domenica 29 settembre 2013

Pansa: colpo di Stato, stiamo attenti a quello vero


La pazienza degli italiani è finita. Gli onorevoli del Pdl che accusano Napolitano e Letta di voler fare un golpe, dovrebbero stare attenti a ciò che dicono: ora le condizioni per farlo ci sono sul serio


È da tempo che dovrei aver smesso di indignarmi per le cavolate dei nostri politici. Ogni paese ha la classe dirigente che si merita. Per questo banale motivo l’Italia ha capi di partito, sottocapi, colonnelli e marescialli che non potrebbero essere più scadenti. Non sto dando un giudizio sull’intera nomenklatura nazionale, perché so che molti parlamentari sono degni di stima. Purtroppo nel mazzo emergono spesso i peggiori. Quelli che urlano di più e quasi sempre per dire bombastiche sciocchezze. 
 L’ultima, e la più grave, la va proclamando il vertice del Pdl ossia di Forza Italia, come il partito di Silvio Berlusconi si è ribattezzato. Da giorni la corrente dei falchi grida che contro il Cavaliere è in atto un colpo di stato. Deciso e attuato da quanti lo vogliono morto. Una banda di golpisti che va dal presidente della Repubblica in giù, sino all’ultimo parlamentare democratico. Ed è proprio lo sbandierare l’accusa di golpismo che mi ha fatto imbestialire o, per dirla in modo soft, trasecolare. 
 Ho imparato, talvolta anche a mie spese, che l’ignoranza è sempre la madre di tutte le cazzate. Accade così anche nel vertice berlusconiano. Questi signori e signore non conoscono neppure alla lontana che cosa sia un golpe. Dovrebbero perdere cinque minuti su Internet per imparare qualche nozione sui colpi di stato. Vadano a vedere che cosa è successo in Grecia, in Argentina, in Cile dove i militari golpisti si sono macchiati di nefandezze orrende. Stadi pieni di oppositori arrestati. Annullamento di tutte le libertà. Torture nefande. Esecuzioni di massa. Persino mattanze barbare, come quelle di lanciare in mare dagli aerei centinaia di persone destinate a sparire nel nulla, i desaparecidos.  
 Sta avvenendo tutto questo in Italia? Mi sembra di no. Dunque è da irresponsabili gridare che il Quirinale, Palazzo Chigi e le stanze del vertice democratico stiano attuando un golpe. Per restare al fumetto, ve lo immaginate Gugliemo Epifani che, in tuta mimetica e il mitragliatore imbracciato, si presenta nella nuova sede di Forza Italia ad arrestare l’onorevole Daniela Santanché, la mitica Pitonessa? Io no, la mia fantasia non arriva a tanto. 
 Chi urla al golpe non si rende conto di scherzare con il fuoco. E il fuoco cova dentro i pensieri di tanti italiani qualunque. È una tetra scoperta che sto facendo da qualche settimana. Quando vado all’edicola per comprare i giornali, in un negozio, in un bar, in una libreria, m’imbatto sempre in qualcuno che mi riconosce e dice: «Lei che fa il giornalista lo scriva quello che sarebbe necessario in Italia». «E di che cosa si tratta?». «Ci vorrebbe un’autorità superiore, che spazza via i partiti, s’impossessa del governo e fa l’indispensabile che i politici non sanno o non vogliono fare». Domando: «Lei pensa a un’autorità militare?». Mi rispondono: «Un’autorità qualsiasi, anche in divisa, che ci metta al riparo delle bande di sinistra e di destra». 
 Mi sembra chiaro da dove venga questo desiderio di un potere diverso e autoritario capace di sostituirsi a quello vecchio, che ha ancora il boccino in mano però non sa servirsene.  Prima di tutto viene dal rifiuto dei partiti odierni, considerati in blocco impotenti a guidare un paese nei guai come il nostro. Poi viene dalla rabbia di constatare che si sta preparando un’altra crisi di governo nel momento meno opportuno. Infine c’è la convinzione che andare a elezioni anticipate non servirebbe a nulla. Soprattutto se il Parlamento non fosse in grado varare una legge elettorale in grado di portarci a un risultato chiaro, dove si veda subito chi ha vinto e chi ha perso. 
 Ho descritto in modo sommario uno stato d’animo che accomuna elettori di centrosinistra e centrodestra. Tra i primi, non mancano cittadini di sinistra che incolpano il Partito democratico di aver mostrato una fretta eccessiva nell’accelerare le procedure per la decadenza di Berlusconi. Si domandano: perché Epifani & C. non hanno voluto sottoporre alla Corte costituzionale la legge Severino per un chiarimento definitivo? Il Cavaliere è agli sgoccioli, lo aspettano altri processi, il suo ciclo di leader politico è finito. Che importanza poteva avere un paio di mesi in più, prima di privarlo dello scudo parlamentare? 
 Gli elettori di centrodestra che mi capita di incontrare temono soprattutto le conseguenze che una crisi di governo avrà sulla sorte incerta del paese. Non ragiona così soltanto il signor Ferruccio Torri, autore di una lettera inviata al Giornale e pubblicata sabato sulla prima pagina del quotidiano di Alessandro Sallusti. Torri scrive: «L’impressione è che ai problemi del Paese si antepongano gli interessi personali col rischio di allontanare noi elettori. Berlusconi si faccia da parte, combatta le sue battaglie privatamente e indichi un leader a cui affidare le nostre speranze. La decisione delle dimissioni di massa è folle in un periodo come l’attuale». 
La pensano nello stesso modo molti altri. Guardano con timore all’eventualità di un voto anticipato. Non hanno nessuna certezza che Forza Italia sia in grado di vincere le elezioni. Uno mi ha detto: «Se perdiamo adesso, perderemo per sempre. La sinistra comanderà per cinque anni. Sino al 2018 e forse più in là. A quella data Berlusconi sarà un ottantenne senza forze. E il nostro partito non ci sarà più. E non ci sarà più nemmeno l’Italia». 
 In molti avvertono quello che provo anch’io. Per decenni non ho mai avuto paura del futuro, né di quello mio né di quello della nostra nazione. Ma adesso mi domando ogni mattina che destino ci aspetti. Confesso che non mi preoccupo dei giovani e non appartengo alla parrocchia di chi pensa che gli abbiamo rubato il futuro. 
Ho avuto anch’io venti, trenta, quarant’anni. E mi sentivo capace di conquistare il mondo. Con un’arma imbattibile: la giovinezza e la grande forza vitale che ne deriva. Per questo, oggi che l’età verde è soltanto un ricordo lontano, mi turba la sorte di noi anziani. Che fine faranno i nostri risparmi, la possibilità di curarsi se ci ammaliamo, la nostra casa, l’ordine sociale, la sicurezza di essere tutelati dalla violenza criminale e politica? 
 Stiamo diventando un paese dove la gente vive a lungo. E ha paura di imbattersi in qualche nemico sconosciuto. Con questi chiari di luna, i parlamentari di Berlusconi firmano le dimissioni in massa. Ecco una vera pazzia da irresponsabili suicidi. Insieme alla lettera al Giornale che ho già citato, mi ha colpito su Italia Oggi un’intervista di Alessandra Ricciardi al capogruppo della Lega al Senato, Massimo Bitonci. Il senatore leghista ha detto: «Quando si minacciano le dimissioni, poi bisogna darle. Altrimenti diventano un boomerang. E gli elettori non dimenticano». 
 E come se non bastasse si moltiplicano le voci che qualche Procura della repubblica sarebbe pronta ad arrestare il Cavaliere non appena sarà decaduto. Non chiedetemi se ho fiducia in tutti i pubblici ministeri delle tante procure italiane. Ho fiducia in alcuni, ma in altri no. 
La faziosità politica è un virus che ormai dilaga dovunque. So bene che ci sono piemme vogliosi di passare alla storia per aver mandato in carcere un Caimano ultrasettantenne. Ma ne farebbero un martire. E soprattutto rivelerebbero di essere loro i veri golpisti. Pronti a impugnare il codice penale al posto del mitragliatore.

