Pechino appoggia i risultati del negoziato di Ginevra tra Kerry e il ministro degli Esteri russo Lavrov. Il segretario di Stato Usa a Gerusalemme per incontrare Netanyahu. L'appello dell'opposizione alla comunità internazionale: "Vietare missili e aerei contro le zone abitate"
L'attesa finisce domani, con i risultati e le prove del rapporto sulle armi chimiche degli ispettori della Nazioni Unite raccolte in Siria. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, dovrebbe presentare lunedì mattina al Consiglio di Sicurezza il rapporto degli esperti Onu. Lo rivelano fonti diplomatiche interne al Palazzo di Vetro.
Dopo l'accordo raggiunto da Russia e Usa su un primo tentativo diplomatico per risolvere la crisi siriana, che comporta la distruzione dell'arsenale chimico di Bashar al-Assad, le grandi potenze sembrano allineate. Il lavoro diplomatico durato tre giorni e portato avanti dal segretario di Stato Usa John Kerry e dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov (VIDEO), anche la Cina ha accolto "favorevolmente l'accordo" di Ginevra. Il ministro degli Esteri Wang Yi lo ha detto nel corso di un incontro col suo omologo francese Laurent Fabius, aggiungendo che questo accordo va a "placare le tensioni in Siria".
"Crediamo che l'accordo quadro allenterà l'attuale situazione di tensione che da un momento all'altro potrebbe essere innescata in Siria e creerà nuove prospettive per risolvere la questione delle armi chimiche attraverso mezzo pacifici", ha ribadito Wang Yi all'inizio degli incontri con la controparte francese Laurent Fabius, in visita a Pechino in un ulteriore sforzo diplomatico con cui tentare di trovare soluzione alla guerra civile siriana. La Francia, che sostiene i ribelli e ha interessi storici e strategici nella regione, ha appoggiato la proposta di una azione militare in risposta all'attacco con armi chimiche che il 21 agosto ha ucciso centinaia di persone alla periferia di Damasco, di cui ha attribuito la responsabilità al regime di Assad. La Cina, così come la Russia, in precedenza aveva bloccato le risoluzioni che al Consiglio di sicurezza avrebbero sanzionato il regime. Anche Fabius ha definito l'accordo un "passo avanti importante" pur precisando che "naturalmente non risolve tutto e ci sono un certo numero di cose ancora da verificare".
In Siria si continua a combattere e l'accordo non "fermerà Assad", continuano a dire i ribelli. La principale piattaforma dell'opposizione siriana ha chiesto infatti alla comunità internazionale di vietare al regime di Damasco, oltre alle armi chimiche, anche "l'uso dell'aviazione e dei missili balistici contro le zone abitate". Ma il viaggio diplomatico per evitare la guerra è ancora lungo. John Kerry oggi a Gerusalemme incontra il premier israeliano Benjamin Netanyahu, per aggiornarlo sull'accordo e discutere con lui il processo di pace con i palestinesi. La scorsa settimana Kerry aveva incontrato a Londra il presidente palestinese Mahmoud Abbas, volendo vedere i due leader mediorientali prima dell'Assemblea generale delle Nazioni unite, cui entrambi parteciperanno a fine mese. Da Gerusalemme, il segretario di Stato Usa volerà poi a Parigi, dove domani discuterà della questione siriana con il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius e con il segretario agli Esteri britannico William Hague.
Dopo l'accordo raggiunto da Russia e Usa su un primo tentativo diplomatico per risolvere la crisi siriana, che comporta la distruzione dell'arsenale chimico di Bashar al-Assad, le grandi potenze sembrano allineate. Il lavoro diplomatico durato tre giorni e portato avanti dal segretario di Stato Usa John Kerry e dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov (VIDEO), anche la Cina ha accolto "favorevolmente l'accordo" di Ginevra. Il ministro degli Esteri Wang Yi lo ha detto nel corso di un incontro col suo omologo francese Laurent Fabius, aggiungendo che questo accordo va a "placare le tensioni in Siria".
"Crediamo che l'accordo quadro allenterà l'attuale situazione di tensione che da un momento all'altro potrebbe essere innescata in Siria e creerà nuove prospettive per risolvere la questione delle armi chimiche attraverso mezzo pacifici", ha ribadito Wang Yi all'inizio degli incontri con la controparte francese Laurent Fabius, in visita a Pechino in un ulteriore sforzo diplomatico con cui tentare di trovare soluzione alla guerra civile siriana. La Francia, che sostiene i ribelli e ha interessi storici e strategici nella regione, ha appoggiato la proposta di una azione militare in risposta all'attacco con armi chimiche che il 21 agosto ha ucciso centinaia di persone alla periferia di Damasco, di cui ha attribuito la responsabilità al regime di Assad. La Cina, così come la Russia, in precedenza aveva bloccato le risoluzioni che al Consiglio di sicurezza avrebbero sanzionato il regime. Anche Fabius ha definito l'accordo un "passo avanti importante" pur precisando che "naturalmente non risolve tutto e ci sono un certo numero di cose ancora da verificare".
In Siria si continua a combattere e l'accordo non "fermerà Assad", continuano a dire i ribelli. La principale piattaforma dell'opposizione siriana ha chiesto infatti alla comunità internazionale di vietare al regime di Damasco, oltre alle armi chimiche, anche "l'uso dell'aviazione e dei missili balistici contro le zone abitate". Ma il viaggio diplomatico per evitare la guerra è ancora lungo. John Kerry oggi a Gerusalemme incontra il premier israeliano Benjamin Netanyahu, per aggiornarlo sull'accordo e discutere con lui il processo di pace con i palestinesi. La scorsa settimana Kerry aveva incontrato a Londra il presidente palestinese Mahmoud Abbas, volendo vedere i due leader mediorientali prima dell'Assemblea generale delle Nazioni unite, cui entrambi parteciperanno a fine mese. Da Gerusalemme, il segretario di Stato Usa volerà poi a Parigi, dove domani discuterà della questione siriana con il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius e con il segretario agli Esteri britannico William Hague.
FONTE: repubblica.it
Nessun commento:
Posta un commento