marco Mancini, che la Cassazione ha fatto uscire di scena dopo la conferma del segreto di Stato sull'intera vicenda da parte della Corte Costituzionale. Anche se ci sono voluti undici anni (la rendition avvenne a Milano il 17 febbraio 2003) gli 007 italiani escono incolumi da questa storia. Tutti, tranne uno: lui, il colonnello Seno, condannato in via definitiva a due anni e otto mesi di carcere per favoreggiamento. Cioè per avere aiutato i suoi capi, Pollari e Mancini, a schivare le indagini della magistratura. In particolare, a Seno viene contestato di avere prestato il suo telefono a due superiori, il generale Pignero e il capodivisione Mancini, che erano stati da poco interrogati dai pm milanesi e che riferivano l'andamento dell'interrogatorio.
Anche nel caso che Mancini, Pollari e gli altri agenti del Sismi fossero stati dichiarati colpevoli era discutibile che passare il proprio telefono a un superiore gerarchico volesse dire essere complici dei suoi tentativi di depistaggio. Ma a rendere surreale la situazione è la circostanza che alla fine Mancini non è stato condannato ma prosciolto. Non ci sono prove utilizzabili, secondo la Cassazione, per dichiarare i vertici del Sismi corresponsabili del sequestro Abu Omar. E allora, se non è provata o provabile la colpevolezza di Mancini, come si può dichiarare Seno colpevole di avere aiutato un colpevole? É questo l'interrogativo che i legali di Seno, Luigi Panella e Enzo Cannizzaro, non essendo più possibile alcun ricorso in Italia hanno deciso di sollevare davanti alla Corte europea per i diritti dell'uomo. Lo stesso giudice Oscar Magi, che per primo aveva condannato Seno, aveva dato atto della assurdità della situazione: «È di palmare evidenza che tale argomentazione costituisce un estremo ed ulteriore paradosso nella vicenda in esame: risulta, in estrema sintesi, possibile indagare sulle condotte che hanno favoreggiato dei presunti sequestratori e non risulta possibile indagare sulle condotte di sequestro, per il solo fatto che tali ultime sono state operate al di sotto di un ombrello immunitario derivante dall'esistenza di un segreto di Stato. Questo giudicante non può che essere d'accordo sulla paradossalità di tale ultimo assunto, ma non può che confermarne la validità».
Oltretutto, scrivono i due legali di Seno, anche al colonnello è risultato impossibile difendersi visto che il segreto di Stato imposto dai governi Prodi e Berlusconi lo ha vincolato al silenzio: «Al colonnello Seno non è stato consentito di portare prove a discarico e di dimostrare che le condotte ad esso imputate non costituivano un reato in quanto giustificate alla luce dell'assetto organizzativo e operativi dei Servizi», si legge nel ricorso alla Corte di Strasburgo. Lui, Seno - settantre anni, cuneese, chiuso e silenzioso - è in attesa che il prossimo 1 aprile il tribunale di sorveglianza di Milano esamini la sua richiesta di affidamento ai servizi sociali, unica chance che gli resta di evitare di essere rinchiuso a espiare la pena. Ma anche se la sua richiesta venisse accolto, la sensazione di essere vittima di una colossale ingiustizia non gli verrà mai scrollata di dosso.
FONTE: Luca Fazzo (ilgiornale.it)

giovedì 20 febbraio 2014

MASSACRO A KIEV: "CENTO MORTI". ULTIMATUM DI OBAMA: "VIA I MILITARI"


Il massacro a Kiev

Cento morti": è il drammatico bilancio degli scontri a Kiev. Bilancio che dà l'entità del massacro che si sta svolgendo in Ucraina.

OBAMA: VIA LE FORZE SICUREZZA Il presidente ucraino Viktor Ianukovich deve ritirare immediatamente la sue forze di sicurezza e rispettare il diritto a una pacifica protesta. Lo afferma la Casa Bianca.
 
BONINO: "DECISE SANZIONI UE" «In accordo» con i tre ministri a Kiev «la decisione è di procedere molto rapidamente nelle prossime ore a un bando, a coloro che in Ucraina si sono macchiati di violenza, sui visti e sugli assetti finanziari». Lo ha detto Emma Bonino lasciando il Consiglio Esteri prima della conclusione. La ministra degli esteri ha annunciato anche un apertura di facilitazioni di visti «per i feriti, la società civili e i dissidenti». La decisione sulle sanzioni non è stata ancora presa formalmente dal Consiglio, ma è imminente.
 