FONTE: Giampaolo Pansa (liberoquotidiano.it)

Tre grandi firme del fumetto raccontano le capitali della nuova Europa

Tre grandi firme del fumetto raccontano le capitali della nuova Europa


Fior, Guibert e Feuchtenberger sono già in viaggio fra Roma, Berlino e Parigi per ritrarre in forma di illustrazioni le metropoli al tempo della crisi. 


Tre grandi artisti del fumetto contemporaneo, tre città intriganti tutte da raccontare. Si snoda tra Roma, Parigi e Berlino il progetto di scambio culturale che porta Manuele Fior, Emmanuel Guibert e Anne Feuchtenberger in viaggio per l'Europa con carta, matite e pennelli per disegnare come la vita è cambiata nel corso della crisi. Presto arriveranno su Repubblica.it  i loro diari di viaggio e reportage a fumetti: c'è da aspettarsi molto se è vero che il graphic journalism  è uno dei generi distintivi del ventunesimo secolo, capace di cogliere aspetti della realtà in profondità, alternando poesia  e denuncia, impressioni soggettive e approccio giornalistico. 

Il progetto. L'idea parte dal Goethe Institut e dall'Institut Francais: invitare tre importanti autori contemporanei a passare un po' del loro tempo in tre città simbolo dell'Unione Europea. Uno scambio: l'italiano Fior andrà a Parigi e Berlino, la tedesca Feuchtenberger a Roma e Parigi, il francese Guibert a Berlino e Roma. In viaggio fino al 10 ottobre, prenderanno appunti, butteranno giù schizzi, si lasceranno conquistare, ammaliare o scandalizzare da tre metropoli così rappresentate da cinema e letteratura. E produrranno le loro tavole a fumetti, che a poco a poco vedrete sul nostro sito in una sorta di cronaca in diretta del viaggio e delle impressioni dei tre disegnatori . "L'Europa in una nuvoletta", questo il nome del progetto, presentato al Palazzo Incontro di Roma,  punta così a rappresentare in maniera innovativa e d'autore la vita quotidiana nel nostro continente. 

Il concorso. A raccontare l'Europa al tempo della crisi saranno anche studenti, tirocinanti e laureandi di scuole di fumetto, Accademie di Belle Arti e altri enti di formazione, italiani, tedeschi e francesi. A loro e a tutti i disegnatori e fumettisti con meno di 40 anni residenti in Italia, Germania e Francia è rivolto il concorso "Generazione indignati". In pratica si chiede un reportage a fumetti o disegnato, il tema è in linea con i lavori sulla crisi di Fior, Guibert e Feuchtenberger: le nuove vie dell'impegno dei giovani, dall'attivismo sui social network fino alla disobbedienza civile. Le opere, in formato A3 o A4 e della lunghezza massima di 4 pagine, devono essere inviati tramite upload sulla Community "Generazione Indignati" del sito del Goethe Institut. Il termine ultime è il 22 novembre. Tra i premi, anche quello della giuria di Repubblica.it.

I tre artisti. Stili e sensibilità diverse, accomunati dalla alta qualità delle loro opere. I lettori di Repubblica conoscono bene Manuele Fior, per le sue illustrazioni a "Una certa idea di mondo", la rubrica in cui Alessandro Baricco racconta i migliori libri letti negli ultimi anni. Ma Fior è un autore di portata internazionale: con il graphic novel "Cinquemila chilometri al secondo" (2010) ha vinto il premio per Miglior Album al Festival di Angoulême (è in pratica l'Oscar del fumetto). Laureato in architettura a Venezia, ha lavorato per anni a Berlino, oggi vive a Parigi e collabora con molte testate italiane e non, tra cui il New Yorker e Le Monde. Abituato a sperimentare sul colore, nel lavoro più recente, "L'intervista" (2013), prova invece un bianco e nero ricercato per raccontare una storia di fantascienza molto introspettiva.

Il francese Emmanuel Guibert è, per tratto e approccio, il più realista dei tre. Ha disegnato un'opera fondamentale del fumetto contemporaneo, "Il fotografo" (2003-2007): un reportage ma anche un romanzo di viaggio sul lavoro di Medici Senza Frontiere nell'Afghanistan dei mujaheddin, in cui le sue vignette si uniscono alle fotografie di Didier Lefèvre. Lo stesso mix di fumetto e fotogiornalismo per "Alain e i Rom" (2009), con il fotografo Alain Kler, un viaggio nei campi Rom di mezza Europa. E' invece quasi un'opera di ricerca etnografica  " La guerra di Alan" (2000-2008), sulle memorie di guerra di un amico che ha combattuto durante la Seconda guerra mondiale.  

Più onirica, per segno e argomenti, la tedesca Anne Feuchtenberger. Illustratrice e insegnante della Scuola superiore di scienze applicate di Amburgo, privilegia il bianco e nero, pubblica i suoi disegni su quotidiani come "Die Zeit" e "Frankfurter Allgemeine Zeitung", ma realizza anche locandine per il teatro e graphic novel. Con la scrittrice Katrin de Vries ha pubblicato "La puttana P getta il guanto" (2003). In Italia è uscito anche "Quando muore il mio cane mi faccio una giacca" (2005), libro di illustrazioni ipnotico e misterioso. 

Autori molto diversi, insomma: le loro Roma, Berlino e Parigi saranno tutte da scoprire.

FONTE: Francesco Fasiolo (repubblica.it)

sabato 28 settembre 2013

Confesercenti, allarme crisi: in 8 mesi 20mila imprese in meno. Roma la capitale delle chiusure


L'osservatorio dell'associazione dei commercianti: per colpa della crisi le città si stanno svuotando


Per colpa della crisi, le città si stanno svuotando di bar, ristoranti e hotel. Ma, soprattutto, è drammatico il tracollo della moda: nei primi 8 mesi dell'anno, una cessazione su 4 nel commercio è un negozio di abbigliamento. È la fotografia scattata dall'osservatorio di Confesercenti sul commercio e turismo.

