Oggi inizia la discussione sulla rivoluzione dei valori e delle rendite
Roma. Approda oggi alla Camera, nell’ambito del pacchetto della delega fiscale, la riforma per svecchiare metodologie e valori catastali rimasti immutati per oltre 70 anni. In commissione Finanze si è arrivati ad un testo condiviso (contrario solo il M5S) che rivoluziona la materia. Un terreno delicatissimo perché quasi tutte le imposte sulla casa - pari a circa 40 miliardi di euro - sono basate sulle rendite catastali e dunque uno spostamento anche minimo può provocare oscillazioni abnormi (ma la riforma ha come paletto l’invarianza di gettito).
Una materia delicatissima
Vanno in pensione i vani, le classi e le categorie per far posto ai metri quadrati (metodo che dovrebbe avvantaggiare le abitazioni più piccole), alle microzone omogenee e agli immobili-tipo. I tempi per vedere la rivoluzione trasformata in realtà rischiano però di essere lunghi, sia per l’estesa ricognizione sulle unità immobiliari (necessari almeno 5 anni) che per la definizione dei valori di riferimento (quelli dell’Osservatorio dell’Agenzia dell’Entrate sono infatti «puramente indicativi»). E ciò stride con l’urgenza di avere nuovi parametri catastali su cui applicare la “Service Tax” che dal 2014 deve soppiantare l’Imu. Un altro nodo è quello delle “competenze”. Un ruolo di primo piano avrebbe dovuto essere assegnato ai Comuni, per le operazioni di censimento con l’Agenzia del Territorio. Ma gli enti locali sono a corto di risorse e solo in extremis la commissione Finanze ha riconosciuto che agli enti locali dovranno essere riconosciuti degli incentivi per l’emersione degli immobili non censiti o non in regola.
“I cittadini potranno difendersi nel merito”
«La riforma del catasto apre ad un civile contraddittorio mai finora previsto dalla legislazione in materia. Sarà un catasto costruito insieme ai contribuenti, che parteciperanno ai lavori di erezione dello stesso». Ne è sicuro il presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone, che aggiunge: «Nuova è anche la concezione stabilita dalla legge delega dell’invarianza del gettito a livello comunale, mentre i contribuenti avranno la possibilità di difendersi anche nel merito e di far valutare valori e rendite nella loro congruità. È un catasto per superare sperequazioni e situazioni incoerenti». Intanto, fra le novità, la previsione di un abbattimento del carico fiscale per le abitazioni colpite da eventi calamitosi e la condivisione telematica dei dati tra Agenzia delle Entrate e uffici urbanistici dei Comuni.
LE SCHEDE
Il valore patrimoniale
Si partirà dall’individuazione di microzone, piccole porzioni di territorio omogenee. Per ciascuna di esse si troverà il valore medio di mercato al metro quadrato per ogni tipologia immobiliare. A questo si applicheranno dei coefficienti correttivi esterni (ubicazione e destinazione) e interni (scale, anno di costruzione, piano, esposizione, ascensore, tipo di riscaldamento e stato di manutenzione).
L’algoritmo
Tutti questi coefficienti daranno vita ad un algoritmo che può cambiare in modo significativo il valore iniziale al metro quadrato. Infine il valore così ottenuto andrà moltiplicato per il numero dei metri quadrati e il risultato sarà il valore patrimoniale. Il sistema precedente era invece basato sulla suddivisione in categorie e classi, con la moltiplicazione della tariffa d’estimo corrispondente per il numero di “vani” (definizione assai variabile).
La rendita
La nuova rendita partirà dai valori locativi annui espressi al metro quadrato (fonte Osservatorio immobiliare Agenzia del Territorio), ai quali si applicherà una riduzione in ragione delle spese (manutenzione straordinaria, amministrazione, assicurazioni, adeguamenti tecnici di legge) che si aggirano in media sul 50%. Il valore annuo al metro quadro verrà moltiplicato per la superficie e il risultato sarà la nuova rendita catastale.
FONTE: metronews.it
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