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venerdì 27 settembre 2013
Aumento Iva, stop col "trucco" su benzina e tasse sulle imprese
Il decreto per lo stop all'aumento dell'Iva slitta dopo il voto di fiducia chiesto da Letta tra lunedì e martedi prossimi. Insomma il governo non ha mantenuto le promesse. Da palazzo ChigiLetta fa sapere che "la fase di chiarimento politico di governo e maggioranza che si e' innescata travolge i provvedimenti economici che erano allo studio dell'esecutivo. Ora non si puo' dunque procedere con il decreto di correzione della manovra a cui si stava lavorando e se ne riparlera' dopo il chiarimento alle Camere, nell'eventuale fase di ripartenza dell'attivita' di governo".
Promesse da marinaio - Dunque dopo settimane di promesse e di annunci sullo stop dell'aumento dell'Iva dal 21 al 22 per centol'esecutivo fa marcia indietro. Il governo aveva rassicurato il Pdl dicendo di aver trovato le risorse per evitare l'aumento e non sforare il tetto del 3 per cento nel rapporto deficit/Pil imposto da Bruxelles. Fabrizio Saccomanni avrebbe recuperato 3,5 miliardi per mantenere l'Iva al 21 per cento almeno fino a dicembre. Il piano di Saccomannui però nasconde una "fregatura". Infatti le coperture per l'Iva verranno principalmente dall'aumento delle accise sulla benzina (2 centesimi al litro, che diventeranno 2,5 nel 2015), e da un ritocco degli acconti di Ires (dal 101 al 103%) e Irap.
Benzina alle stelle - Insomma i soldi risparmiati sugli acquisti, li pagheremo per spostarci con l'auto. E per di più in piena crisi, il governo scarica sulle imprese la pressione fiscale aumentando Ires e Irap. Di fatto dunque cambia poco. La "trovata" di via XX settembre che tanto piace a Letta non convince il Pdl: "Non voglio e non posso credere che le coperture trovate dal governo per rinviare l'aumento Iva al primo gennaio 2014 siano davvero quelle anticipate in queste ore da alcuni organi di stampa. Saremmo al teatro dell'assurdo. Un semplice rinvio, non la cancellazione dell'aumento, verrebbe finanziato con ulteriori aumenti di tasse e accise. Semplicemente inaccettabile", ha affermato l'azzurro Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera. (I.S)
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