TREGUA TROPPO FRAGILE È durata l'arco di una notte ed è finita con un altro bagno di sangue la tregua a Kiev annunciata ieri sera dal presidente Viktor Ianukovich. La capitale ucraina questa mattina è ripiombata nel caos, il palazzo che ospita il governo e il parlamento sono stati evacuati e dalla ripresa degli scontri il nuovo bilancio potrebbe essere già di 36 morti, oltre ai 28 di ieri.

FONTE: leggo.it

sabato 15 febbraio 2014

LE FIAMME NON CONCEDONO IL BIS CONTRO IL ROVIGO ED ESCONO SCONFITTE DAL “GELSOMINI”



                                          (Foto: Flavia Conforti dal sito delle FF.OO.)

Presutti: “Troppi errori da parte nostra, ma la differenza tecnica tra le due squadre c’è e si vede. Dobbiamo sfruttare lo stop del campionato per ricaricare le batterie e farci trovare pronti per i prossimi impegni”

IL COMMENTO
Roma – Le Fiamme Oro non bissano il successo del trofeo Eccellenza e lasciano cinque punti al Rovigo che vola in classifica a quota 50. Un successo, quello dei polesani, maturato nella prima frazione di gioco, durante la quale i ragazzi di Frati e De Rossi riescono a mettere a segno ben tre mete, mantenendo salde nelle mani le redini del gioco. Dal canto loro le Fiamme, a fronte di un primo tempo quasi incolore e quasi sempre costrette nella propria metà campo, durante la seconda frazione di gioco riescono ad uscire e a costruire azioni anche di ottima fattura. Ma i troppi errori commessi e la differenza tecnica, alla fine dei giochi hanno permesso ai Bersaglieri di avere la meglio.
“Non sono scontento della nostra prestazione – ha dichiarato coach Pasquale Presutti – anche se abbiamo commesso troppi errori che, una squadra come il Rovigo, non ti perdona. La differenza tra i due team c’è e si vede, come, d’altronde, si vedono anche i nostri progressi. Ora dobbiamo sfruttare al massimo la settimana di stop per ricaricare le batterie e farci trovare pronti alle sfide che ci attendono in campionato”.
Il prossimo impegno, dopo una settimana di riposo per il match della Nazionale nel Sei Nazioni con la Scozia, vedrà il XV della Polizia di Stato far visita, sabato 1° marzo, ai Campioni d’Italia del Mogliano.

LA CRONACA
È l’azzurro Mauro Bergamasco ad aprire le marcature al 2’ con un piazzato: 0-3. Al 14’ sono ancora gli ospiti ad andare a segno, sempre dalla piazzola, con Basson che fa 0 a 6. Sono i Bersaglieri a mantenere il pallino del gioco e al 17’ vanno in meta con Ferro che sfrutta una delle tante indecisioni della difesa cremisi. La trasformazione di Bergamasco porta il punteggio sullo 0 a 13. Le Fiamme provano a rialzare la testa prima al 21’, con un piazzato di Benetti che, però, non centra i pali e poi al 24’, sempre con il numero 9 cremisi, che fa tutto da solo e mette a segno i primi cinque punti per i padroni di casa: 5-13. Ma il Rovigo sembra aver imparato la lezione e, due minuti dopo, con la meta di Mountariol allunga ancora il divario portandosi sul 5 a 18. Gli ultimi minuti del primo tempo sono tutti di marca rossoblu: al 35’ Basson centra l’acca dalla piazzola per il 5 a 21 e, al 39’, Ferro va di nuovo in meta chiudendo la prima frazione sul 5 a 26.
Le Fiamme, dopo il riposo, rientrano in campo con maggior determinazione ed iniziano a macinare gioco. Al 9’ e al 16’, Nicola Benetti centra i pali dalla piazzola, portando i padroni di casa sull’11 a 26. La pressione del Rovigo cresce e le Fiamme sono costrette per più di una volta nei propri 22. Una pressione che porta i suoi frutti al 27’ quando Ngawini raccoglie un pallone perso dai cremisi e vola a segnare la meta bonus dell’11 a 33. Le Fiamme cercano di sfondare la linea dei Bersaglieri, ma spesso vanno ad impattare contro la solida difesa rossoblu. Al 34’ ci prova l’ex, Andrea Bacchetti, con una corsa palla in mano di più di 40 metri, ma viene fermato a ridosso della linea di meta. Un minuto dopo è un altro rodigino delle Fiamme a salire agli onori delle cronache: Marcello De Gaspari, sul lato sinistro del campo, rompe un placcaggio e vola oltre la linea di meta. La trasformazione di Luca Calandro porta lo score sul 18 a 33 per gli ospiti, punteggio con cui si chiude il match.