Il 2013 è dunque ancora un anno nero per il settore del commercio e turismo. Nei primi 8 mesi, hanno chiuso i battenti 50 mila imprese, con 32 mila cessazioni nel commercio e 18 mila nel turismo. Considerando l'avvio di nuove attività, il saldo è negativo di quasi 20 mila unità. Se continua così, a fine 2013 si saranno perse per sempre 30 mila imprese e almeno 90 mila posti di lavoro, sostiene ancora l'osservatorio di Confesercenti. Complessivamente, nei primi otto mesi dell'anno si registra nel commercio al dettaglio in sede fissa un saldo negativo di 14.246 imprese, a fronte di 18.208 nuove aperture e 32.454 chiusure. Soffrono anche le attività di alloggio e ristorazione, che perdono per sempre 5.111 attività, con 12.623 nuove imprese e 17.734 cessazioni.

Ma ecco nel dettaglio la situazione in cui versano i singoli settori. Si comincia dal catering. Rallenta, infatti, anche il settore commerciale della ristorazione collettiva che comprende i servizi di banqueting e catering legati a produzione e distribuzione di pasti pronti per la clientela: da gennaio ad agosto si contano, infatti, 112 attività in meno tra ditte specializzate di catering e mense delle scuole e degli ospedali. La desertificazione sta cambiando sempre più il volto dei nostri centri urbani, svuotandoli: secondo i dati raccolti dall'Osservatorio di Confesercenti, nei primi otto mesi del 2013 hanno visto per sempre abbassare le saracinesche ben 2.035 attività commerciali che operano servizio di bar sul territorio nazionale: a fronte di 5.806 iscrizioni, infatti, si sono registrate ben 7.841 cessazioni.

Non si profila certo un futuro migliore per il settore della ristorazione: qui, infatti, si sono spente per sempre le luci di ben 2.583 attività imprenditoriali da inizio anno: a 5.909 iscrizioni hanno corrisposto 8.492 cessazioni a fine agosto. La Campania svetta al primo posto con 289 imprese della ristorazione chiuse per sempre.

Ma è Roma la capitale delle chiusure: da gennaio ad agosto nella città sono spariti per sempre 223 ristoranti, record di saldo negativo fra tutte le città italiane con 300 iscrizioni e ben 523 cessazioni rilevate: quasi due chiusure al giorno. Che sommate al saldo negativo di 194 imprese di servizio bar ci consegnano il record di ben 417 imprese polverizzate fino ad oggi.

Sul fronte di alberghi e alloggi, in Italia, secondo i dati dell'Osservatorio Confesercenti, hanno per sempre chiuso i battenti ben 371 strutture ricettive: saldo negativo risultante dal confronto tra le 830 iscrizioni e le 1.201 cessazioni registrate fino alle fine del mese di agosto. Questa volta il triste primato lo conquista la regione dell'Emilia Romagna, con 58 imprese scomparse nei primi otto mesi, seguita dalla Campania con un saldo negativo di 51 imprese e la Sicilia che perde 43 imprese del settore alloggio a pari merito con il Trentino Alto Adige/SudTirol in cui il turismo montano rappresenta il motore economico del territorio: anche qui sono state perse per sempre altre 43 imprese ricettive.

Continua, intanto, il tracollo della moda. La distribuzione moda è il settore che soffre di più la crisi del commercio: nei primi otto mesi hanno aperto solo 3.400 nuove attività nel comparto abbigliamento e tessile, a fronte di 8.162 chiusure, per un saldo negativo di 4762 unità. Praticamente, una cessazione su 4 nell'ambito del commercio al dettaglio è da attribuire a questo comparto. E continua il processo di desertificazione urbana, che sta portando alla rapida scomparsa dei negozi di vicinato del dettaglio alimentare dai nostri centri urbani. Prendendo in esame i comuni capoluogo di regione, i dati Confesercenti rivelano che la media di esercizi ogni mille abitanti è scesa sotto l'unità quasi ovunque, con l'eccezione di Napoli, dove si registrano quasi 2 negozi di vicinato alimentari ogni 1000 abitanti e Cagliari, Bari, Firenze, Genova, Palermo e Venezia, con poco più di un negozio ogni mille persone. Maglia nera a Trento e a Bolzano. In quest'ultimo centro, in particolare, rimangono solo 5 negozi di vicinato di carni e 9 di ortofrutta.

FONTE: ilmessaggero.it

venerdì 27 settembre 2013

Aumento Iva, stop col "trucco" su benzina e tasse sulle imprese


Un governo di
buffoni: salta
stop all'Iva
Sarà al 22%

Il decreto per lo stop all'aumento dell'Iva slitta dopo il voto di fiducia chiesto da Letta tra lunedì e martedi prossimi. Insomma il governo non ha mantenuto le promesse. Da palazzo ChigiLetta fa sapere che "la fase di chiarimento politico di governo e maggioranza che si e' innescata travolge i provvedimenti economici che erano allo studio dell'esecutivo. Ora non si puo' dunque procedere con il decreto di correzione della manovra a cui si stava lavorando e se ne riparlera' dopo il chiarimento alle Camere, nell'eventuale fase di ripartenza dell'attivita' di governo". 

Promesse da marinaio - Dunque dopo settimane di promesse e di annunci sullo stop dell'aumento dell'Iva dal 21 al 22 per centol'esecutivo fa marcia indietro. Il governo aveva rassicurato il Pdl dicendo di aver trovato le risorse per evitare l'aumento e non sforare il tetto del 3 per cento nel rapporto deficit/Pil imposto da Bruxelles. Fabrizio Saccomanni avrebbe recuperato 3,5 miliardi per mantenere l'Iva al 21 per cento almeno fino a dicembre. Il piano di Saccomannui però nasconde una "fregatura". Infatti le coperture per l'Iva verranno principalmente dall'aumento delle accise sulla benzina (2 centesimi al litro, che diventeranno 2,5 nel 2015), e da un ritocco degli acconti di Ires (dal 101 al 103%) e Irap. 

Benzina alle stelle - Insomma i soldi risparmiati sugli acquisti, li pagheremo per spostarci con l'auto. E per di più in piena crisi, il governo scarica sulle imprese la pressione fiscale aumentando Ires e Irap. Di fatto dunque cambia poco. La "trovata" di via XX settembre che tanto piace a Letta non convince il Pdl: "Non voglio e non posso credere che le coperture trovate dal governo per rinviare l'aumento Iva al primo gennaio 2014 siano davvero quelle anticipate in queste ore da alcuni organi di stampa. Saremmo al teatro dell'assurdo. Un semplice rinvio, non la cancellazione dell'aumento, verrebbe finanziato con ulteriori aumenti di tasse e accise. Semplicemente inaccettabile", ha affermato l'azzurro Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera.  (I.S)

giovedì 26 settembre 2013

Letta: «Serve un chiarimento per la stabilità l'Italia non può permettersi di tornare indietro»



«Domani appena atterrato a Roma mi reco da Napolitano per un chiarimento su come andare avanti». 
La missione del governo italiano a New York «è stata un'occasione per presentare l'Italia», ma la positività di questi giorni «è stata rovinata da quello che è successo a Roma». «Non c'è alcun colpo di Stato in corso. In Italia c'è lo stato di diritto. Siamo di fronte all'arrovellamento attorno al futuro di una forza politica e del suo leader».

