Una tassa diesel. Parte piano, poi mano mano accelera e arriva al
massimo dei giri. Per un meccanismo perverso la Iuc, la nuova imposta
comunale, nel giro di dodici mesi potrebbe diventare sulle prime case
ben più pesante della vecchia Imu, quella pagata nel 2012 quando anche
le abitazioni principali erano state chiamate alla cassa. Per capire
quale sarà il destino del prelievo sulle case bisogna andare in ordine e
incastrare, come in un puzzle, tutte le tessere. Partiamo dal 2013,
l’anno in corso. L’Imu sulle prime case è stata cancellata. Non si
pagherà, tranne in quei Comuni che hanno alzato l’aliquota oltre il
livello base (4 per mille). In questi Municipi i cittadini saranno
chiamati a versare il 40% dell’incremento. L’esborso massimo, insomma,
sarà pari allo 0,8 per mille. Una mini-Imu da poche decine di euro. Su
un immobile con una rendita catastale da 500 euro se ne verseranno 67 in
tutto.
Ma già per il prossimo anno la musica cambia. Arriva la Iuc. Sulle prime case avrà un’aliquota compresa tra l’1 per mille e il 2,5 per mille e i Comuni riceveranno dal governo 500 milioni di euro da destinare alle detrazioni. Difficile sapere in anticipo come i sindaci decideranno di destinare questi soldi ai cittadini, ma la cifra, in media, consentirà uno sconto standard di 25 euro (secondo i calcoli di Uil e Cgia Mestre). Supponiamo che questo sia il caso «normale». Una prima casa con rendita catastale di 500 euro, allora, già l’anno prossimo potrebbe pagare tra 59 euro (ad aliquota 1 per mille) e 185 euro (ad aliquota 2,5 per mille). La stessa abitazione, nel 2012, con l’aliquota al 4 per mille e la detrazione fissa a 200 euro, avrebbe pagato solo 10 euro.
La vera stangata, tuttavia, rischia di arrivare nel 2015. All’interno della legge di Stabilità c’è infatti una vera e propria «pillola avvelenata».
Il dilemma dei sindaci Il tetto massimo del 2,5 per mille all’aliquota che i Comuni potranno fissare per la prima casa, vale solo per il 2014. Tra poco più di dodici mesi, nel 2015, sarà consentito ai sindaci aumentare il prelievo sulle abitazioni principali fino al 6 per mille. Non solo. Anche il finanziamento da 500 milioni di euro concesso per permettere ai primi cittadini di avere risorse da destinare alle detrazioni, è stato finanziato solo per un anno. Nel 2015 cesserà. Dunque, nel peggiore degli scenari, ossia con un’aliquota al 6 per mille e senza nessuna detrazione, la stessa casa con una rendita da 500 euro, si potrebbe trovare a dover pagare 504 euro di Iuc. Una vera e propria stangata. Molto, ovviamente, dipenderà dalle decisioni che Comune per Comune prenderanno i sindaci. Ma il loro spazio di manovra è decisamente limitato. L’aliquota massima della Iuc sulle «altre abitazioni» è stata fissata al 10,6 per mille. Lo stesso livello dell’Imu, tetto già toccato in molti Municipi. Questo significa che se i sindaci saranno alle prese, come spesso capita, con problemi di bilancio, avranno una sola strada da percorrere: aumentare la Iuc sulle prime case.
Ma già per il prossimo anno la musica cambia. Arriva la Iuc. Sulle prime case avrà un’aliquota compresa tra l’1 per mille e il 2,5 per mille e i Comuni riceveranno dal governo 500 milioni di euro da destinare alle detrazioni. Difficile sapere in anticipo come i sindaci decideranno di destinare questi soldi ai cittadini, ma la cifra, in media, consentirà uno sconto standard di 25 euro (secondo i calcoli di Uil e Cgia Mestre). Supponiamo che questo sia il caso «normale». Una prima casa con rendita catastale di 500 euro, allora, già l’anno prossimo potrebbe pagare tra 59 euro (ad aliquota 1 per mille) e 185 euro (ad aliquota 2,5 per mille). La stessa abitazione, nel 2012, con l’aliquota al 4 per mille e la detrazione fissa a 200 euro, avrebbe pagato solo 10 euro.
La vera stangata, tuttavia, rischia di arrivare nel 2015. All’interno della legge di Stabilità c’è infatti una vera e propria «pillola avvelenata».
Il dilemma dei sindaci Il tetto massimo del 2,5 per mille all’aliquota che i Comuni potranno fissare per la prima casa, vale solo per il 2014. Tra poco più di dodici mesi, nel 2015, sarà consentito ai sindaci aumentare il prelievo sulle abitazioni principali fino al 6 per mille. Non solo. Anche il finanziamento da 500 milioni di euro concesso per permettere ai primi cittadini di avere risorse da destinare alle detrazioni, è stato finanziato solo per un anno. Nel 2015 cesserà. Dunque, nel peggiore degli scenari, ossia con un’aliquota al 6 per mille e senza nessuna detrazione, la stessa casa con una rendita da 500 euro, si potrebbe trovare a dover pagare 504 euro di Iuc. Una vera e propria stangata. Molto, ovviamente, dipenderà dalle decisioni che Comune per Comune prenderanno i sindaci. Ma il loro spazio di manovra è decisamente limitato. L’aliquota massima della Iuc sulle «altre abitazioni» è stata fissata al 10,6 per mille. Lo stesso livello dell’Imu, tetto già toccato in molti Municipi. Questo significa che se i sindaci saranno alle prese, come spesso capita, con problemi di bilancio, avranno una sola strada da percorrere: aumentare la Iuc sulle prime case.
FONTE: Andrea Bassi (ilmessaggero.it)
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