IL TABELLINO
12^ Giornata Campionato di Eccellenza
Roma, Caserma “S. Gelsomini” – Domenica 15 febbraio 2014, ore 15.00
Fiamme Oro Rugby v Vea Femi-CZ Rugby Rovigo Delta 18-33 (p.t. 5-26)

Marcatori: 2’ cp Bergamasco (0-3), 14’ cp Basson (0-6), 17’ m Ferro tr Bergamasco (0-13), 24’ m Benetti (5-15), 26’ m Mountariol (5-18), 35 cp Basson (5-21), 39’ m Ferro (5-26)
Secondo tempo: 49’ cp Benetti (8-26), 56’ cp Benetti (11-26), 67’ m Ngawini tr Bergamasco (11-33), 75’ m De Gaspari tr Calandro (18-33)

Fiamme Oro Rugby : Barion, De Gaspari, Massaro, Forcucci (49’ Sapuppo), Bacchetti, Canna (69’ Calandro), Benetti (69’ Marinaro), Amenta, Balsemin (42’ Marazzi), Zitelli (69’ Perrone), Sutto, Mammana, Pettinari (42’ Di Stefano), Cerqua, Naka (49’ Cocivera)
A disp.: Moscarda
All.: Pasquale Presutti

Vea Femi-CZ Rugby Rovigo Delta: Basson, Ragusi, Bergamasco, Mc Cann (42’ Van Niekerk), Ngawini, Rodriguez (77’ Fratini), Frati (79’ Calabrese), De Marchi (69’ Maran), Lubian, Ruffolo (52’ Folla), Mountariol, Ferro, Pozzi (69’ Balboni), Mahoney (79’ Gatto), Quaglio (77’ Borsi)
All.: Filippo Frati – Andrea De Rossi

ArbitroRizzo (Piacenza)
g.dl.: Colantonio (Roma)
4° uomo: Romani (Roma)
Man of the match: Luke Mahoney (Rovigo)
Calciatori: Fiamme Oro: Benetti 2/4 (cp 2/3 tr 0/1). Rovigo: Bergamasco 3/5 (cp 1/1, tr 2/4) Basson 2/3 (cp 2/3)
Note: 800 spettatori, man of the match premiato dal Capo della Polizia, prefetto Alessandro Pansa
Punti conquistati in classifica: Fiamme Oro Rugby 0, Rugby Rovigo Delta 5


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Cristiano Morabito
Responsabile ufficio stampa Fiamme Oro Rugby
tel 3313731101 - 3339321622
skype: cristiano_morabito
twitter: @crismorabito

giovedì 6 febbraio 2014

Maltempo, a Roma 243 milioni di danni In tutta Italia piogge fino a metà febbraio

Prima stima dei danneggiamenti causati dagli allagamenti del 30 e 31 gennaio. E l’allerta meteo non si ferma. In Veneto chiesto lo stato di calamità naturale

I danni dal maltempo a Roma nei giorni del 30 e 31 gennaio scorsi ammontano a 243 milioni di euro. La stima è stata fornita ed elaborata dal Campidoglio dopo una ricognizione sul territorio. Il 90% dei danneggiamenti riguarda edifici e infrastrutture. Tra i danni subiti da palazzi, strade, acquedotti e fognature sono stati calcolati 222.146.525 euro. Relativamente a problemi idrogeologici la spesa ammonta a 3.713.450 euro mentre altri 12.079.900 euro sono stimati per interventi di rimozione piante, alberi, frane, pulizia fossi e bocchettoni. La voce di spesa aggregata più considerevole riguarda le stazioni e il tracciato ferroviario della metropolitana e aggira intorno ai 46 milioni di euro. Tra le periferie più colpite invece i danneggiamenti maggiori si riscontrano nei municipi X e XV. L’inondazione in zona Infernetto, Ostia e Casal Palocco richiede 5 milioni di euro mentre 2 milioni e mezzo serviranno per ripristinare viabilità a Piana del Sole e un milione e 50mila euro su via di Boccea. «Ringrazio per il lavoro senza sosta tutti gli uffici di Roma Capitale - ha detto il sindaco Marino - in pochissimo tempo sono riusciti a stilare un elenco puntuale dei danni subiti dal territorio. A loro va il mio piu’ sentito ringraziamento per il lavoro eccellente svolto». Mentre continuano a diminuire i livelli dei fiumi a Roma, l’ondata di maltempo nel Resto d’Italia non si ferma.  