Lo ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta, durante una conferenza stampa a margine dei lavori della 68esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Una volta rientrato a Roma «voglio chiedere un chiarimento su Governo e su Parlamento», per capire «dove vogliamo andare» in vista della legge di stabilità, ha detto Letta. E proprio per questo il presidente del Consiglio ha annunciato di volersi recare domani al Quirinale dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano per definirne le modalità. «Deve esserci un chiarimento, all'interno del Governo e in Parlamento, dobbiamo verificare se c'è volontà di andare avanti, su quali prospettive e su che basi», ha detto il presidente del Consiglio. Quello che è successo a Roma, con un riferimento alle annunciate dimissioni di massa dei parlamentari del Pdl, «è stata un'umiliazione non per me ma per l'Italia».

«Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si conferma come punto di riferimento centrale per il nostro paese, una guida ferma. Condivido le sue parole dalla prima all'ultima». «Un chiarimento su dove vogliamo andare -ha proseguito il premier- perchè è assolutamente essenziale in questo momento dare chiarezza e stabilità. Ci troviamo di fronte al momento di preparazione della legge di stabilità, che sarà il cuore del progetto di rilancio del Paese nel prossimo anno. Un chiarimento che ritengo essenziale, dobbiamo andare in Parlamento a verificare se c'è la volontà di andare avanti, su quali prospettive, con quali comportamenti e su quali basi».

FONTE: ilmessaggero.it

mercoledì 25 settembre 2013

Per il redditometro anche i minori sono evasori

UN REDDITOMETRO DA PAZZI: 
anche i minori sono evasori


I ragazzini nell'occhio del ciclone: Panorama domani in edicola svela perché i minori rischiano di vedersi arrivare i finanzieri in cameretta

Così com'è il redditometro non va bene. Al Garante per la privacy è bastato un primo e veloce sguardo per dire che lo strumento ideato dall'Agenzia delle entrate per contrastare l'evasione fiscale non va bene. Lo dice Panorama in un articolo pubblicato sul numero che sarà da domani in edicola. 
Bambini - Secondo il malefico strumento di rilevazione, in Italia esisterebbero circa 2milioni di minorenni  "incongrui": dichiarano un reddito troppo basso per poter pagare l'affitto. Questo succede perché il redditometro considera chiunque non abbia una casa di proprietà un fittuario in grado di pagare, in media, 700 euro mensili. Non fa alcuna distinzione, il redditometro, ed ecco che nella statistica ci finiscono i ragazzini. Loro sperano, però, di non trovarsi i finanzieri in cameretta.

FONTE: liberoquotidiano.it

martedì 24 settembre 2013

Allarme degli scienziati Onu: 12 anni per salvare la Terra


Non lascia molti spazi alla speranza l'atteso Quinto Rapporto dell'Ipcc, l'organismo creato dalle Nazioni Unite per investigare sul cambiamento climatico. Quattro scenari: nel peggiore un riscaldamento globale di 3.7 gradi e aumento dei livelli dei mari di 62 centimetri

Il mondo non riuscirà a mantenere il riscaldamento climatico sotto i due gradi rispetto all'epoca preindustriale. Non lascia molti spazi alla speranza l'atteso Quinto Rapporto dell'Ipcc (Intergovernamental panel on climate change), l'organismo creato dalle Nazioni Unite per investigare sul cambiamento climatico, che è stato insignito del premio Nobel per la pace. L'Ipcc si è riunito oggi a Stoccolma rivedere e approvare il "sommario per i decisori politici" del quinto rapporto, che sarà reso pubblico venerdì. Ma da quanto filtra il quadro è gia chiaro.

Dalle bozze che circolano, ormai pressoché definitive, emerge con nettezza che il combinato disposto delle emissioni di gas serra causate dall'uomo combiante con l'inazione della politica che inquesti decenni ha prodotto il largamente inconcludente "protocollo di Kyoto" ma si è mostrata incapace di frenarle davvero produrrà un mondo ben più caldo di quei 2 gradi ritenuti il margine massimo accettabile per non avere conseguenze gravi sugli ecosistemi e sulle attività umane.

Secondo lo scenario più ottimista, quello che prevede un riscaldamento di "solo" un grado (range 0.3/1.7 gradi) entro il 2081-2100 - e quindi di 1 grado e 74 rispetto al 1850 - avremmo 12 anni e mezzo per tentare l'impossibile: stabilizzare le concentrazioni di Co2 ad un livello di 421 ppm (parti per milione). Che la missione sia assolutamente impossibile lo dice il fatto che (dati agosto 2013), le concentrazioni di Co2 in atmosfera sono già a quota 395.1 e che l'aumento medio annuale è stato (periodo 2003-2012) di 2.07 ppm. Ci restano quindi appena 26 ppm da "bruciare" e lo faremo in circa 12 anni e mezzo, quindi nel 2025. Considerando che un accordo globale per tagliare le emissioni non entrerà in vigore prima del 2020, in 5 anni sarà impossibile farcela (e visto che le emissioni restano in atmesfera per decenni e non possono essere tagliate significativamente da un anno all'altro, lo sarebbe comunque anche se iniziassimo a tagliare vigorosamente adesso).

Questo significa che il mondo che lasceremo ai nostri pronipoti sarà molto più caldo dei proverbiali due gradi rispetto all'epoca preindustriale. Nel quinto rapporto l'Ipcc fa quattro scenari. Il primo, quello "ottimista", prevede per fine secolo un riscaldamento di un grado rispetto alle medie 1986-2005 (aumento che andrebbe sommato agli 0,74 gradi già registrati) e un aumento medio del livello dei mari di 40 centimetri. Ma già con il secondo, ben più realistico (livello di 538 ppm, che è raggiungibile se si tagliasse seriamente dopo il 2020) si sale a 1.8 gradi (range da 1.1 a 2.6 gradi) e un aumento del livello del mare di 47 centimetri. Il terzo e quarto scenario sono ancora peggiori, con 2.2 e 3.7 gradi e aumenti dei livelli dei mari di 47 e 62 centimetri. Lasciando il quarto scenario nel novero del molto poco probabile (dato che prevede concentrazioni di Co2 ad un livello monstre di 936 ppm, quindi più del doppio delle attuali), anche il secondo scenario è comunque assai preoccupante.