CHIESTO LO STATO DI CALAMITA’ IN VENETO  
Per il presidente del Veneto Luca Zaia, la situazione «è devastante». «Abbiamo i danni della neve in montagna, una slavina ha travolto un impianto di risalita - ha ricordato Zaia - tetti che crollano e non sappiamo ancora cosa troveremo quando l’emergenza sarà finita. Dall’altro c’è la preoccupazione del freddo che non arriva, e quindi dello scioglimento delle nevi». Zaia ha ricordato di aver chiesto ieri lo “stato di calamità” e di essere rimasto in contatto con il capo della protezione civile, Franco Gabrielli, «che ho trovato in ufficio ad ora tarda» ha precisato il governatore. Esono pessime le notizie sul fronte meteo per la regione, messa già in ginocchio dal maltempo dell’ultima settimana: secondo gli esperti del sito “3Bmeteo” sono in arrivo altre quattro perturbazioni nei prossimi giorni” Un’anomalia nelle precipitazioni supportata da dati inquietanti: a gennaio sul Veneto, segnalano gli esperti del sito on line, è piovuto fino al 300% in più del normale, mentre nevicate così abbondanti non si registravano sulle Dolomiti dalla fine degli Anni ’70.  

DISAGI IN TUTTA ITALIA  
Durerà almeno fino a metà mese l’eccezionale fase di maltempo su tutta l’Italia: «Altre piovose perturbazioni - spiega Francesco Nucera di 3bmeteo.com - sono attese a più riprese in un contesto più autunnale che invernale». Secondo gli esperti ci sarà un’alternanza di giornate soleggiate e perturbazioni atlantiche che porteranno piogge, acquazzoni e nevicate sui rilievi. Questo andamento coinvolgerà le regioni centro-settentrionali, ma disagi sono previsti anche per l’estremo Sud. 

FONTE: lastampa.it

domenica 2 febbraio 2014

Malagrotta, deposito Ama invaso da sacche di sangue e siringhe: contaminati auto e spogliatoi dei dipendenti



Ieri una quantità enorme di rifiuti ospedalieri che galleggiavano all'interno dell'impianto Ama di via Malmone, a Malagrotta.
Oggi sacche di sangue con redisui ematici all'interno. E non solo: anche sinringhe sporche di sangue e fiale.
La macabra scoperta è stata fatta oggi dagli stessi dipendenti dell'impianto. Le sacche e le siringhe utilizzate e smaltite dentro il deposito galleggiavano ovunque, anche all'interno degli spogliatoio dove i dipendenti si cambiano. Tracce di sangue sono state trovate anche dento le macchine contaminate.

Le foto (fornite dal sito romareport.it) lasciano senza parole. Scarti che adesso galleggiano, con conseguenze tutte da valutare, nell'enorme lago del deposito.

L'Ama tranquillizza. «Alla discarica di Malagrotta non sono mai andati dispersi nelle campagne rifiuti sanitari pericolosi a causa del maltempo», assicurano dell'Ama. Secondo quanto ricostruito dall'azienda, venerdì scorso l'esondazione del Rio Galeria nei pressi dell'inceneritore ha allagato una struttura dove vengono stoccati anche i rifiuti ospedalieri - farmaci scaduti e siringhe, soprattutto - e alcune scatole sono finite nell'acqua. «Il deposito è stato poi liberato dall'acqua e i farmaci - garantiscono dall'Ama - ancora imballati, sono stati recuperati. I rifiuti galleggianti non sono comunque mai usciti dal recinto dell'area».

FONTE: ilmessaggero.it