L'Ipcc ci ha avvertito, ora tocca ai governi decidere se continuare a voltarsi dall'altra parte o anticipare di qualche anno l'accordo globale che ridurrebe il danno causato da un modello energetico basato sui combustibili fossili.

FONTE: Alessandro Farruccia (qn.quotidiano.net)

lunedì 23 settembre 2013

ARRIVA ALLA CAMERA LA RIFORMA DEL CATASTO



Oggi inizia la discussione sulla rivoluzione dei valori e delle rendite

Roma. Approda oggi alla Camera, nell’ambito del pacchetto della delega fiscale, la riforma per svecchiare metodologie e valori catastali rimasti immutati per oltre 70 anni. In commissione Finanze si è arrivati ad un testo condiviso (contrario solo il M5S) che rivoluziona la materia. Un terreno delicatissimo perché quasi tutte le imposte sulla casa - pari a circa 40 miliardi di euro - sono basate sulle rendite catastali e dunque uno spostamento anche minimo può provocare oscillazioni abnormi (ma la riforma ha come paletto l’invarianza di gettito).

Una materia delicatissima

Vanno in pensione i vani, le classi e le categorie per far posto ai metri quadrati (metodo che dovrebbe avvantaggiare le abitazioni più piccole), alle microzone omogenee e agli immobili-tipo. I tempi per vedere la rivoluzione trasformata in realtà rischiano però di essere lunghi, sia per l’estesa ricognizione sulle unità immobiliari (necessari almeno 5 anni) che per la definizione dei valori di riferimento (quelli dell’Osservatorio dell’Agenzia dell’Entrate sono infatti «puramente indicativi»). E ciò stride con l’urgenza di avere nuovi parametri catastali su cui applicare la “Service Tax” che dal 2014 deve soppiantare l’Imu. Un altro nodo è quello delle “competenze”. Un ruolo di primo piano avrebbe dovuto essere assegnato ai Comuni, per le operazioni di censimento con l’Agenzia del Territorio. Ma gli enti locali sono a corto di risorse e solo in extremis la commissione Finanze ha riconosciuto che agli enti locali dovranno essere riconosciuti degli incentivi per l’emersione degli immobili non censiti o non in regola.

“I cittadini potranno difendersi nel merito”

«La riforma del catasto apre ad un civile contraddittorio mai finora previsto dalla legislazione in materia. Sarà un catasto costruito insieme ai contribuenti, che parteciperanno ai lavori di erezione dello stesso». Ne è sicuro il presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone, che aggiunge: «Nuova è anche la concezione stabilita dalla legge delega dell’invarianza del gettito a livello comunale, mentre i contribuenti avranno la possibilità di difendersi anche nel merito e di far valutare valori e rendite nella loro congruità. È un catasto per superare sperequazioni e situazioni incoerenti». Intanto, fra le novità, la previsione di un abbattimento del carico fiscale per le abitazioni colpite da eventi calamitosi e la condivisione telematica dei dati tra Agenzia delle Entrate e uffici urbanistici dei Comuni.



LE SCHEDE

Il valore patrimoniale

Si partirà dall’individuazione di microzone, piccole porzioni di territorio omogenee. Per ciascuna di esse si troverà il valore medio di mercato al metro quadrato per ogni tipologia immobiliare. A questo si applicheranno dei coefficienti correttivi esterni (ubicazione e destinazione) e interni (scale, anno di costruzione, piano, esposizione, ascensore, tipo di riscaldamento e stato di manutenzione).

L’algoritmo

Tutti questi coefficienti daranno vita ad un algoritmo che può cambiare in modo significativo il valore iniziale al metro quadrato. Infine il valore così ottenuto andrà moltiplicato per il numero dei metri quadrati e il risultato sarà il valore patrimoniale. Il sistema precedente era invece basato sulla suddivisione in categorie e classi, con la moltiplicazione della tariffa d’estimo corrispondente per il numero di “vani” (definizione assai variabile).

La rendita

La nuova rendita partirà dai valori locativi annui espressi al metro quadrato (fonte Osservatorio immobiliare Agenzia del Territorio), ai quali si applicherà una riduzione in ragione delle spese (manutenzione straordinaria, amministrazione, assicurazioni, adeguamenti tecnici di legge) che si aggirano in media sul 50%. Il valore annuo al metro quadro verrà moltiplicato per la superficie e il risultato sarà la nuova rendita catastale.

FONTE: metronews.it

sabato 21 settembre 2013

Caso Marò a una svolta, ministri indiani verso la chiusura dell'inchiesta De Mistura rinvia la partenza da Delhi


Tre ministri indiani lavorano in queste ore con con la polizia investigativa Nia per trovare un meccanismo che permetta di chiudere l'inchiesta che coinvolge i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. 
Lo si è appreso a New Delhi. Per questo, l'inviato del governo Staffan de Mistura ha deciso di rinviare la sua partenza da Delhi.

«Di fronte a questa situazione in movimento - ha dichiarato all'ANSA l'inviato del governo Staffan de Mistura - ho deciso di rinviare la mia partenza da Delhi. Ho intenzione di restare fino a quando le autorità indiane non risolveranno il problema». De Mistura ha in seguito sottolineato: «Al momento, grazie anche alla nostra azione vedo degli spiragli positivi e quindi ho deciso di restare perchè sia costante la pressione volta al reperimento di una soluzione che permetta di andare avanti».

L'inviato del governo ha spiegato che, «di fatto, le indagini della Nia sono concluse e resta solo la nota questione dell'interrogatorio dei quattro Marò», che con Latorre e Girone formavano il team di sicurezza della Enrica Lexie il 15 febbraio 2012, giorno dell'incidente in cui trovarono la morte due pescatori indiani. «La nostra posizione - ha concluso - è chiara: i quattro sono a disposizione ma non verranno in India. Per cui la Nia deve essere autorizzata a procedere in un altro modo per raccogliere le loro dichiarazioni».

È possibile che sulla base del materiale a loro disposizione gli investigatori della Nia abbiano qualche difficoltà a presentare capi di imputazione solidamente motivati nei confronti degli imputati, per cui l'interrogatorio di Renato Voglino, Massimo Andronico, Antonio Fontana e Alessandro Conte viene considerato essenziale. I ministri indiani che lavorano al caso sono quelli degli Esteri, degli Interni e della Giustizia.


FONTE: ilmessaggero.it

mercoledì 18 settembre 2013

Mef: tetto compensi a 294mila euro per i vertici di Anas, Rai e Ferrovie


Lo schema di decreto trasmesso al Parlamento per i pareri prevede un tetto per gli stipendi degli amministratori delegati di Anas, Rai e Ferrovie. Importi inferiori a manager delle altre 18 società controllate

Roma, 18 settembre 2013 - Tetto a 294 mila euro lordi per gli stipendi dei vertici di Anas, Rai e Ferrovie dello Stato, pari al trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione. Per le altre 18 società controllate dal Tesoro il limite è stato fissato all’80 e al 50 per cento di quella quota, a seconda del “valore della produzione”, degli investimenti e del numero dei dipendenti “degli ultimi tre esercizi” che le inserisce nella seconda o terza fascia. Lo prevede lo schema di decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze tramesso al Parlamento per i pareri delle commissioni Bilancio di Camera e Senato.
Il Mef spiega di aver adottato “un criterio proporzionale”. Il comma 2 del decreto individua i soggetti a cui applicare il tetto massimo di riferimento. “All’ammininistratore delegato - si legge nello schema -, ovvero al presidente, qualora lo stesso sia l’unico componente del consiglio di amministrazione al quale siano state attribuite deleghe”. Nei casi di cumuli di incarichi, precisa il Mef, “il limite retributivo fissato dal decreto si applica ai due compensi cumulati”. Della seconda fascia fanno parte Invitalia, Coni Servizi, Consip, Enav, Gse, Ipzs, Sogei e Sogin. Nella terza fascia risultano Consap, Eur, Arcus, Cinecittà Luce, Italia Lavoro, Ram, Sicot, Mefop, Sogesid, Studiare Sviluppo. Il Mef sottolinea che lo stipendio lordo del primo presidente della Cassazione viene comunicato annulamente dai ministeri della Giustizia e della Pubblica amministrazione al dicastero di via XX Settembre.
FONTE: quotidiano.net

lunedì 16 settembre 2013

Concordia, il relitto si stacca dagli scogli e comincia a spostarsi: via alla rotazione del relitto al Giglio

A sinistra la Concordia in sollevamento. A destra, prima della manovra


La nave si è staccata dagli scogli, fiancata deformata. Al Giglio tv da tutto il mondo, 500 persone al lavoro. Orlando: ci sono le condizioni per chiedere i danni ambientali


È alta circa 4 metri, finora, la parte di Concordia emersa dall'acqua dall'inizio delle operazioni di rotazione. 
È il calcolo 'a occhio' che fanno i tecnici. Gli esperti spiegano comunque che non si tratta di un criterio di valutazione rigoroso, perchè durante l'operazione la nave subisce delle deformazioni. Il criterio scientifico per valutare l'avanzamento dei lavori è quello dei gradi: al momento sono 11.

Ha cominciato a spostarsi il relitto della Concordia. E' iniziata stamani alle 9, con circa 3 ore di ritardo rispetto al previsto per il temporale che nella notte si è abbattuto sul Giglio, la rotazione del relitto della nave della Costa naufragata il 13 gennaio 2012, una tragedia che provocò la morte di 32 persone, due ancora disperse dentro il relitto.

Intorno a mezzogiorno la nave si è staccata dallo scoglio, superando quella che per gli esperti era la fase più incerta. Lo scafo ha già compiuto una rotazione di 3 gradi ed è riemerso di qualche metro. Tutto procede secondo i piani e l'operazione dovrebbe essere conclusa in circa 12 ore. Nessuna criticità ambientale.

Il "parbuckling". Quasi due anni dopo il naufragio, via quindi finalmente al "parbuckling", così viene chiamata l'operazione di raddrizzamento che riporterà in posizione verticale la Concordia e che costerà, secondo alcune stime, circa 600 milioni di euro a carico delle assicurazioni. Cinquecento gli uomini al lavoro. Al Giglio presenti tv da tutto il mondo, 350 i giornalisti sull'isola.

Il relitto si sposta. Come da programma, due ore dopo l'avvio delle operazioni di parbuckling, già lo spostamento della Concordia comincia a essere visibile. La parte che sta emergendo dal mare, circa un metro, è chiaramente distinguibile, per il suo colore scuro, rispetto a quella che è da sempre rimasta fuori dall'acqua. La prima fase delle operazioni è quella del distacco dagli scogli: il relitto poggia su due speroni di roccia che l'hanno in parte penetrato e dai quali lo scafo deve disincagliarsi.

La deformazione nella fiancata. La rotazione della Concordia sta avvenendo «secondo le previsioni» ma dalle informazioni raccolte da strumenti e telecamere la fiancata di dritta, cioè quella sommersa, presenta una «significativa deformazione» che potrà essere verificata meglio solo a operazione conclusa, ha detto il commissario Franco Gabrielli.

Il via al raddrizzamento. «Alle ore 9 il senior salvage master Nick Sloane ha dato l'ordine di attivare i comandi dalla control room posizionata sulla chiatta Polluce nelle immediate vicinanze della prua della Concordia - sottolinea una nota congiunta della Protezione civile, di Costa e di Titan-Micoperi, la società che si occupa del recupero -. Per trasmettere tutti i comandi e ricevere segnali da questa posizione remota, ad esempio attivare i martinetti idraulici, aprire e chiudere le valvole dei cassoni, ricevere informazioni sulla posizione del relitto, sono stati installati due cordoni ombelicali (uno di back up all'altro), ossia cavi che garantiscono il collegamento fra la control room e il relitto».

Il ritardo. Non è stato dovuto a problemi di «carattere tecnico»: il forte temporale che nella notte si è abbattuto sull'isola, infatti, non ha permesso ai tecnici del Consorzio italo-americano Titan Micoperi di effettuare gli ultimi interventi propedeutici al parbuckling: il posizionamento della chiatta con la
control room, la stanza da dove vengono dirette tutte le operazioni in mare, e delle panne antinquinamento.

«Non c'è nessuna preoccupazione di carattere tecnico», ha detto il commissario per l'emergenza della Concordia Franco Gabrielli. «Questa notte - ha aggiunto - il tempo non è stato favorevole, ma tutto è nella norma, tutto è regolare. La sequenza di preparazione è rispettata».

La stima di 12 ore per la durata della rotazione del relitto della Concordia «rimane valida, poi tutto dipende dal comportamento del relitto», ha detto ancora Girotto. L'avvio dei lavori è slittato di circa tre ore «ma la tempistica è la stessa» hanno assicurato i tecnici.

Per far ruotare la Costa Concordia sono utilizzate 56 catene,che passano sotto lo scavo e sono fissate al fianco sinistro del relitto. Ciascuna catena misura 58 metri e pesa 26 tonnellate: un solo anello 205 chili. Ventidue fanno perno sulle undici torri ancorate stabilmente al fondo marino e saranno tese grazie a martinetti idraulici. Trentasei martinetti si trovano anche su nove degli undici cassoni montati sul lato sinistro. Per favorire la rotazione sarà esercitata una forza pari a 23.800 tonnellate.

Per realizzare le strutture del cantiere costruito in questi mesi attorno al relitto sono state impiegate più di 30mila tonnellate di acciaio, pari a quattro volte il peso della torre Eiffel a Parigi. Questo ha dato lavoro a 150 aziende italiane: Fincantieri in testa. I primi ordini sono partiti neppure due mesi dopo il naufragio.

Nel corso dell'operazione è possibile che vi sia il rilascio, dall'interno della nave, di gas prodotti dalla decomposizione dei materiali organici ma al momento non sono stati superati i limiti di emissioni nell'atmosfera, hanno poi spiegato i tecnici della Micoperi. «L'emissione di H2s, cioè di gas prodotti dalla decomposizione di materiale organico è una possibilità - ha detto Girotto -. In ogni caso, abbiamo un controllo costante delle emissioni nell'atmosfera dal quale, al momento, non risulta alcun superamento dei limiti».

I risarcimenti. «Credo che ci siano tutte le condizioni perché» ci sia una richiesta di danni per il disastro della Costa Concordia. Così il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando. Il ministro ha poi precisato che «l'impatto ambientale lo vedremo quando il relitto sarà rimosso. Il ministero farà tutti i passi necessari perché questa quantificazione sia completa e integri un'analisi di ciò che è avvenuto nei fondali».

FONTE: ilmessaggero.it

domenica 15 settembre 2013

Siria, armi chimiche: lunedì rapporto Onu a Consiglio. Cina: "Bene accordo Usa-Russia"


Pechino appoggia i risultati del negoziato di Ginevra tra Kerry e il ministro degli Esteri russo Lavrov. Il segretario di Stato Usa a Gerusalemme per incontrare Netanyahu. L'appello dell'opposizione alla comunità internazionale: "Vietare missili e aerei contro le zone abitate"

L'attesa finisce domani, con i risultati e le prove del rapporto sulle armi chimiche degli ispettori della Nazioni Unite raccolte in Siria. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, dovrebbe presentare lunedì mattina al Consiglio di Sicurezza il rapporto degli esperti Onu. Lo rivelano fonti diplomatiche interne al Palazzo di Vetro.

Dopo l'accordo raggiunto da Russia e Usa su un primo tentativo diplomatico per risolvere la crisi siriana, che comporta la distruzione dell'arsenale chimico di Bashar al-Assad, le grandi potenze sembrano allineate. Il lavoro diplomatico durato tre giorni e portato avanti dal segretario di Stato Usa John Kerry e dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov (VIDEO), anche la Cina ha accolto "favorevolmente l'accordo" di Ginevra. Il ministro degli Esteri Wang Yi lo ha detto nel corso di un incontro col suo omologo francese Laurent Fabius, aggiungendo che questo accordo va a "placare le tensioni in Siria".

"Crediamo che l'accordo quadro allenterà l'attuale situazione di tensione che da un momento all'altro potrebbe essere innescata in Siria e creerà nuove prospettive per risolvere la questione delle armi chimiche attraverso mezzo pacifici", ha ribadito Wang Yi all'inizio degli incontri con la controparte francese Laurent Fabius, in visita a Pechino in un ulteriore sforzo diplomatico con cui tentare di trovare soluzione alla guerra civile siriana. La Francia, che sostiene i ribelli e ha interessi storici e strategici nella regione, ha appoggiato la proposta di una azione militare in risposta all'attacco con armi chimiche che il 21 agosto ha ucciso centinaia di persone alla periferia di Damasco, di cui ha attribuito la responsabilità al regime di  Assad. La Cina, così come la Russia, in precedenza aveva bloccato le risoluzioni che al Consiglio di sicurezza avrebbero sanzionato il regime. Anche Fabius ha definito l'accordo un "passo avanti importante" pur precisando che "naturalmente non risolve tutto e ci sono un certo numero di cose ancora da verificare".

In Siria si continua a combattere e l'accordo non "fermerà Assad", continuano a dire i ribelli. La principale piattaforma dell'opposizione siriana ha chiesto infatti alla comunità internazionale di vietare al regime di Damasco, oltre alle armi chimiche, anche "l'uso dell'aviazione e dei missili balistici contro le zone abitate". Ma il viaggio diplomatico per evitare la guerra è ancora lungo. John Kerry oggi a Gerusalemme incontra il premier israeliano Benjamin Netanyahu, per aggiornarlo sull'accordo e discutere con lui il processo di pace con i palestinesi. La scorsa settimana Kerry aveva incontrato a Londra il presidente palestinese Mahmoud Abbas, volendo vedere i due leader mediorientali prima dell'Assemblea generale delle Nazioni unite, cui entrambi parteciperanno a fine mese. Da Gerusalemme, il segretario di Stato Usa volerà poi a Parigi, dove domani discuterà della questione siriana con il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius e con il segretario agli Esteri britannico William Hague.

FONTE: repubblica.it

sabato 14 settembre 2013

Stupratore in permesso ammazza la sua terapeuta


Svizzera sotto choc, Adeline Morel aveva prelevato l’uomo dal carcere per accompagnarlo a un’iniziativa di recupero sociale: il corpo senza vita trovato alla periferia di Ginevra

Una giovane socioterapeuta scomparsa ieri a Ginevra mentre accompagnava un detenuto 39enne in «uscita pianificata educativa» è stata trovata morta stamane vicino a Bellevue, località nei pressi della città elvetica. Il detenuto, condannato in precedenza a due riprese per violenza carnale, è tuttora in fuga, ha riferito l’agenzia di stampa svizzera Ats. 

Le autorità si sono dette «terribilmente scioccate» per la morte della socioterapeuta, Adeline Morel , madre di un bambino di 8 mesi, secondo quanto riferito dai siti dei media locali. Il governo cantonale ha inoltre annunciato la sospensione immediata di tutte le uscite di detenuti e ed un’inchiesta amministrativa. Ieri, il detenuto, Fabrice Anthamatten, e la socioterapeuta di 34 anni dovevano recarsi al centro equestre di Bellevue, ma non sono mai giunti all’appuntamento. Secondo i siti internet, il cellulare della vittima sarebbe stato localizzato a Basilea. 

Il prigioniero - con doppia nazionalità franco-elvetico - era stato condannato nel 2001 a cinque anni di reclusione per aver stuprato una donna a Ginevra. Mentre si trovava in libertà provvisoria, violento’ - sempre nel 2001 - una seconda donna in Francia, dov’è stato condannato a 15 anni di reclusione, ha precisato l’Ats. 
Dopo aver chiesto di espiare la pena in Svizzera, il detenuto è stato incarcerato nei penitenziari nel vicino Cantone di Vaud e nell’agosto 2012 era stato trasferito nella struttura della Paquerette a Ginevra, situata nel perimetro del carcere di Champ-Dollon e destinata a detenuti condannati a pene pesanti e afflitti da gravi disturbi della personalità. 

La struttura, gestita dall’Istituto di medicina legale degli Ospedali Universitari di Ginevra, ha per missione di insegnare a queste persone a vivere in società. Per il detenuto in questione uno psicologo aveva autorizzato attività psicomotorie con i cavalli. La prima uscita di questo genere si era svolta il 3 settembre senza problemi. Quella di ieri è stata la seconda. La socioterapeuta che lo accompagnava ieri era stata scelta per questa missione per le sue grandi competenze e l’ampia pratica: dal 2007, data della sua assunzione, ha accompagnato oltre 200 uscite. 

FONTE: lastampa.it

venerdì 13 settembre 2013

Al Zawahiri (al Qaeda): attaccare gli Usa sul loro territorio


Il leader del movimento islamico illustra in un audio-messaggio la nuova strategia del terrore


Occorre attaccare, «qui e là», gli Stati Uniti per fiaccarne l'economia e limitarne le enormi spese per la sicurezza: è questa la nuova strategia di al Qaida che, per bocca del suo capo, Ayman al Zawahri, ha lanciato un appello affinché gli Stati Uniti e i loro alleati siano attaccati ovunque. 

Il messaggio audio di al Zawahri. Secondo al Zawahri, che ha affidato il suo nuovo appello ad un messaggio audio, che è rimbalzato sui siti jihadisti, l'economia è «il punto debole dell'America ed essa è traballante a causa di tutte le spese militari impegnate per la sicurezza» degli Stati Uniti. «Per fare restare l'America sotto pressione e in stato d'allerta - ha detto il successore di Bin Laden - occorre qualche attacco qui, qualche attacco là. Abbiamo già vinto la guerra in Somalia, in Yemen, in Iraq e in Afghanistan. Dobbiamo dunque continuare questa guerra sul loro territorio». Nel suo messaggio al Zawahri ha anche invitato gli jihadisti ad agire da soli o in gruppo per condurre questi attacchi «disparati».

L'Egitto. Il leader di al Qaida ha definito un «crimine brutale» il giro di vite del governo egiziano contro la Fratellanza Musulmana e ha esortato la popolazione ad opporsi a ciò che ha definito una campagna contro l'Islam nel paese. Le forze di sicurezza hanno ucciso centinaia di sostenitori della Fratellanza e ne hanno arrestati migliaia, inclusa la maggior parte dei leader, da quando l'esercito ha rovesciato il presidente Mohamed Morsi il tre luglio scorso dopo le proteste di massa contro il suo governo. Centinaia di sostenitori della Fratellanza sono stati uccisi dalle forze di sicurezza il 14 agosto. In un intervento audio diffuso il giorno dopo il 12esimo anniversario degli attacchi dell'11 settembre negli Usa, Zawahri ha condannato l'attacco sottolineando che si tratta di «un episodio di un lungo dramma che aspetta gli egiziani se non si uniranno per attuare la legge islamica della sharia e liberare il loro paese». Zawahri ha aggiunto che gli Stati Uniti stanno cospirando in Egitto e ha esortato gli egiziani a combattere «l'oppressione».

FONTE: ilmessaggero.it

mercoledì 11 settembre 2013

Giustizia, in Commissione alla Camera primo ok al ddl sulla responsabilità dei magistrati


La Commissione Giustizia alla Camera da il via libera al disegno di legge Nitto Palma. Protesta dal M5S

Arriva dalla Commissione Giustizia del Senato il primo via libera al disegno di legge sulla responsabilità disciplinare dei magistrati, che prevede anche il trasferimento d'ufficio.
Il ddl, che prende il nome dal presidente della Commissione Nitto Palma, prevede che tutte le toghe che rendano dichiarazioni che ne dimostrino assenza d'indipendenza, terzietà e imparzialità vengano sottoposti a procedimento disciplinare. Nel disegno di legge anche la perseguibilità disciplinare per i magistrati che mettano a rischio le stesse con mezzi differenti.
Contro il ddl si è espresso oggi Enrico Cappelletti, capogruppo del Movimento 5 Stellein Commissione. Il deputato ha puntato il dito contro "una nuova legge vergogna contro la magistratura" e dichiarato che "in aula sarà battaglia totale".
Alle dichiarazioni di Cappelletti ha risposto lo stesso Nitto Palma, che ha ricordato che "l’intervento normativo di tipo disciplinare sulle dichiarazioni fuori misura rese da parte dei magistrati ai giornalisti era stato auspicato dal Consiglio superiore della magistratura e dallo stesso presidente della Repubblica in uno dei suoi interventi al Csm".
FONTE: Lucio Di Marzo (ilgiornale.it)

lunedì 9 settembre 2013

Decreto scuola, sì del governo: assunzioni e libri meno costosi


Letta: "Dopo anni di tagli torniamo a investire". Assunti 26mila insegnanti di sostegno. Vietate le sigarette elettroniche nelle scuole. Arrivano i libri in comodato d'uso

"Ci interessa ricominciare a investire sulla scuola e l’istruzione dopo anni di tagli perch‚ sono il centro per il rilancio del nostro Paese. Abbiamo messo a punto alcune prime risposte, ne verranno altre".

Il premier Enrico Letta ha salutato con soddisfazione il via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge sulla scuola presentato dal ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. Tra le novità introdotte la riduzione del peso del costo dei libri di testo a carico delle famiglie e degli studenti, lo stanziamento di 15 milioni di euro per il "welfare dello studente", l’assunzione a tempo indeterminato di 26mila insegnanti di sostegno, la cancellazione del bonus maturità e il divieto di fumare le sigarette elettronicheall'interno degli edifici scolastici. "Dalla scuola - ha spiegato il presidente del Consiglio - riparte il futuro del Paese".
"L’applicazione della Costituzione sul diritto allo studio è all’inizio del nostro provvedimento", ha assicurato Letta lanciando il punto focale del decreto, ovvero il "welfare dello studente". Con uno stanziamento di 15 milioni di euro nel 2014 per"favorire il raggiungimento dei più alti livelli negli studi" e "il pieno successo formativo"degli studenti delle medie e delle superiori, il decreto varato oggi dal governo introduce contributi e benefici in base a tre parametri: l’esigenza di alleggerire la spesa delle famiglie per pasti e trasporti, le condizioni economiche dello studente sulla base dell’Isee e il merito negli studi in base alla valutazione scolastica. Il tutto con un occhio al portafoglio dellefamiglie. Proprio per contenere la spesa per l’istruzione delle famiglie il decreto prevede anche libri in comodato d’uso. Il ministero guidato dalla Carrozza assegnerà direttamente alle scuole la somma di 2,7 milioni di euro nel 2013 e 5,3 milioni nel 2014 per l’acquisto, anche tra reti di scuole, di libri adottati dal collegio dei docenti, o dispositivi per la lettura di contenuti digitali, da concedere in comodato d’uso ad alunni individuati sulla base dell’indicatore Isee.
Per favorire interventi straordinari di ristrutturazione e messa in sicurezza di istituti scolastici, nonché per favorire la costruzione di nuove scuole, le Regioni potranno stipulare mutui trentennali con la Banca di sviluppo del consiglio d’Europa (Bei) e la Cassa Depositi e prestiti. Il decreto legge sulla scuola approvato stanzia, infatti, contributi pluriennali per 40 milioni di euro annui per la durata dell’ammortamento del mutuo, a partire dal 2014.
FONTE: ilgiornale.it